In passato le aziende statunitensi erano ben felici di sopportare le difficoltà nel fare affari in Cina. Oggi il vento sta cambiando anche per i colossi a stelle e strisce.
C’era una volta la Cina, Eden dorato per le grandi aziende occidentali nel quale investire, delocalizzare, aprire nuovi stabilimenti per conquistare, passo dopo passo, l’immenso mercato locale formato da centinaia e centinaia di milioni di potenziali consumatori.
Oggi, sia per le crescenti tensioni internazionali sia per l’ascesa di player autoctoni, è sempre più complicato farsi strada all’ombra della Città Proibita. E questo vale nche per colossi del calibro di Starbucks, Apple, McDonald’s e simili.
A proposito dei big a stelle e strisce, se durante il primo mandato di Donald Trump le principali aziende statunitensi sostenevano che una guerra commerciale tra il loro Paese e la Cina sarebbe stata negativa, tanto per gli affari quanto per gli americani, oggi il vento sembrerebbe esser cambiato. Con Trump in procinto di tornare alla Casa Bianca, ha scritto il Wall Street Journal in un lungo approfondimento, queste stesse società hanno smesso di considerare la Repubblica Popolare Cinese come una terra delle opportunità infinite. [...]
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