Pessima chiusura di venerdì 30 settembre e pessime le previsioni per il futuro degli indici europei, ma non è esclusa la possibilità di un rialzo.
Quella di venerdì 30 settembre è stata una chiusura pessima per gli indici europei. I mercati hanno chiuso il mese di settembre probabilmente nel peggiore dei modi, affondando sui minimi alla fine dell’ultima seduta. In questo panorama assolutamente non favorevole per un possibile rialzo, analizziamo la dinamica dei prezzi dell’indice tedesco e di quello italiano, che presentano una situazione tecnica molto delicata da approfondire sulle analisi, visto che le chiusure attuali, insieme alle dinamiche di breve periodo, non aprono a un rialzo del comparto azionario.
Il mercato potrebbe essere confuso, in quanto ci troviamo all’interno di una classica situazione dove potrebbe tranquillamente salire come scendere, pur incontrando livelli tecnici già toccati in precedenza che dovrebbero fungere da obiettivo o, visto il trend ribassista, da livelli di rimbalzo.
Il trend ribassista in atto
Il trend ribassista attuale ha avuto inizio durante le prime due settimane di settembre, dapprima creando una zona dove i prezzi hanno smorzato il rialzo di luglio e agosto, per poi accelerare al ribasso con un trend che non è stato molto diretto.
Il mercato è andato a prendersi minimi con una certa lentezza, costruendo l’attuale trend ribassista giorno per giorno, dapprima con una discesa e poi un leggero recupero speranzoso che veniva puntualmente negato da un forte movimento che spiazzava la maggior parte del mercato, speranzoso di un recupero che portasse a un vero e proprio rimbalzo di lungo periodo.
Osservando i grafici su base mensile, sia di Dax che di Ftse Mib, possiamo notare come il mercato abbia venduto i massimi di luglio e di agosto proprio nel mese di settembre, come se si fosse ulteriormente caricato al ribasso proprio in questi ultimi mesi di negoziazione. Una situazione tecnica pericolosa, considerando il contesto attuale, e soprattutto avvalorata da un quadro macroeconomico favorevole al proseguimento di un mercato ribassista, con tassi di interesse in aumento e un’economia vista in contrazione.
Unico nodo da sciogliere in futuro sarà quello relativo al trend ribassista che troviamo simultaneamente sul mercato azionario e sul mercato obbligazionario, una situazione da considerarsi accademicamente anomala, giustificata solo dal prosciugamento della liquidità su scala globale per via dell’aumento dell’inflazione.
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Cosa succede sul Dax?
Prendiamo in esame il Dax tedesco, uno degli indici più importanti a livello europeo e riferimento per l’area a livello globale. Partendo da un grafico mensile, il Dax, come detto precedentemente, ha venduto i massimi di luglio e di agosto proprio nel mese di settembre in area 13800-13500.
La rottura al ribasso dei 12100, un vero e proprio livello di supporto di lunghissimo periodo, apre le porte per quello che potrebbe essere un ulteriore allungo ribassista. Al momento le quotazioni si trovano stabili attorno a 11800, quindi ci troviamo sui minimi e risulta molto difficile capire cosa può fare il mercato da questi livelli. L’unica cosa è cercare di capire quali livelli su base mensile potrebbero essere importanti per il mercato, in questo caso quello di 12400, che coincide con i minimi di marzo e di luglio di quest’anno. Questo livello tecnico è rilevante ed è un possibile riferimento di breve per un mercato che scende con una regolarità spaventosa.
Ftse Mib, cosa aspettarsi dall’Italia?
Le elezioni italiane sono passate in secondo piano a livello globale dopo che nella stessa notte la sterlina inglese ha visto un deprezzamento che ha costretto la Bank of England a un intervento di emergenza sui titoli di Stato decennali. In pratica, il mercato non ha avuto neanche il tempo di dare effettivo risalto a questa notizia che, come abbiamo visto negli scorsi anni, diventa market mover solamente se il mercato è pronto per vedere aumenti di volatilità su livelli interessanti nel lungo periodo.
Sul Ftse Mib ci troviamo ancora all’interno dell’area verde, ossia l’area di supporti tra 21000-20400. Le quotazioni sono all’interno di questa fascia che dovrebbe rappresentare una zona di rimbalzo, ma che al momento sembra una zona che non sta facendo il suo dovere. Il mercato, almeno a livello visivo, potrebbe tranquillamente attraversare al ribasso i 20000 e non sembrerebbe strano, anzi sarebbe una conferma del trend ribassista in atto.
Come per il Dax, è difficile capire dove potrebbe andare il mercato. Bisogna limitarsi a individuare i livelli interessanti che potrebbe toccare nel mese senza storpiare l’attuale dinamica. Stiamo parlando di area 21000, ossia il limite superiore dell’area verde, unico vero livello tecnico rilevante su grafico mensile.
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Cosa aspettarsi da ottobre?
Molto presto per dirlo e ogni “previsione” può risultare tecnicamente azzardata. L’unico lavoro in questo senso è quello di individuare dei livelli tecnici dai quali potrebbe riprendere il trend e ipotizzare quali zone di prezzo il mercato potrebbe toccare nel corso del mese.
Il trend attuale rimane comunque ribassista e non abbiamo alcun segnale che lascia supporre un rimbalzo. Se dovessimo mettere in relazione i mercati tra loro, ossia obbligazionario, azionario e Forex potremmo anche cambiare visione, ma al momento rimaniamo sul tecnico e rimandiamo queste valutazioni alla prossima puntata del format “Trading Time” in onda ogni giovedì alle 18:30 sul canale Youtube di Money.it.
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