Dallo scontro diretto tra Emmanuel Macron e Marine le Pen è il primo a uscirne vincitore. Ecco cosa accadrà con la sua vittoria.
Decretato il Macron-bis all’Eliseo. Si chiudono domenica 24 aprile le elezioni presidenziali francesi che riconfermano con una vittoria del 57,2% il presidente uscente Emmanuel Macron. Il risultato dell’exit poll era stato dato quasi per certo dai sondaggi anche se il 42,8% dei voti è comunque andato all’avversaria e leader del partito di estrema destra Marine Le Pen.
L’evento era stato particolarmente atteso poiché molte delle forze politiche internazionali guardavano con preoccupazione al rovescio della medaglia delle elezioni in Francia. L’elezione in questione infatti non riguardava solo la Francia ma l’Europa e i suoi equilibri economici e politici. Se infatti i riflettori di tutto il mondo sono puntati sull’Ucraina e sul conflitto in atto con la Russia, la figura al comando del Paese è e sarà determinante per gli esiti della guerra.
Sono forse state le posizioni filorusse di Marine Le Pen a spaventare gli elettori; mentre proprio sullo sfondo del conflitto russo-ucraino il presidente Macron si è ritagliato fin dall’inizio un proprio ruolo di mediatore di primo piano - cercando di diventare il nuovo punto di riferimento dell’Unione Europea dopo Angela Merkel.
Capiamo quindi cosa accadrà a partire da oggi vista la sconfitta ideologica del nazionalismo a favore dell’atlantismo.
Elezioni, il mandato precedente di Macron: cos’ha fatto e popolarità
Quando Emmanuel Macron fu eletto a soli 39 anni presidente della Repubblica francese nel 2017, sicuramente non avrebbe pensato di dover gestire alcune crisi come i gilets jaunes, una pandemia e non per ultima la guerra tra Russia e Ucraina.
L’elettorato francese si era spaccato in due tra chi lo sosteneva e chi lo detestava, Macron terminava infatti il suo mandato con una popolarità comunque superiore ai suoi predecessori: Hollande e Sarkozy. Il presidente uscente vantava un programma solo parzialmente realizzato, specialmente per la sezione lavoro, istruzione e difesa. Sebbene una parte degli elettori non gli ha perdonato alcune scelte, come l’abolizione della patrimoniale, che gli è valso il titolo di “presidente dei ricchi” il suo approccio alla pandemia e il profilo di mediatore nella crisi in Ucraina hanno fatto gioco.
Proprio la politica estera - come spesso accade in campagna elettorale - è stata lo strumento con cui Macron non solo ha tentato di ritagliarsi un ruolo fondamentale all’interno dell’Unione Europea, ma ha anche tentato di aumentare il proprio consenso, allontanando dagli schermi i problemi interni della Nazione, come lo scandalo del ricorso del Governo a società di consulenza private. Scandalo che gli è comunqua costato una perdita di consenso del presidente, assorbito da Marine Le Pen.
Cosa succede ora che Macron ha vinto le elezioni: le conseguenze
A differenza degli altri candidati, Macron non ha sostenuto una vera campagna elettorale, troppo impegnato a fare da mediatore nella guerra tra Russia e Ucraina, tentando d’intraprendere un dialogo con Putin. Scelta che a sua volta è stata letta in ottica elettorale come apprezzamento per l’impegno politico.
Con la vittoria di Macron la Francia continua sulla linea europeista. A cambiare con molta probabilità sarà invece la situazione economica.
Infatti, il programma elettorale di Macron intende segnare una svolta liberal più a destra sull’economia. Tra i punti in agenda troviamo infatti:
- la pensione a 65 anni;
- sussidi contro ore di attività obbligatoria;
- 10 miliardi di sgravi fiscali per le imprese.
Sono comunque presenti incursioni progressiste sulle riforme sociali, come:
- l’aumento a 1100 euro della pensione minima;
- accelerazione massiccia sulle energie rinnovabili, mantenendo il nucleare.
Questi però, almeno per ora, sono solo punti ideologici della Francia al secondo mandato di Macron; servirà intesa e propositività nelle azioni politiche per metterli davvero in atto.
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