Il Cdm conferma i 6,2 miliardi per il nuovo decreto: vediamo gli aiuti contro i rincari di gas e luce.
Il Consiglio dei ministri si è tenuto giovedì 8 settembre, confermando le prime anticipazioni a riguardo. In totale, il governo mette sul piatto 6,2 miliardi di euro per la base del nuovo decreto, con gli aiuti per contrastare il caro energia e i rincari sul gas. Tuttavia, spiegano i ministri, l’obiettivo è superare i 10 miliardi di euro, arrivando addirittura (secondo le ipotesi più ottimiste) a quota 12/13 miliardi.
Dove trovare queste nuove coperture? Dagli extra profitti. Ci saranno correttivi alla base imponibile, e grazie al nuovo piano di controlli di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, dovrebbero essere contabilizzate almeno una parte del gettito mancante.
Il focus del nuovo provvedimento sarà contrastare il caro energia, quindi misure ad hoc per famiglie ma soprattutto per le imprese, messe in ginocchio dall’aumento dei prezzi di luce e gas. Si corre ai ripari, per evitare che con l’arrivo dell’autunno le aziende che non possono più far fronte ai costi siano costrette a chiudere.
Il Parlamento è chiamato a pronunciarsi a maggioranza assoluta su questi 6,2 miliardi, e almeno per un giorno la campagna elettorale dovrà fermarsi. Al Senato si voterà martedì 13 settembre, e alla Camera giovedì 15. A questo punto il Consiglio dei ministri potrà approvare il nuovo decreto. A convertire in legge il provvedimento sarà il nuovo governo, eletto il 25 settembre.
Proroga crediti d’imposta per le imprese energivore
La prima misura messa in campo dal nuovo provvedimento per evitare il rischio di un blocco produttivo riguarda la proroga dei crediti d’imposta per le imprese energivore e gasivore, ovvero quelle aziende che per svolgere le proprie attività necessitano di grandi quantità di energia elettrica o di gas.
I bonus dovrebbero essere prorogati fino a fine 2022. Si tratta del credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica, pari al 12% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica, e del credito d’imposta per l’acquisto di gas naturale, pari al 20% della spesa sostenuta per la materia prima, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici.
Bollette a rate per le famiglie?
La possibilità di continuare a pagare a rate le bollette troppo alte è in bilico. La misura non è a costo zero: il precedente intervento è costato un miliardo, ed è stato possibile grazie ad anticipi corrisposti dalla filiera elettrica.
Per capire se il prolungamento della rateizzazione delle utenze sia fattibile o meno bisogna capire, quindi, quante sono effettivamente le risorse disponibili.
Cassa integrazione «scontata» per altri due mesi
Gli interventi contro il caro bollette costituiscono il focus del provvedimento, ma nel decreto c’è spazio anche per una replica della cassa integrazione «scontata». La misura è stata introdotta a marzo scorso, col primo decreto Aiuti, ed è terminata il 31 maggio.
I tecnici prevedono di prorogare la Cig scontata per altri due mesi, cioè senza pagare le addizionali (per la Cig pari a 9%, 12%, 15% in base all’utilizzo del sussidio, per il Fis pari al 4% della retribuzione persa). L’ipotesi allo studio prevede di circoscrivere l’intervento ai soli settori manifatturieri più in difficoltà, cioè i 5 individuati a marzo (auto, agroindustria, ceramica, legno, siderurgia). I partiti però spingono affinché la misura riguardi non solo l’industria, ma anche i settori più colpiti di turismo e commercio.
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