Perché l’oro sta diventando così importante nella crisi in Venezuela, Paese tradizionalmente condizionato dal petrolio
Il Venezuela siede su alcune delle riserve di petrolio più vaste al mondo, eppure, secondo diversi analisti, sarà l’oro la materia prima da tenere sotto osservazione.
Il metallo prezioso potrebbe giocare un ruolo di rilievo nella crisi di Caracas, una crisi che è nata come economica e si è aggravata poi con l’autoproclamazione del presidente Guaidò.
Ad analizzare l’importanza dell’oro nella delicata situazione del Venezuela sono stati gli analisti di IHS Markit, che hanno evidenziato i 3 modi in cui Maduro potrebbe trarre vantaggio dal metallo prezioso.
Crisi Venezuela: l’importanza dell’oro
Secondo Diego Moya-Ocampos, principale analista politico dell’America Latina e membro di IHS Markit, l’oro sta assumendo un’importanza assoluta per l’amministrazione di Nicolas Maduro, e questo per diversi ordini di motivi.
Innanzitutto il Governo di Caracas potrebbe scegliere di utilizzare il metallo prezioso come “nuovo denaro” da spendere per la propria sopravvivenza.
Tra le altre cose il bene rifugio potrebbe aiutare Maduro a garantirsi sia sicurezza che protezione militare. Una grande disponibilità di oro, infine, permetterebbe al presidente contestato da Guaidò di fuggire per un po’ e di preparare un ritorno in grande stile.
La banca centrale ha sempre meno oro
Tradizionalmente, quando un Paese naviga in cattive acque tende a vendere le proprie riserve auree per ottenere liquidità e per fronteggiare le difficoltà economiche.
È esattamente ciò che è accaduto a Caracas nel momento in cui Maduro ha dato vita ad un vero e proprio sell off, stimolato dal crollo della produzione di petrolio, dall’iperinflazione e dalle sanzioni USA.
All’inizio del 2018 la banca centrale del Venezuela deteneva 150 tonnellate di oro. Un dato che a novembre è scivolato su quota 135 tonnellate, sui minimi di 75 anni.
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