La dash cam può essere utile per difendersi da accuse false o mostrare colpe altrui in caso di sinistri.
La dash cam, abbreviazione di “dashboard cameras” (telecamera da cruscotto), è una telecamera apposita per i veicoli, installata con lo scopo di registrare continuamente la strada. Di norma questo sistema di videoregistrazione viene impiegato per tutelarsi in caso di incidenti stradali e altri illeciti, al fine ad esempio di rintracciare pirati della strada e autori di atti vandalici ai danni della propria auto o moto. In molte occasioni i filmati della dash cam appaiono anche come uno strumento utile per discolparsi da accuse false, ma non bisogna negare che alcuni impiegano questo dispositivo per fini meno nobili.
Escludendo quindi il caso specifico in cui la dash cam viene installata appositamente per fini illeciti e dunque le relative videoregistrazioni vengono impiegate per commettere reati (stalking, estorsione e molestie tra i tanti), la dash cam può essere impiegata in maniera del tutto lecita. I filmati possono infatti fornire prove decisive in giudizio, a patto di avere valore legale. Vediamo quindi quali sono le corrette indicazioni da seguire in merito, tenendo conto anche dei chiarimenti forniti dal Garante della privacy sul trattamento dei dati personali.
Quando è legale la dash cam?
La dash cam non è uno strumento così nuovo e anzi al giorno d’oggi sono moltissimi i conducenti che ne fanno uso per preservare i propri diritti e tutelare i veicoli dai danni. Cominciamo chiarendo che questo strumento non è in alcun modo vietato dalla normativa. Di fatto, l’impiego di questo tipo di telecamere può rivelarsi estremamente efficace nella prevenzione degli incidenti e incentivare così la sicurezza stradale, anche se i fattori da tenere in considerazione sono molteplici. In ogni caso il Codice della strada, nemmeno con la recente riforma, regolamenta in modo specifico la questione e per il momento c’è un vero e proprio vuoto normativo in tal proposito. Ciò però non significa che sia impossibile installare e utilizzare la dash cam legalmente, esistendo comunque diverse norme cui fare riferimento per la materia.
Iniziando proprio dal Codice della strada, bisogna tenere conto dell’obbligo perentorio di avere piena mobilità e visibilità alla guida, nonché del divieto circa l’utilizzo di smartphone e altri apparecchi analoghi. Da questo punto di vista la telecamera posizionata sul cruscotto non dovrebbe porre alcun problema, per come normalmente concepita e impiegata, ma è bene ricordare che il suo impiego deve rientrare in questi limiti. In secondo luogo, c’è tutto il complesso di norme sulla privacy e sulla riservatezza, che comunque non vietano né l’installazione né l’impiego dei filmati. È tuttavia essenziale agire nel limite delle finalità lecite, ovvero la tutela dei propri interessi personali.
In altre parole, il trattamento dei dati e la loro conservazione deve avvenire per fini leciti. Dunque via libera alla telecamera per provare la propria responsabilità in caso di sinistri stradali o difendersi dal danneggiamento del proprio veicolo, mentre l’utilizzo sarà vietato per finalità illegittime come i reati sopra citati. Non è tutto, l’ampiezza della registrazione deve limitarsi a quanto strettamente necessario ai propri interessi, senza cioè approfittare della telecamera per riprendere porzioni della strada non rilevanti.
Allo stesso modo, è necessario conservare con cura i filmati, evitando per esempio che vi accedano terze persone, e soltanto per il tempo strettamente necessario all’autotutela. Non è però necessario esporre alcun avviso, come chiarito dal Garante della privacy, in quanto la registrazione avviene esclusivamente per fini privati. La divulgazione delle riprese è quindi vietata, a meno che ci sia un interesse pubblico prevalente oppure con oscuramento dei dati sensibili (in alternativa al meno pratico consenso di tutti gli interessati).
Che valore ha la dash cam?
Contrariamente a quanto molti pensano, le videoriprese effettuate dalla dash cam posizionata sul veicolo hanno pieno valore legale in giudizio. Possono quindi essere utilizzate tanto per difendersi quanto per sostenere la colpevolezza altrui. Principalmente si fa riferimento agli incidenti stradali e ad altri illeciti riguardanti il veicolo, ma non è comunque escluso l’utilizzo probatorio in riferimento ad altri reati inavvertitamente ripresi dalla telecamera da cruscotto.
Trattandosi di quella che viene chiamata prova atipica, tuttavia, perde di valore se espressamente contestata dalla controparte. Assicurarsi di conservare il filmato in originale, senza effettuare modifiche e tagli, abbinando magari la scatola nera è senza dubbio un’ottima precauzione per riuscire a utilizzare la ripresa in giudizio.
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