Covid, raddoppia in una regione l’incidenza dei contagi: ecco la zona a rischio chiusure

Emiliana Costa

30/10/2021

Torna l’allarme contagi da Covid-19. In una settimana, una regione italiana ha raddoppiato il valore dell’incidenza. Ecco la zona a rischio.

Covid, raddoppia in una regione l’incidenza dei contagi: ecco la zona a rischio chiusure

Allarme in tre zone italiane per l’aumento dei contagi da Covid-19. Una regione in particolare ha raddoppiato in sette giorni il valore dell’incidenza, destando particolare preoccupazione. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di sanità (Iss). I dati, riferiti alla settimana del 22-28 ottobre, sono contenuti nella tabella di accompagno al monitoraggio settimane sugli indicatori decisionali (incidenza e occupazione ospedali). Ma quali sono le zone con l’incidenza a rischio e quale regione in particolare ha raddoppiato il suo valore? Entriamo nel dettaglio.

Covid, ecco le regioni con le incidenze più alte e più basse

Secondo i dati del monitoraggio settimanale dell’Iss, l’aumento dell’incidenza riguarda la provincia autonoma di Bolzano con un valore di 101,7 (contro l’85,6 della settimana prima), seguita dal Friuli Venezia Giulia a 96,5 (con un valore quasi doppio rispetto alla settimana precedente) e il Veneto a 61,4 (contro il 48,3). Dunque, Bolzano, Friuli Venezia Giulia (con un valore raddoppiato) e Veneto sono le tre zone con il valore maggiore dell’incidenza dei casi di Covid ogni 100 mila abitanti. Il valore nazionale è di 46. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere però che al momento nessuna regione è a rischio zona gialla. Con ulteriori restrizioni.

Fra le regioni con l’incidenza più alta seguono la Campania a 56,9 (36 nella settimana precedente), Lazio 56,1 (contro il 38,4) e Trento a 55,4 (contro 38).

Tre le regioni, invece, con i valori meno preoccupanti. Il valore più basso è quello della Sardegna con 11,2 (da 7,9), poi il Molise 20,6 (che però segna un valore quasi raddoppiato rispetto a 11,5 della settimana prima) e la Basilicata 21,4 (contro 18,4).

Covid, i contagi in Italia tornano a salire: i dati

Secondo i dati emersi dal monitoraggio settimanale dell’Iss, l’indice di contagio Rt è salito a 0,96 mentre l’incidenza è di 46 casi ogni 100mila abitanti. L’Istituto superiore della Sanità teme un ulteriore aggravarsi della situazione con l’Rt che potrebbe sfiorare l’1,14.

Di fronte a questi numeri, l’Iss lancia l’allarme di una possibile recrudescenza dell’epidemia. In ogni caso, il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere che per ora nessuna regione rischia la zona gialla. Ma è necessario accelerare sulla campagna vaccinale.

Come prosegue la campagna vaccinale in Italia

Intanto prosegue la campagna vaccinale in Italia. Al momento l’86 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. E il governo punta adesso al 90 per cento per poter allentare le restrizioni.

Prosegue anche la campagna per la terza dose, al momento disponibile per fragili e over 65. Ieri il via libera del ministero della Salute al richiamo del vaccino anti-Covid con Spikevax di Moderna, dopo il parere della Commissione tecnico scientifica (Cts) e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Il via libera è contenuto in una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute Giovanni Rezza, nella quale si legge che «è possibile utilizzare anche il vaccino (Moderna) come richiamo di un ciclo vaccinale primario». E si precisa che «la dose ’booster’ del vaccino Spikevax è di 50 mcg in 0,25 ml, corrispondente a metà dose rispetto a quella utilizzata per il ciclo primario».

Alto Adige a rischio, la proposta di lockdown per i vaccinati

In seguito all’aumento dei contagi, l’Alto Adige potrebbe seguire l’esempio austriaco puntando a un lockdown per le persone non vaccinate contro il Covid. In Austria l’idea è quella di introdurre questa restrizione solo nel caso in cui si sorpassi il 30 per cento di occupazione delle terapie intensive. Percentuale che l’Alto Adige potrebbe scegliere di modificare. L’assessore alla Sanità della provincia di Bolzano, Thomas Widmann, commentando la scelta dell’Austria, ha affermato: «Si potrebbe pensare a un’operazione del genere anche da noi».

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