Cosa succede se Usa e Cina non raggiungono un accordo sui dazi

Luna Luciano

13 Aprile 2025 - 10:40

La guerra dei dazi tra USA e Cina rischia di travolgere la comunità internazionale. Se non si trova un accordo, le conseguenze economiche globali potrebbero essere devastanti.

Cosa succede se Usa e Cina non raggiungono un accordo sui dazi

La guerra dei dazi rischia di sfuggire di mano a Trump.

La guerra commerciale con la Cina potrebbe mietere molte vittime e tra queste c’è anche l’Europa. Quello che inizialmente poteva sembrare un braccio di ferro tra due superpotenze è oggi una minaccia concreta per l’intero sistema economico globale.

L’escalation di dazi reciproci, con cifre record che superano il 125% e sfiorano il 145%, sta già scuotendo i mercati, minando la fiducia degli investitori e facendo tremare anche le economie più stabili. Gli effetti sono già visibili: oscillazioni vertiginose delle borse, tensioni sul mercato obbligazionario e segnali di rallentamento negli scambi internazionali.

Se il conflitto commerciale dovesse continuare su questa traiettoria senza un compromesso, le onde d’urto potrebbero investire aziende, consumatori e interi continenti. L’Unione Europea, ad esempio, teme un’invasione di prodotti cinesi destinati originariamente agli Stati Uniti.

Intanto, molte aziende americane – come Apple e Walmart – si trovano nella morsa di una crisi logistica e finanziaria. Di fronte a questo scenario, appare sempre più chiaro che raggiungere un’intesa tra Stati Uniti e Cina non è più solo auspicabile: è indispensabile. Ecco quali sono i rischi se non si dovesse raggiungere un accordo: di seguito tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Guerra commerciale Usa-Cina: urge trovare un accordo

Gli strateghi di Nordea (gruppo di servizi finanziari del Nord Europa) lo dicono chiaramente: l’urgenza di trovare un accordo tra Stati Uniti e Cina è diventata una priorità assoluta per evitare una crisi commerciale su scala globale. La guerra dei dazi, infatti, sta accelerando in maniera incontrollabile, con tariffe imposte e poi ritirate nel giro di pochi giorni, e con annunci che colgono di sorpresa i mercati, facendo crollare o impennare gli indici di borsa in poche ore.

Le politiche altalenanti dell’amministrazione Trump hanno creato un clima di estrema incertezza. La sospensione temporanea dei dazi per 90 giorni – che esclude però la Cina – non ha fatto altro che aumentare la tensione. Secondo Nordea, se non si interviene con un compromesso efficace, si rischia il blocco degli scambi tra le due principali economie del pianeta. Il dollaro debole e l’instabilità del mercato obbligazionario riflettono una perdita di fiducia non solo nella politica commerciale statunitense, ma nell’intero sistema economico globale. Gli effetti già si avvertono: le aziende rimandano investimenti, le catene di approvvigionamento sono in crisi, e il commercio internazionale rallenta.

Il timore è che senza un accordo a breve termine si arrivi a una vera paralisi commerciale. Trump si dice ottimista, ma i mercati non sembrano credergli più. Anche Xi Jinping ha fatto sapere che la Cina è pronta a combattere fino alla fine, ma nel frattempo gli effetti collaterali iniziano a colpire anche Paesi terzi. Per questo motivo, trovare un’intesa doganale, anche temporanea, è l’unico modo per fermare una guerra che nessuno può davvero vincere.

Cosa accade se Usa e Cina non raggiungono un accordo sui dazi: i rischi per Ue

Se Stati Uniti e Cina non riusciranno a raggiungere un accordo, il mondo intero dovrà fare i conti con conseguenze economiche gravi e durature. La prima ricaduta concreta sarà l’aumento dei prezzi per i consumatori. Negli Stati Uniti, molti beni – soprattutto elettronica e abbigliamento – provengono dalla Cina. Con dazi superiori al 125%, questi prodotti diventeranno rapidamente più costosi e difficili da reperire. Le alternative esistono, ma sono più care o di qualità inferiore, e i fornitori aumenteranno i prezzi approfittando dell’aumento della domanda.

Ma non saranno solo i consumatori americani a soffrire. Le grandi aziende USA che producono o si approvvigionano in Cina – come Apple o Walmart – subiranno forti contraccolpi. Questo potrebbe tradursi in tagli ai posti di lavoro, aumento dei prezzi al dettaglio e minore competitività. Allo stesso tempo, la Cina, trovandosi esclusa dal mercato statunitense, potrebbe tentare di scaricare i suoi prodotti in Europa, generando un surplus pericoloso e destabilizzante.

L’Unione Europea è già in allerta: un eccesso di importazioni a basso costo potrebbe danneggiare la produzione interna e innescare una nuova ondata di protezionismo. In più, le tensioni potrebbero estendersi anche ad altri settori, come la tecnologia e la finanza. Il rischio di una recessione globale non è più un’ipotesi lontana: con lo scoppio di una guerra commerciale prolungata, la fiducia nei mercati potrebbe crollare, spingendo investitori a rifugiarsi in asset sicuri e provocando un rallentamento generalizzato dell’economia mondiale.

Anche i Paesi in via di sviluppo, che dipendono fortemente dal commercio globale, sarebbero duramente colpiti. In definitiva, il mancato accordo tra USA e Cina rischia di scatenare una tempesta perfetta: crescita zero, inflazione elevata e frammentazione dei mercati. Uno scenario che, secondo molti analisti, potrebbe riportare l’economia globale indietro di decenni.

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