Mercoledì nero per le borse europee, trainate dalla crisi di Credit Suisse. Cosa sta succedendo?
Prosegue il mercoledì nero per le Borse europee travolte, dopo il tracollo di Svb, dalle incertezze sulla Credit Suisse. La banca, dopo un anno difficile con oltre 7 miliardi di franchi di perdita, ha dovuto fare i conti con l’annuncio del presidente della Saudi National Bank, Ammar Al Khudairy, che ha dichiarato di non voler iniettare nuovi capitali in caso di necessità in Credit Suisse.
I mercati hanno risposto e dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, hanno accolto le parole del presidente della Saudi National Bank - azionista con il 10% di Credit Suisse - con il crollo del 30% del titolo dell’istituto svizzero in Borsa.
Le Borse europee sono in caduta libera, con lo stoxx 600 che perde il 2,5%, l’indice delle banche che cede il 6,5%. Milano (-3,6%) insieme a Madrid (-3,65%) resta la peggiore. Tra gli altri listini Francoforte lascia il 2,7%, Londra il 3,1%, Parigi il 3,2%. (Ansa). Anche l’apertura di Wall Street è stata in negativo, con il petrolio in calo e le quotazioni che perdono il 4,8% a 67,93 dollari al barile.
L’Ue sta monitorando la situazione e l’impatto che questa crisi può avere. Ecco cosa sta succedendo alla Credit Suisse e come questo si traduce sui mercati.
Credit Suisse in crisi: stop dal maggiore azionista
La banca svizzera Credit Suisse non stava navigando in acque calme. Nel corso degli ultimi tre anni diversi Ceo e un presidente del Cda sono stati allontanati, inoltre miliardi di euro sono andati persi in fondi speculativi Archegos e Greensill. A questo quadro si deve aggiunge una conclusione di anno difficile, con oltre 7 miliardi di franchi persi che hanno fatto toccare alla banca la peggiore crisi dal 2008. Nel corso dell’anno abbiamo già approfondito le origini della crisi di Credit Suisse.
Oggi, 15 marzo 2023, per la prima volta le azioni di Credit Suisse sono scese sotto i 2 franchi in seguito al terremoto decretato dalle parole di Ammar Al Khudairi. Un tonfo, come spiega Franco Zantonelli su la Repubblica, pari al 70% rispetto a un anno fa e una perdita di oltre il 25% a metà giornata rispetto alla chiusura di ieri alla borsa di Zurigo.
Fuga di clienti e investitori: la decisione di Ammar Al Khudairi
La banca sta perdendo la fiducia dei propri clienti e la decisione del maggior azionista Ammar Al Khudairi non può che peggiorare la situazione. Le sue parole hanno scosso il mercato e la stabilità dello stesso istituto:
I don’t think they will need extra money.
Quasi inutili in questo caso le parole di Axel Lehman, presidente dell’istituto svizzero, che ha tentato di minimizzare l’impatto delle scelte del presidente di Saudi National Bank. “Abbiamo una ristrutturazione in corso approvata e il nostro tasso di liquidità è attualmente superiore al 150%”, ha spiegato Lehman. A seguito, proprio di fronte alla caduta della giornata, ha annunciato la rinuncia allo stipendio (fissato per l’anno a 2,5 milioni di franchi) e ha bloccato i bonus della direzione che avevano fatto discutere proprio per le alte cifre raggiunte.
Lehman aveva già tentato di minimizzare in passato, quando nella relazione di fine anno aveva dovuto spiegare la fuga dei capitali in gestione (114 miliardi). La copertura di liquidità, fissata al 144%, copre le richieste dei correntisti per circa 30 giorni, ma se la fuga dei clienti dovesse assumere la forma di “fuga di massa” allora non ci saranno troppe speranze. Il crollo in borsa non aiuta.
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