La storica decisione di un tribunale federale californiano: risarciti per milioni di dollari gli ex dipendenti che non avevano rispettato l’obbligo vaccinale.
Una recente sentenza federale ha deciso un importante risarcimento per sei ex dipendenti della Bay Area Rapid Transit (BART), una compagnia ferroviaria in California. I lavoratori erano stati licenziati durante la pandemia per essersi rifiutati di vaccinarsi contro il COVID-19.
La somma del risarcimento supera il milione di dollari per ciascuno dei dipendenti ed è stata assegnata dopo che il tribunale ha riconosciuto il mancato adeguamento dell’azienda verso i lavoratori che avevano invocato obiezioni di natura religiosa. Ma vediamo cos’è successo nel dettaglio.
La questione vaccinale e i diritti dei lavoratori
All’inizio della pandemia, molte aziende negli Stati Uniti hanno adottato rigide politiche vaccinali per proteggere la salute dei dipendenti e limitare la diffusione del virus. La BART non ha fatto eccezione, richiedendo ai lavoratori di sottoporsi alla vaccinazione contro il COVID-19. Tuttavia, una piccola parte del personale ha rifiutato per motivi religiosi, chiedendo esenzioni che l’azienda non ha accolto in modo adeguato, portando così la diatriba a diventare una battaglia legale.
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Va anche aggiunto che degli oltre 70 dipendenti che avevano richiesto esenzioni dalla vaccinazione, solo sei hanno portato avanti il rifiuto al vaccino nonostante la mancanza di adeguamenti aziendali. Proprio questa scelta ha portato al loro licenziamento o, in alcuni casi, alle dimissioni forzate.
La sentenza, le motivazioni e il risarcimento: un caso simbolico
Il tribunale federale ha definitivamente stabilito che la Bay Area Rapid Transit non ha rispettato il diritto dei lavoratori a rifiutare il vaccino per motivi religiosi, violando così le normative sul rispetto delle credenze personali e il diritto all’obiezione religiosa. In assenza di soluzioni alternative, l’azienda avrebbe dovuto rispettare tali diritti senza esporre i lavoratori al rischio di perdere il posto di lavoro. Il giudice ha quindi imposto alla compagnia ferroviaria di risarcire i sei lavoratori con somme comprese tra 1,1 e 1,5 milioni di dollari ciascuno, per un totale complessivo di circa 7,8 milioni di dollari. L’importo tiene conto sia della perdita economica subita dai lavoratori che della mancata protezione dei diritti religiosi.
Tra i sei lavoratori, uno spicca per l’anzianità lavorativa: con oltre trent’anni di servizio nella BART, la perdita dell’impiego ha rappresentato per lui una rottura non solo economica ma anche simbolica, per quel che potrebbe eticamente riguardare i doveri delle aziende verso i dipendenti di lungo corso. Questo caso, con questa risoluzione, si è rivelato emblematico: può offrire un precedente per future cause legate alla libertà individuale dei lavoratori rispetto alle imposizioni sanitarie sul posto di lavoro.
La complessità delle esenzioni e dei doveri aziendali
In definitiva, l’intera questione riflette le difficoltà nel bilanciare sicurezza pubblica e rispetto dei diritti dell’individuo. Mentre il giudice ha riconosciuto che la BART aveva concesso alcune esenzioni ai lavoratori, la decisione evidenzia che i tentativi di accomodamento aziendale non erano sufficientemente estesi a tutelare tutti coloro che avevano presentato una richiesta valida. La sentenza implica che, in simili situazioni, i datori di lavoro devono considerare anche delle alternative (come ad esempio la possibilità di modificare mansioni od orari) per garantire che i diritti religiosi e le esigenze sanitarie possano convivere.
Come già espresso, la sentenza della corte federale californiana stabilisce un precedente significativo nel campo dei diritti dei lavoratori. Si tratta di un’occasione per porsi delle domande su come le aziende dovranno gestire eventuali future crisi simili, come ad esempio eventuali altre pandemie. La prospettiva è una maggiore lungimiranza nelle politiche aziendali, che sulla base di questi traguardi per i lavoratori aiuti a rivedere le linee guida sul rapporto tra salute pubblica e diritti del singolo.
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