In che modo funzionano le imposte quando si parla di Kickstarter e come bisogna pagare le tasse in questi casi?
Kickstarter è sicuramente una delle più famose piattaforme di crowdfunding disponibili online, con progetti di ogni genere: dai fumetti, ai film, dai podcast, ai giochi da tavolo, chiunque può pubblicare la sua idea sperando di trovare degli investitori interessati.
Nel momento in cui un progetto di Kickstarter raggiunge una fama sufficiente e l’importo minimo richiesto per la produzione, ci si trova di fronte a un altro tipo di problema: come funziona la tassazione degli importi guadagnati attraverso Kickstarter e il crowdfunding in generale? È necessario avere una partita Iva? I fondi raccolti in questo modo sono introiti tassabili in Italia?
Si tratta di domande a cui bisognerebbe trovare risposta prima di provare a dar vita a un progetto, e per cui si dovrà richiedere il supporto anche di un consulente fiscale. Di seguito però ecco una breve guida con le basi da conoscere per avere le idee più chiare al riguardo.
Crowdfunding: imposte fiscale e partita iva, ecco come funziona Kickstarter
Cos’è il crowdfunding
Il crowdfunding è uno strumento finanziario che permette di raccogliere fondi online per i propri progetti: dalle start up, ai libri. Attraverso il crowdfunding, generalmente, non si cercano grandi investimenti da poche persone, ma tanti investitori di piccole somme.
Con un sistema di premi e pitch, l’ideatore del progetto si rivolge direttamente al pubblico di interessati, che vanno a finanziare l’idea. Questa metodologia viene utilizzata per dar vita ai progetti più disparati e permette più o meno a chiunque di cercare interessati. Tra le diverse piattaforme esistenti online, la più famosa è sicuramente Kickstarter, utilizzata per progetti di crowdfunding di ogni genere, spesso gestiti da creators.
Kickstarter permette di impostare un goal, raccogliere fondi, e trovare finanziatori. Come ogni altra piattaforma, nel momento in cui il progetto non arrivasse alla cifra prefissata necessaria per la realizzazione, i soldi raccolti verranno redistribuiti tra tutti coloro che li avevano donati.
Regole dei progetti
Come per molte altre piattaforme anche Kickstarter ha diverse regole riguardanti i progetti. In particolare, non è previsto che gli ideatori siano in possesso di partita Iva prima di iniziare il progetto in questione, ma è necessario che rispettino altri parametri:
- i progetti su Kickstarter non possono essere raccolte di fondi di beneficenza. Questo significa che le società senza scopo di lucro possono creare un progetto, ma non hanno il permesso di promettere di donare i fondi a terzi;
- non si possono promettere incentivi finanziari, come opportunità di investimenti.
Reward based e donation based: differenze Iva
Quando si crea un progetto e questo viene finanziato, gli interessati possono scegliere di fornire fondi in due modalità differenti su Kickstarter. Questo significa anche si gestirà l’Iva in due modi diversi.
- reward based: in questa modalità, la più classica, una persona interessata sceglie una delle diverse opzioni disponibili sulla pagina del progetto, di fatto prenotando in anticipo dei premi in cambio di denaro. In questo caso l’Iva va pagata solo nel momento in cui il progetto viene completamente finanziato. Se questo non dovesse accadere infatti, i soldi verrebbero restituiti all’interessato;
- donation based: con questa seconda modalità gli investitori finanziano il progetto senza ricevere nulla in cambio. In questo caso i fondi non sono soggetti a Iva, poiché si tratta a tutti gli effetti di donazioni, dalle quali non si riceve nulla in cambio. In questa situazione vengono anche inclusi i soldi donati in cambio di ringraziamenti simbolici.
Serve la partita Iva: la risposta dell’Agenzia delle Entrate
Tutti possono creare progetti online per Kickstarter: cooperative, aziende, case editrici, o persone fisiche.
Nel momento in cui una persona fisica priva di partita Iva, decide di avviare un progetto, non è tenuta ad aprire nulla, come anche stato specificato nella risposta all’interpello numero 137 datata 27 dicembre 2018.
Nello specifico, in questo documento, vengono esposte e analizzate le seguenti situazioni:
- nel caso in cui il progetto non ricevesse i fondi richiesti, allora si è tributariamente irrilevanti, poiché le offerte tornano in mano ai finanziatori;
- nel caso in cui venisse raggiunta la soglia richiesta e si intraprendesse l’iniziativa, si dovrà aprire la partita Iva, in quanto fiscalmente rilevanti. A seconda dei casi, i guadagni potranno essere considerati reddito d’impresa o reddito di lavoro autonomo;
- se il progetto viene completamente finanziato e l’ideatore ha promesso dei premi agli interessati (come capita normalmente su Kickstarter), si ha una cessione vera e propria, che diventa così rilevante sia ai fini dell’Iva che delle imposte sui redditi.
Quando aprire la partita Iva per Kickstarter
Essendo Kickstarter una piattaforma di crowdfunding che utilizza la modalità “tutto o niente”, seguendo anche le precisazioni date dall’Agenzia delle Entrate, una persona fisica deve aprire la partita Iva nel momento in cui il progetto viene completamente finanziato. In caso contrario, invece, non sarà necessario, proprio perché i soldi saranno riconsegnati agli investitori.
È possibile, in alcune situazioni, scegliere di appoggiarsi a terzi, come case editrici, cooperative, o produzioni, per evitare di dover aprire una partita Iva appositamente per un progetto.
È facile chiedersi in questo caso se si possa ricadere nella possibilità di utilizzare il modello del lavoro occasionale. La risposta semplice è “no”, perché l’organizzazione di una campagna e la sua gestione sono dei lavori che proseguono nel tempo e, nel momento in cui questa viene completamente finanziata, è necessario proseguirli.
Potrebbero esserci particolari situazioni in cui può scegliere questa opzione, ma si tratta di eccezioni, e non della norma. Prima di scegliere questa opzione è sempre consigliabile affidarsi all’opinione di un consulente fiscale esperto in materia.
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