Il report di Bankitalia segnala un peggioramento dei giudizi sulla situazione economica dell’Italia. Occhio ad aspettative su inflazione e crescita.
Nel quarto trimestre del 2024 i giudizi sulla situazione economica generale dell’Italia hanno sofferto un ulteriore peggioramento. È quanto emerge dal rapporto “Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita” reso noto oggi da Bankitalia.
Detto questo, alcuni miglioramenti sono stati messi in evidenza da un altro rapporto firmato dall’ISTAT.
Bankitalia: aumenta percetuale imprese con valutazioni negative
Nell’analisi di Bankitalia si legge che “la percentuale delle imprese che hanno espresso valutazioni negative è salita al 30 per cento, da 21 nell’indagine precedente, a fronte della sostanziale stabilità della quota di chi ha ravvisato un miglioramento (5 per cento da 6)”.
Palazzo Koch ha aggiunto che “il deterioramento dei giudizi è stato diffuso a tutti i settori”.
Inoltre, le condizioni per investire rimangono secondo le imprese interpellate da Bankitalia sfavorevoli. Per la precisione, nel rapporto si legge che “il saldo tra i giudizi favorevoli e quelli sfavorevoli sulle condizioni per investire continua a essere negativo in tutti i settori (-11 punti percentuali per il complesso delle imprese da -8 nel terzo trimestre”.
Via Nazionale ha evidenziato inoltre che nell’industria il saldo è particolarmente negativo e ha registrato un sensibile deterioramento rispetto alla scorsa rilevazione (-19 punti da -12), a fronte della sostanziale stabilità di quello nei servizi e nelle costruzioni (-5 punti da, rispettivamente, -4 e -3).
Ancora, in generale “ le condizioni di accesso al credito sono rimaste invariate rispetto al trimestre precedente secondo l’85 per cento delle imprese; una quota simile di aziende ritiene che tali condizioni non cambieranno anche nel trimestre successivo. Non emergono difficoltà nei prossimi tre mesi sulla posizione complessiva di liquidità, che viene valutata più che sufficiente da quasi un quarto delle imprese, adeguata dal 68 per cento e insufficiente dall’8 per cento (valori pressochè in linea con quelli della scorsa rilevazione)”.
Per quanto riguarda l’inflazione, Bankitalia ha annunciato che “ nei prossimi sei mesi le aspettative di inflazione si attestano in media all’1,4 per cento , quelle a uno e due anni all’1,5: nell’indagine precedente si collocavano all’1,7 su tutti gli orizzonti. Le aspettative si confermano omogenee, fra imprese di comparti e
dimensioni diverse e nelle differenti aree del Paese”, si legge nel report relativo all’indagine.
Praticamente, dall’indagine di Bankitalia è emerso che “le aspettative di inflazione sono diminuite su tutti i fronti”.
Occhio al dato sulla produzione industriale
Il rapporto di Bankitalia segue la pubblicazione del dato relativo alla produzione industriale, da cui è emerso un calo pari a ben -1,5% su base annua, a fronte di un aumento su base mensile pari a +0,3%.
In media, nel trimestre settembre-novembre 2024, il livello della produzione è calato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
Non buone notizie per il governo Meloni, che dal canto suo ha già dovuto incassare le nuove previsioni arrivate dalla BCE sul PNRR, anche sul debito. Detto questo, sempre dalla BCE il governo Meloni ha ricevuto un importante riconoscimento, per la traiettoria dello spread BTP-Bund a 10 anni, e in sostanza per il trend dei titoli di Stato Italiani.
Quel rapporto della BCE sul PNRR
Sebbene nel bollettino economico l’Eurotower abbia parlato di un impatto rilevante dei fondi UE sul debito-PIL di Spagna e Italia, la stessa è stata costretta ad annunciare una “significativa revisione al ribasso rispetto alle stime iniziali”.
Il beneficio dell’utilizzo dei fondi PNRR sul debito-PIL sarebbe infatti per l’Italia e la Spagna pari a 7-8 punti di debito/Pil al 2031, contro 12-14 punti inizialmente stimati.
Per tutta l’Europa, la BCE ha spiegato la sua revisione sull’impatto PNRR sul debito-PIL parlando di “ritardi nell’implementazione”, che “hanno condotto a una significativa revisione al ribasso del PIL potenziale, con conseguenze sulle proiezioni del debito a lungo termine”.
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La nota dell’ISTAT lascia sperare il governo Meloni
Detto questo, l’ISTAT oggi ha annunciato che i recenti dati congiuntuali hanno messo in evidenza almeno in questi ultimi due mesi alcuni segnali positivi per l’economia dell’Italia. Il riferimento è stato proprio all’indice della produzione industriale, che a novembre è salito per il secondo mese consecutivo (+0,3% rispetto a ottobre).
Nella Nota sull’andamento dell’economia italiana, l’ISTAT ha sottolineato che la crescita in Italia ha interessato tutti i principali settori industriali, eccetto i beni strumentali (-0,6%).
Ancora l’ISTAT:
- Nei primi dieci mesi del 2024 le esportazioni in valore sono in lieve calo a seguito di una riduzione dei volumi esportati più ampia dell’aumento dei valori medi unitari. Nello stesso periodo è in forte miglioramento il saldo commerciale (oltre 45 miliardi di euro).
- A novembre, rispetto a ottobre, diminuiscono gli occupati e i disoccupati e cresce il numero di inattivi. Il tasso di disoccupazione dell’Italia (5,7%) risulta inferiore a quello dell’area euro (6,3%).
- Il calo dell’occupazione è la sintesi di effetti eterogenei: si riducono gli uomini, i dipendenti a termine e i 15-34enni mentre crescono le donne, i dipendenti permanenti e chi ha almeno 35 anni di età. Rispetto al trimestre precedente si registra un incremento di occupati dello 0,2% (+49mila unità).
- L’inflazione in Italia rimane inferiore alla media dell’area euro. A dicembre l’indice armonizzato (IPCA) è cresciuto su base annua dell’1,4%. In netto calo il tasso medio annuo (+1,0%) rispetto al 2023 (+5,7%).
- Nel terzo trimestre del 2024 prosegue, seppur a ritmi più moderati, la ripresa del potere d’acquisto delle famiglie (+0,4%, rispetto al +1,1% del secondo trimestre). Più dinamica la crescita congiunturale dei consumi finali, sostenuti anche da una riduzione della propensione al risparmio.
Occhio però al dato da tenere d’occhio. L’Istituto Nazionale di Statistica ha messo in evidenza che a dicembre la fiducia dei consumatori è peggiorata a dicembre per il terzo mese di seguito mentre, dopo due cali consecutivi, è tornata a crescere quella delle imprese, trainata dal comparto dei servizi di mercato.
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