Detrazioni fiscali bonus casa, ecco quando si rischia di perderle

Nadia Pascale

17 Luglio 2024 - 14:03

In quali casi il contribuente rischia di perdere le detrazioni fiscali dei bonus casa? Oltre a eventuali errori nella gestione della documentazione, si rischia in caso di reddito basso.

Detrazioni fiscali bonus casa, ecco quando si rischia di perderle

Detrazioni fiscali bonus casa perse? Può succedere. Ecco in quali casi e perché è possibile perderle.

L’Irpef può essere un vero salasso, ma con le detrazioni fiscali si può ottenere un rimborso notevole dell’imposta versata.
Non tutti però possono beneficiare delle detrazioni fiscali, in particolare quelle più rilevanti dal punto di vista economico, come le detrazioni fiscali bonus casa, queste possono essere facilmente perse.

Ecco quando può esservi la perdita delle detrazioni bonus casa e come difendersi.

Detrazioni fiscali: differenza tra ordinarie e “speciali”

Nella dichiarazione dei redditi è possibile portare in detrazione diverse spese, queste determinano una drastica riduzione delle imposte da pagare.

Nella maggior parte dei casi si possono detrarre solo le spese sostenute nell’anno di imposta a cui si riferisce la dichiarazione, in questo caso si parla di detrazioni ordinarie.
Ad esempio, nella dichiarazione che si presenta nel 2024 si possono portare in detrazione le spese sostenute nel 2023, come:

In pochi casi, che possono essere considerati marginali, si ottengono detrazioni per spese sostenute anche negli anni antecedenti, detrazioni speciali, si tratta delle spese le cui detrazioni sono fruibili su più anni, come i bonus edilizi:

Quando si possono perdere le detrazioni fiscali bonus casa?

Nel secondo caso visto nel precedente paragrafo si tratta di spese sostanziose, ma quando si possono perdere le detrazioni fiscali? La risposta è molto semplice, nel caso in cui non ci sia sufficiente capienza fiscale.

Il caso limite è quello del soggetto contribuente che rientra nella No Tax Area. Può però capitare anche a chi ha un reddito tassabile, ma paga un’Irpef insufficiente a coprire le detrazioni fiscali. Questo problema è rilevante soprattutto per le spese più elevate fruibili in più anni: si parla di incapienza per detrazioni bonus fiscali.

Naturalmente l’incapienza per le detrazioni dei bonus edilizi ha creato questioni etiche in quanto sono penalizzati i più poveri che avrebbero bisogno di un aiuto economico per ristrutturare casa, in molti casi si tratta di immobili fatiscenti, ma che di fatto non possono beneficiare delle detrazioni fiscali e quindi o devono rinunciare, oppure devono in qualche modo trovare soldi sapendo di non poter recuperare le spese, a differenza di chi, invece, ha uno stipendio regolare.

Le soluzioni trovate a tale questione etica sono state, in passato, la cessione del credito e lo sconto in fattura che ora non sono più strade percorribili.

Si potrebbe pensare che per chi è incapiente i problemi si pongano anche per altre spese, in realtà solo in parte è vero, infatti, per chi ha redditi bassi vi sono tasse universitarie (università pubbliche) ridotte, si può ottenere l’esenzione dal ticket sanitario e altre agevolazioni alternative.

Qual è la ratio di questa discriminazione? Non è detto che una ratio sia presente, di fatto però molte agevolazioni fiscali non nascono con l’obiettivo di aiutare i contribuenti ad affrontare le spese, ma per dare input e crescita a determinati settori.
Ad esempio, i bonus edilizi sono guardati soprattutto come uno strumento per aiutare il settore edile messo a dura prova (vi sono ancora oggi dubbi sull’impatto sul Pil di tali incentivi). Il bonus mobili ed elettrodomestici nasce per aiutare chi opera in tale ambito.

Insomma, non tutte le detrazioni nascono per aiutare il contribuente e soprattutto per aiutare i contribuenti poveri.
Terminata la possibilità di sfruttare cessione del credito e sconto in fattura, per i nuclei familiari con reddito basso, non vi sono particolari accorgimenti.

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