Un crollo delle banche è ancora possibile secondo uno dei massimi esperti in materia

Alessandro Nuzzo

27/06/2023

Le parole di Agustìn Carstens, general manager di Bri, riaccendono l’allarme sulla tenuta dell’economia mondiale.

Un crollo delle banche è ancora possibile secondo uno dei massimi esperti in materia

Il fallimento della Silicon Valley Bank lo scorso marzo ha rilanciato l’economia mondiale nel panico. Il timore di un effetto domino come quello accaduto nel 2008 è stato alto. Oggi di quella crisi di marzo ormai non se ne parla più e si crede sia acqua passata, ma in realtà non è così.

A rilanciare l’allarme sulla tenuta dell’economia e del sistema bancario mondiale ci ha pensato la Banca dei regolamenti internazionali nel suo rapporto annuale. La Bri ha sede in Svizzera, a Basilea, ed ha come scopo il promuovere la cooperazione tra la banche centrali oltre ad avere una funzione di «banca delle banche centrali».

Nel presentare il rapporto annuale, il general manager Agustìn Carstens ha detto che la crisi non è finita, anzi, ci troviamo in un momento critico e pericoloso. Ancora oggi c’è un mix di inflazione e debito pubblico e privato alto che il sistema non può sostenere ancora a lungo.

Le vulnerabilità finanziarie sono ancora molto diffuse. Oltre all’inflazione ancora alta, ci troviamo di fronte a livelli di indebitamento pubblico/privato alti, asset in crescita rapida, attività come quelle immobiliari elevate.

Per Carstens è necessario controllare l’inflazione riportandola a livelli di guardia. Se i prezzi dovessero restare alti più del previsto, le banche affronterebbero perdite su crediti simili a livelli vissuti nel 2008 quando ci fu una grave crisi globale che portò al fallimento di Lehman Brothers. E quanto più a lungo l’inflazione resterà alta più lunghe saranno le politiche di inasprimento richieste con conseguente maggiore pericolo per la stabilità.

Le banche si stanno muovendo correttamente adottando dallo scorso anno politiche restrittive con l’aumento dei tassi per cercare di abbassare l’inflazione. Questa stretta monetaria sta comportando delle conseguenze. Il rischio è che i tassi devono restare alti ancora a lungo. Insomma nel lungo periodo le banche potrebbero tornare in sofferenze alla luce delle politiche restrittive anti inflazione.

Lagarde annuncia un nuovo aumento dei tassi a luglio

Che l’inflazione è ancora a livelli alti lo sa bene anche la Bce e la sua presidente Christine Lagarde che ha annunciato un nuovo aumento dei tassi a luglio. «Il nostro lavoro non è ancora finito. Escludendo un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione, continueremo ad alzare i tassi a luglio» - ha affermato parlando dal forum Bce a Sintra in Portogallo.

Per Lagarde l’inflazione nell’area Euro è ancora alta e vi rimarrà ancora a lungo. La buona notizia è che con gli shock monetari adottati sta scendendo ma non è ancora chiaro quanto tempo ci vorrà prima di tornare a livelli di guardia attorno al 2%. Oggi siamo circa al 7%.

Annunciato il nuovo rialzo di luglio, non è da escludere, anzi è molto probabile, che ce ne saranno altri nei mesi a venire. Fino a quando non si sa: «È improbabile che nel prossimo futuro la banca centrale sia in grado di dichiarare con assoluta certezza che il livello massimo dei tassi sia stato raggiunto» - ha detto Lagarde annunciando che le decisioni verranno prese di volta in volta analizzando i dati.

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