Decine di testate nucleari schierate al confine Ue, la minaccia: “Ora i missili ipersonici”

Alessandro Cipolla

11 Dicembre 2024 - 08:43

Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia, ha dichiarato di aver schierato decine di testate nucleari e che presto arriveranno i missili ipersonici russi, il tutto ai confini dell’Ue.

Decine di testate nucleari schierate al confine Ue, la minaccia: “Ora i missili ipersonici”

Minaccia nucleare concreta oppure solo un modo per evitare di fare la fine di Bashar Assad, il presidente-tiranno della Siria fuggito domenica scorsa in Russia assieme alla sua famiglia dopo che i ribelli islamisti hanno conquistato, quasi senza sparare un colpo, la capitale Damasco?

Alexander Lukashenko - presidente della Bielorussia dal 1994, per molti l’ultimo dittatore rimasto nel Vecchio Continente - giura che non è uno scherzo, con le sue parole che sono state affidate nelle scorse ore all’agenzia di stampa BelTa.

Ho schierato delle testate nucleari. Diverse decine di testate - ha dichiarato Lukashenko -. Molti dicono che è uno scherzo e che nessuno ha schierato nulla. Sì, invece, lo abbiamo fatto. E il fatto che gli oppositori dicano che è uno scherzo significa che non l’hanno capito. Hanno trascurato il modo in cui le abbiamo portate qui”.

Il riferimento è alle armi tattiche nucleari che la Russia avrebbe spostato in Bielorussia, una sorta di Stato-fantoccio alla mercé di Mosca, alcuni mesi fa dopo l’inizio della guerra in Ucraina.

Per Lukashenko il prossimo passo sarà quello di ospitare sul suolo bielorusso anche i temibilissimi missili ipersonici russi Oreshnik, il tutto praticamente a un passo dall’Unione europea.

La minaccia nucleare di Lukashenko all’Europa

La scorsa settimana Alexander Lukashenko e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno firmato un trattato che ha fornito garanzie di sicurezza alla Bielorussia, il più stretto alleato di Mosca, tra cui il possibile utilizzo di armi nucleari russe per contribuire a respingere qualsiasi aggressione.

Dopo quello che è successo in Siria, con ogni probabilità adesso il leader bielorusso vuole evitare di fare la fine di Assad e vuole tutelarsi da ogni possibile ingerenza occidentale agitando lo spauracchio nucleare.

Ho avvertito tutti i miei nemici, ’amici’ e avversari: se mettete piede al confine, la risposta sarà immediata - ha detto Lukashenko -. Ho portato qui delle testate nucleari, e non solo una dozzina di esse. Non se ne sono nemmeno accorti quando li abbiamo portati qui”.

Come fatto notare da Associated Press, l’impiego di armi nucleari tattiche in Bielorussia - che ha un confine di oltre mille chilometri con l’Ucraina e altrettanti con Polonia, Lettonia e Lituania - consentirebbe agli aerei e ai missili russi di raggiungere più facilmente e rapidamente potenziali obiettivi nel caso in cui Mosca dovesse decidere di usarli. Estenderebbe inoltre la capacità della Russia di colpire diversi alleati della Nato nell’Europa orientale e centrale.

Lukashenko inoltre ha chiesto a Putin di schierare armi più avanzate in Bielorussia, tra cui il missile balistico a raggio intermedio Oreshnik - potenzialmente armato anche con testate nucleari - che la Russia ha utilizzato per la prima volta il mese scorso contro l’Ucraina colpendo duramente la città di Odessa.

Per Vladimir Putin i missili Oreshnik potrebbero essere schierati in Bielorussia nella seconda metà del 2025 aggiungendo che rimarranno sotto il controllo russo, ma il Cremlino consentirà a Minsk di selezionare gli obiettivi.

Reale minaccia di una guerra nucleare o semplice deterrenza per cercare di tenere l’Occidente il più lontano possibile dall’Ucraina? Con ogni probabilità è più verosimile la seconda ipotesi, anche se questo dispiegamento di armi atomiche e missili potentissimi alle soglie dell’Ue non fa dormire sonni tranquilli visto il complesso momento geopolitico che stiamo vivendo.

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