Quali azioni deve fare il datore di lavoro quando riceve una nota di rettifica? Come interpretare il documento Inps e cosa cambia tra note a credito e a debito? Ecco una guida completa.
L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps) ha il compito di garantire una serie di prestazioni economiche ai lavoratori dipendenti a fronte di eventi che impediscono agli stessi di rendere la prestazione lavorativa e, pertanto, ricevere la retribuzione.
Le prestazioni interessano gli eventi vecchiaia (pensioni), invalidità, superstiti, malattia e gravidanza. Soltanto per citare alcuni esempi.
Le attività dell’Inps vengono finanziate grazie al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, da parte dei datori di lavoro, a mezzo modello F24.
I contributi in questione sono per la maggior parte a carico dell’azienda, mentre una percentuale ridotta, destinata a finanziare l’assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) e gli ammortizzatori sociali, è trattenuta al lavoratore in busta paga.
La somma dovuta dal datore di lavoro e quella trattenuta al dipendente, è versata all’Inps, come anticipato, con modello F24, entro il giorno 16 del mese successivo quello di competenza dei contributi.
Il dettaglio dei calcoli effettuati dal datore di lavoro per determinare i contributi Inps è successivamente indicato nella denuncia «UniEmens individuale». La denuncia in questione dev’essere trasmessa all’Inps, attraverso un’apposita procedura telematica, entro l’ultimo giorno del mese successivo quello di competenza dei contributi.
Una volta pagati i contributi con F24 e inviato l’UniEmens, l’Inps ricalcola le somme dovute dall’azienda. Nel caso in cui vi sia una differenza (tanto a debito quanto a credito per il datore di lavoro) l’Istituto trasmette una «nota di rettifica».
Analizziamo in dettaglio cos’è e come comportarsi quando se ne riceve una.
Cosa sono le note di rettifica Inps e come comportarsi quando se ne riceve una?
Cosa sono le note di rettifica?
La nota di rettifica è una segnalazione con cui l’Inps comunica al datore di lavoro una differenza di importo tra:
- I contributi calcolati dalle procedure di controllo dell’Inps;
- I contributi calcolati dal datore di lavoro, comunicati con la denuncia UniEmens.
In particolare, possono verificarsi due situazioni:
- Nota di rettifica a credito dell’azienda, qualora i contributi calcolati dalle procedure di controllo dell’Inps siano inferiori a quanto denunciato dal datore di lavoro e versato con modello F24;
- Nota di rettifica a debito dell’azienda, qualora i contributi calcolati dalle procedure di controllo dell’Inps siano superiori a quanto denunciato dal datore di lavoro e versato con modello F24.
Cosa fare con una nota di rettifica a debito?
A fronte di una nota di rettifica a debito, l’azienda è tenuta a versare la differenza rilevata dall’Inps con modello F24, nel rispetto della data di scadenza indicata nella comunicazione.
L’importo dovuto è rappresentato dalla differenza contributiva cui si sommano le sanzioni civili, calcolate in base ai giorni di ritardo di versamento delle somme.
Il modello F24 dev’essere compilato indicando, nella sezione Inps:
- Codice sede Inps, composto da 4 cifre;
- Causale contributo «DMRA»;
- Matricola Inps dell’azienda, composta da 10 cifre;
- Periodo di riferimento della nota di rettifica, nel formato mm / aaaa;
- Importo dovuto, all’interno della colonna «Importi a debito versati».
La somma da versare all’Inps può in ogni caso essere regolarizzata attraverso una richiesta di rateazione, comprensiva di ogni altro debito contributivo accertato alla data di presentazione della domanda.
In caso di omesso pagamento entro la data indicata (e salvo il ricorso amministrativo presentato nei termini) la somma dovuta verrà richiesta con avviso di addebito, avente valore di titolo esecutivo che verrà contestualmente consegnato all’Agente della Riscossione.
Come anticipato, avverso la nota di rettifica è possibile presentare ricorso, per il tramite della sede Inps, al Comitato competente individuato ai sensi degli articoli 23, 26 e 39 della Legge 9 marzo 1989, numero 88.
Al fine di presentare ricorso l’azienda è tenuta a raccogliere tutti gli elementi in grado di dimostrare che il calcolo dei contributi è stato effettuato correttamente. Di norma si presentano buste paga dei dipendenti, contratti di lavoro, lettere di proroga o trasformazione a tempo indeterminato, oltre a qualsiasi altro documento necessario.
Cosa fare con una nota di rettifica a credito?
In caso di nota di rettifica a credito per l’azienda, i contributi versati in eccesso possono essere recuperati tramite compensazione in F24.
Non è prevista, in quest’ipotesi, a differenza della nota a debito, alcuna data di scadenza.
L’importo da recuperare dev’essere inserito nella sezione Inps del modello F24, indicando:
- Codice sede Inps, composto da 4 cifre;
- Causale contributo «DMRP»;
- Matricola Inps dell’azienda, composta da 10 cifre;
- Periodo di riferimento della nota di rettifica, nel formato mm / aaaa;
- Importo da recuperare, all’interno della colonna «Importi a credito compensati».
In ogni caso, come ricorda ogni nota di rettifica Inps, nel rispetto della normativa vigente, la «compensazione ed il rimborso dell’importo possono essere richiesti unicamente a condizione che non esistano partite debitorie aziendali».
Come vengono trasmesse le note di rettifica?
Di norma, le note di rettifica Inps vengono trasmesse all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata (Pec) che il datore di lavoro ha comunicato all’Istituto.
In mancanza della Pec, l’Istituto trasmette il documento in questione con raccomandata.
In considerazione del fatto che le note di rettifica, se a debito, devono essere pagate nel rispetto di una determinata data di scadenza, è sempre opportuno tener monitorata, quotidianamente, la casella di posta elettronica nota all’Inps.
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È disponibile un dettaglio dei calcoli Inps?
Ogni nota di rettifica contiene il dettaglio dei calcoli effettuati dall’Istituto per arrivare a determinare la differenza contributiva.
Nello specifico, per ogni codice contributo inserito nella denuncia UniEmens, è riportata:
- Imponibile Inps;
- Importo dichiarato dall’azienda;
- Importo calcolato dall’Inps;
- Aliquota contributiva applicata dall’Inps;
- Differenza tra importo dichiarato dall’azienda e importo calcolato dall’Inps.
Facciamo l’esempio di un’azienda che ha ricevuto una nota di rettifica a debito relativa al mese di competenza 09-2021.
Nel dettaglio della nota di rettifica è riportato, in corrispondenza, del codice contributo «1000», un importo dichiarato dall’azienda pari a euro 9.013,29 rispetto alla somma calcolata dall’Inps corrispondente a euro 9.031,05.
Quest’ultimo importo è il risultato di colonna «Imponibile» corrispondente a euro 24.581,00 per colonna «Aliquota» equivalente al 36,74%.
Nell’ultima colonna è indicata la differenza tra 9.013,29 e 9.031,05 euro corrispondente a euro 17,26.
Alla differenza contributiva si aggiungono le sanzioni civili. Il totale dev’essere versato con modello F24, codice tributo DMRA.
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