L’Ue ha approvato il suo piano per far fronte all’emergenza Covid in Cina: test sui passeggeri fortemente raccomandati ma non obbligatori come auspicato dalla Germania.
Covid Cina: l’Unione europea ha approvato il suo pacchetto di misure per cercare di far fronte all’ondata di contagi che si sta registrando nel Paese asiatico, anche se la stretta auspicata dall’Italia alla fine non c’è stata.
Ad avere la meglio è stata infatti la linea portata avanti da Germania e Austria che, nonostante il parere favorevole della maggioranza degli Stati membri, sono riusciti a evitare l’introduzione di un test Covid obbligatorio per i passeggeri che partono dalla Cina.
Una sorta di beffa per l’Italia, primo Paese europeo ad adottare la misura, visto che Giorgia Meloni ha spiegato come senza una unità di intenti totale le misure adottate dai singoli Stati rischiano di rivelarsi inefficaci.
Del resto la maggior parte dei passeggeri in partenza dalla Cina arriva a destinazione facendo prima scalo in un altro aeroporto: senza l’obbligo ma solo con la raccomandazione, non avremo così la certezza che le persone atterrate in Italia abbiano fatto prima un test Covid.
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Covid Cina: le misure decise dall’Ue
Nel corso della sua ultima riunione l’Ipcr, i dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi dell’Unione europea, ha approvato un pacchetto di misure per cercare di far fronte all’emergenza Covid in Cina.
Queste sono le raccomandazioni decise dall’Ipcr:
- a tutti i passeggeri dei voli da e per la Cina di indossare le mascherine anti-Covid 19 (il modello FFP2 è l’unico che offre un adeguato livello di protezione);
- ai governi dell’Ue di introdurre test casuali sui passeggeri in arrivo dalla Cina e di testare e sequenziare le acque reflue negli aeroporti con voli internazionali e aerei in arrivo dalla Cina.
Raccomandazione ma non obblighi, con gli Stati dell’UE che sono stati “fortemente incoraggiati a introdurre (per tutti i passeggeri in partenza dalla Cina) il requisito di un test Covid-19 negativo effettuato non oltre le 48 ore prima”.
Vittoria della Germania?
La situazione Covid in Cina è fonte di grande preoccupazione in Occidente; nonostante i dati diffusi da Pechino parlino di soli 13 morti in tutto dicembre, la situazione potrebbe essere ben peggiore: decine di migliaia di decessi e milioni di positivi, tanto che a Shanghai si parla di un 70% della popolazione (18 milioni di persone) che di recente è stato contagiato.
Il governo cinese ha sempre fortemente criticato le misure restrittive decise dai vari Paesi, con anche l’Oms che ha definito “comprensibili” le misure decise dall’Ue che parlano di raccomandazione e non di obbligo dei test Covid.
A Bruxelles così sono state accolte le preoccupazioni di Germania e Austria per i possibili contraccolpi economici derivanti da un test obbligatorio per i passeggeri in arrivo dalla Cina, specie in considerazione che dall’8 gennaio Pechino riaprirà le proprie frontiere non imponendo più ai viaggiatori in arrivo l’obbligo di quarantena ma limitandosi solo alla richiesta di un tampone negativo.
Nel frattempo è sempre alta l’attenzione in Occidente per possibili nuove varianti Covid: finora in Europa non sono state scovate delle sottovarianti sconosciute, ma la circolazione incontrollata del virus in Cina potrebbe portare a nuove mutazioni.
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