Il piano, sponsorizzato dall’India e definito da alcuni commentatori come una sorta di alter ego della Belt and Road Initiative della Cina, fatica a decollare.
Il viaggio del primo ministro indiano Narendra Modi negli Stati Uniti, quello della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, in India e il meeting tra il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed, e la premier italiana, Giorgia Meloni.
Questi sono soltanto alcuni degli indizi che spiegano come, in silenzio e da dietro le quinte, le diplomazie stiano lavorando alla realizzazione del Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC), un progetto infrastrutturale per collegare l’Asia meridionale, il Medio Oriente e l’Europa - e dunque unire un pil combinato di 47 trilioni di dollari - in un network commerciale super connesso.
Il piano, sponsorizzato da Modi e definito da alcuni commentatori come una sorta di alter ego della Belt and Road Initiative della Cina, ha tuttavia faticato a decollare da quando è stato presentato durante il vertice del G-20 di Delhi nel settembre 2023. I motivi principali sono da ricercare nell’esplosione delle tensioni in Medio Oriente, nell’acuirsi del conflitto israelo-palestinese, nello scambio di missili tra Tel Aviv e l’Iran, e nei tumulti siriani. Adesso, dopo mesi difficili, sembra che i partecipanti dell’IMEC stiano iniziando a mettere insieme i pezzi del complesso puzzle. [...]
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