Gli Stati Uniti impongono nuove sanzioni all’Iran negli ultimi giorni di presidenza Trump
È di ieri sera la notizia dell’imminente arrivo di nuove sanzioni ai danni dell’Iran da parte degli Stati Uniti.
Più nello specifico, oltre che a Teheran l’esecutivo USA ha imposto sanzioni a Cina ed Emirati Arabi Uniti, colpevoli di aver intrattenuto rapporti commerciali con le compagnie di navigazione della Repubblica islamica dell’Iran e tre organizzazioni iraniane.
Sono solo le ultime di una lunga serie di misure volte ad aumentare la pressione su Teheran nel corso della fase finale dell’amministrazione Trump, che si concluderà mercoledì 20 gennaio.
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha comunicato che da Washington sono state ufficializzate le sanzioni per sette società, tra cui Jiangyin Mascot Special Steel, con sede in Cina, e Accenture Building Materials, con sede negli Emirati Arabi Uniti.
Ha poi aggiunto che l’Iran’s Marine Industries Organization, l’Aerospace Industries Organization and l’Iran Aviation Industries Organization sono state inserite nella lista nera che comprende enti e organizzazioni attive in sviluppo e proliferazione di armi.
Dagli USA nuove sanzioni all’Iran
Venerdì il segretario di Stato Mike Pompeo ha annunciato l’aumento della portata delle sanzioni relative al trasporto di metalli contro l’Iran.
Il tutto è parte di una mossa a lungo sponsorizzata sia da Pompeo che dal segretario al Tesoro Steven Mnuchin, che hanno annunciato l’avvio di nuove sanzioni sulle esportazioni contro Teheran in importanti settori economici come manifatturiero, tessile e minerario, con acciaio e alluminio a rappresentare le risorse maggiormente colpite.
Nella sostanza, chi trasferisce consapevolmente 15 materiali che, secondo il Dipartimento di Stato, sono utilizzati in programmi nucleari, militari o balistici dell’Iran, sarà soggetto a sanzioni più dure.
Questa e simili mosse rientrano nell’enorme sforzo messo in campo durante tutta l’amministrazione Trump, che ha cercato di costringere Teheran a riprendere i colloqui sui programmi nucleari, sui missili balistici e sulle sue attività in Medio Oriente.
Solo nel 2018 il tycoon ha lasciato l’accordo sul nucleare che Teheran ha siglato con le potenze mondiali nel 2015.
Il nuovo presidente democratico Joe Biden, pronto a prendere ufficialmente il suo incarico dal prossimo 20 gennaio, ha già annunciato che rientrerà nel patto sul nucleare del 2015 se l’Iran accetterà di rispettarlo.
Intanto in Iran l’economia interna continua a vacillare, in grossa parte anche sulla scia delle sanzioni: la povertà colpisce sempre di più la popolazione e la pandemia ha aumentato ancor di più tensioni e difficoltà in tutto il Paese.
Con un tasso di letalità legato al Covid al 4,7%, l’Iran - con quasi 60mila morti - è il secondo paese con l’indice più alto al mondo, secondo solo al Messico, che conta 135.700 e una percentuale del 9%.
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