Decreto Liquidità, novità fiscali insufficienti: l’allarme dei commercialisti

Rosaria Imparato

08/04/2020

Decreto Liquidità, i commercialisti bocciano il provvedimento: servivano scelte più coraggiose e procedure semplificate. La nota del 7 aprile di Miani, Presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, spiega perché le novità fiscali sono insufficienti.

Decreto Liquidità, novità fiscali insufficienti: l’allarme dei commercialisti

Decreto Liquidità, arriva l’allarme dei commercialisti: le novità fiscali del provvedimento sono insufficienti.

È questa la sintesi della nota di Massimo Miani, Presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, pubblicata il 7 aprile 2020.

Vari gli aspetti evidenziati da Miani: la sospensione dei versamenti troppo breve -di conseguenza la riscossione inizierà presto-, la normativa è stata complicata invece di cercare una semplificazione delle procedure.

I commercialisti, insomma, bocciano il decreto Liquidità, e ripongono le proprie speranze nel decreto di aprile: vediamo perché.

Decreto Liquidità, novità fiscali insufficienti: l’allarme dei commercialisti

Il Presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, Massimo Miani, ha pubblicato una nota il 7 aprile 2020 in cui lancia un allarme ben preciso: le misure prese dal decreto Liquidità non sono sufficienti.

Il decreto Liquidità ha ricevuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri il 6 aprile, ma ancora non è stato ufficialmente pubblicato. Quelle che girano in queste ore sono dunque bozze del provvedimento, ed è su queste che si basa la bocciatura dei commercialisti.

Il primo problema affrontato nella suddetta nota è la brevità delle proroghe delle scadenze fiscali di aprile e maggio, rimandate quasi tutte al 30 giugno.

Per i commercialisti invece serviva un blocco generalizzato dei versamenti almeno fino al 30 settembre, comprendente

“non solo i versamenti periodici di Iva, ritenute, contributi previdenziali e premi assicurativi, ma anche quelli relativi alle dichiarazioni dei redditi e Irap che scadono il 30 giugno.”

Una sospensione simile c’è stata l’anno scorso per l’introduzione dei nuovi ISA, e quindi si sarebbe potuta ripetere anche quest’anno, dato il carattere emergenziale della situazione che sta vivendo l’Italia.

Queste proroghe brevi sono, secondo Miani, il risultato di un legislatore poco attento alle esigenze dei contribuenti e dei professionisti, che hanno fatto i “salti mortali per rispettare le scadenze originarie”: il riferimento è alla Certificazione Unica, prorogata (di nuovo) al 30 aprile, senza sanzioni.

Decreto Liquidità, novità fiscali insufficienti: procedure ancora troppo complicate

Un altro problema evidenziato dai commercialisti è l’eccessiva complicazione di norme e procedure.

Non basta, quindi, la delega e i documenti via foto per il modello 730 prevista dal decreto Liquidità.

I commercialisti fanno l’esempio dell’individuazione dei ricavi/compensi diversa per i mesi di marzo e aprile 2020, e la necessità poi di confrontarli con gli importi dello stesso periodo del 2019. Secondo Miani:

“Per i soggetti in contabilità ordinaria che determinano i ricavi in base al principio di competenza questo si traduce nella necessità di effettuare le scritture di assestamento che normalmente si effettuano una volta all’anno in sede di redazione del bilancio per quattro volte in due mesi, con buona pace della semplificazione. Il riferimento al fatturato avrebbe certamente agevolato la verifica delle condizioni previste dalla legge.”

La scarsa conoscenza del Paese reale, secondo Miani, è un altro problema:

“la soglia di tolleranza “surreale” del 20% sugli acconti calcolati con metodo previsionale anziché la drastica riduzione, se non l’eliminazione, degli acconti calcolati con il metodo storico.”

I commercialisti si aspettavano misure più coraggiose, come quelle che avevano proposto insieme ai consulenti del lavoro nella nota congiunta del 24 marzo.

Altre proposte dei commercialisti sono:

  • la possibilità di compensare i crediti 2019 relativi a imposte dirette e IRAP anche prima della presentazione della relativa dichiarazione;
  • la sospensione del blocco delle compensazioni in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 1.500 euro;
  • il blocco dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 5.000 euro;
  • la disapplicazione della proroga di due anni dei termini di riscossione e accertamento in scadenza nel 2020.

Infine, Miani conclude con l’importanza del ruolo dei commercialisti in questa fase delicata, in cui dovranno predisporre la documentazione e fare da tramite con le banche: proprio per questo auspica una semplificazione delle procedure nel decreto di aprile.

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