Senza decreti attuativi le leggi non possono “funzionare”. Dopo l’iter parlamentare, la palla passa ai ministeri e alle agenzie pubbliche. Per il decreto Sostegni si stima che ne serviranno 20. Cos’è e come funziona un decreto attuativo.
Per capire cos’è un decreto attuativo dobbiamo immaginare l’iter legislativo diviso in due tempi:
- il primo avviene in Parlamento o in Consiglio dei ministri e porta all’emanazione di leggi o decreti legge;
- il secondo avviene negli uffici ministeriali per determinare come dare esecuzione al dettato normativo.
Si tratta di un passaggio non obbligatorio ma che si rivela necessario il più delle volte. Infatti molto spesso le leggi si limitano a stabilire i principi fondamentali di una certa materia senza entrare nei dettagli tecnici. I decreti attuativi servono proprio a questo: trasformare leggi contenenti norme generali in provvedimenti applicabili nella vita reale.
Questo richiede il coinvolgimento di numerosi uffici, ministeri, istituzioni e molta burocrazia. Ecco come funzionano e perché servono.
Cosa sono i decreti attuativi
I decreti attuativi non sono altro che implicazioni tecniche e dettagliate delle leggi approvate dal Parlamento. In pratica all’interno delle leggi, che sono fonti normative di primo grado, sono indicati i “principi fondamentali della materia” mentre spetta al decreto attuativo stabilire dettagli e tecnicismi.
Questo passaggio è fondamentale per portare a compimento il dettato normativo che, altrimenti, resterebbe lettera morta, ovvero inapplicabile.
I decreti attuativi contengono aspetti pratici, burocratici e tecnici e sono affidati ad altri soggetti istituzionali diversi da deputati e senatori, principalmente i ministeri competenti per materia.
Perché sono importanti e come funzionano
Siamo portati a pensare che l’iter legislativo si esaurisca nelle aule del Parlamento, ma non è affatto così. Per fare in modo che una norma sia applicabile, spesso servono uno o più decreti attuativi formulati da uffici competenti e complesse diramazioni burocratiche, difficili da prevedere ed elencare.
Entrano in gioco documenti di programmazione, delibere, protocolli d’intesa e altri numerosi atti finalizzati a dare attuazione alle leggi votate in Parlamento.
I soggetti coinvolti si moltiplicano in quello che - anche se pochi lo sanno - è un passaggio naturale e sempre esistito, tanto che viene comunemente detto “il secondo tempo delle leggi”.
Naturalmente più è ampio e complesso il contenuto normativo più sarà elevato il numero di decreti attuativi necessario per portarlo a compimento. Si stima che per attuare il decreto Sostegni del valore di 32 miliardi di euro serviranno circa 20 successivi decreti. Senza di essi sarebbe impossibile spiegare le modalità operative per erogare gli aiuti e i ristori rivolti alle imprese in difficoltà.
Il decreto attuativo è diverso dal decreto legge e dal decreto legislativo delegato
Il decreto attuativo non va confuso con il decreto legge o il decreto legislativo delegato: il primo è un atto successivo alla promulgazione delle leggi, gli altri due sono provvedimenti normativi del governo (alternativi al potere legislativo del Parlamento).
Il decreto legge deve essere convertito dalle Camere entro 60 giorni mentre il decreto legislativo delegato è un atto avente forza di legge adottato dal potere esecutivo per delega espressa e formale del Parlamento.
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