Serve la partita Iva per attivare una YouTube partnership? Nella maggior parte dei casi sì in quanto considerata attività abituale. Ma ecco limiti, codice Ateco, tassazione.
Ci sono numerosi modi per guadagnare online, tra questi, uno dei più remunerativi è la YouTube partnership, ma la domanda che molti si fanno è: devo avere la partita Iva per attivare una YouTube partnership e guadagnare?
Per capire la risposta a questa domanda, che può sembrare banale, è necessario in primo luogo capire cosa è una YouTube partnership e come si viene ammessi a questo particolare programma per il quale non vi è libero accesso a tutti. Fatto ciò deve delinearsi se l’attività di youtuber può essere considerata occasionale.
Analizziamo, quindi, in quali casi è necessario avere una partita Iva per una YouTube partnership.
Cos’è YouTube partnership e requisiti
Oggi è possibile immettere contenuti in rete ed essere, in alcuni casi, monetizzati per questo servizio. YouTube è un canale video, cioè basato sulla diffusione di video, i contenuti devono essere in linea con gli standard richiesti, nei video non devono esservi:
- riferimenti sessuali, tra cui anhe parziale nudità e umorismo di stampo sessuale;
- violenza, tra cui istigazione all’uso di violenza, razzismo, omofobia;
- linguaggio inappropriato (comprese bestemmie e parolacce);
- promozione, vendita e abuso di droghe e sostanze stupefacenti;
- argomenti controversi, legati alla guerra, alla politica, ai disastri naturali e a tragedie di ogni tipo, anche se non viene mostrata alcuna immagine.
Per il resto a dominare è la fantasia, infatti, ci sono video musicali, video con lezioni nelle più disparate materie, servizi di cartomanzia e tanto altro.
Non tutti coloro che hanno un account e postano video possono rientrare in una YouTube partnership, cioè una collaborazione remunerativa, ma solo coloro che oltre a rispettare gli standard YouTube, hanno anche determinati volumi di seguito, se così possiamo chiamarli.
Possono aderire alla YouTube partnership coloro che:
- hanno raggiunto almeno 1.000 iscritti al proprio canale;
- hanno ottenuto almeno 4.000 ore di visualizzazioni pubbliche valide negli ultimi 12 mesi;
- hanno verificato la propria identità e attivato un account su Google ADS.
Come si viene pagati per una YouTube partnership?
Come si generano i guadagni su YouTube? Questa la domanda che molti si fanno, in realtà chiunque guardi dei video sa che ci sono numerosi banner pubblicitari nei video e proprio attraverso tali banner si generano i guadagni.
Nel dettaglio la monetizzazione avviene attraverso:
- banner pubblicitari;
- sponsorizzazioni di altri brand;
- abbonamenti degli utenti;
- YouTube Premium;
- Superchat;
- Super Stiker.
I guadagni che arrivano da YouTube non sono particolarmente elevati, infatti si tratta di guadagni da 0,50 a 5 dollari ogni 1.000 visualizzazioni. In poche parole è possibile guadagnare tra i 25 centesimi e 4 euro per 1000 visualizzazioni, che non sono molti se pensiamo ad alcuni canali di nicchia. L’importo dipende anche dal tempo delle visualizzazioni da interazioni e condivisioni.
Devo avere una partita iva per fare lo youtuber?
In linea di massima per l’ordinamento italiano le attività autonome non abituali non richiedono l’apertura di partita Iva, tutto cambia quando invece l’attività oltre ad essere remunerativa è anche gestita con abitualità. Ovviamente per raggiungere i canoni di accesso previsti per la Youtube partneship occorre un certo impegno che può denotare un’attività abituale. Occorre anche sottolineare che siccome i video pubblicati sul canale YouTube restano online h24 tutti i giorni è difficile non classificare l’attività come abituale.
Fatta la premessa, una volta attivata la YouTube partnership è necessario dichiarare al Fisco le entrate. Se sono irrisorie, non è facile guadagnare davvero, è possibile evitare la partita Iva. Nel caso in cui si proceda senza partita Iva, le entrate devono essere dichiarate tra i redditi diversi e saranno quindi regolarmente tassate.
Partita Iva per YouTube partnership e regime fiscale
Chi predilige la partita Iva deve scegliere i codici Ateco da utilizzare per individuare l’attività svolta. Il codice Ateco utilizzato dagli youtuber è 73.11.02 “servizi pubblicitari su web”. In alcuni casi si preferisce usare il codice Ateco 73.12.00 che individua “Attività delle concessionarie pubblicitarie”.
Chi sceglie di aprire la partita Iva può optare per il regime forfettario con accesso all’aliquota ultra-agevolata del 5% per i primi 5 anni e 15% negli altri casi. In alternativa, o meglio nel caso in cui i ricavi superino gli 85.000 euro l’anno, è possibile scegliere il regime ordinario.
Ricordiamo che il regime forfettario prevede un’imposta sostitutiva e, di conseguenza, non si versano Irpef, addizionali e non vi è obbligo di adempimenti Iva. Proprio per questo la gestione della partita Iva forfettaria risulta particolarmente semplificata.
Ricordiamo che nel forfettario non è possibile portare in deduzione le spese con il metodo analitico, ma con il metodo forfettario. Questo vuol dire che per determinare la base imponibile al totale dei ricavi generati da YouTube occorre applicare il coefficiente di redditività che per i due codici Ateco che abbiamo visto è al 78%.
Naturalmente nel momento in cui si decide di esercitare la YouTube partnership con partita Iva, sorge anche l’obbligo di pagare i contributi, occorre quindi scriversi alla Gestione Separata Inps in quanto per queste professioni non vi è una cassa e pagare i contributi in base alle entrate dichiarate. In questo caso con aliquota pari al 26,23% sul reddito imponibile e senza contributi fissi o minimali.
Cosa succede se un professionista attiva un canale YouTube relativo alla propria professione?
Un esempio può aiutare a capire il caso. Un medico specializzato in un determinato ramo, ad esempio un dermatologo, al fine di incrementare la clientela acquistando una determinata fama, oppure per incrementare le entrate può decidere di aprire un canale Youtube in cui parla della sua attività di dermatologo.
Raggiunti i requisiti per la monetizzazione, procede con la partnership e ci sono entrate. Cosa succede? Deve aggiungere un codice Ateco? Deve dichiarare le entrate in Redditi Diversi o può semplicemente usare la sua partita Iva?
La risposta giusta è proprio la terza perché si tratta di un’attività che rientra nella professione già avviata, quindi, può emettere fatture con quella partita Iva e dichiarare le entrate insieme alle altre entrate derivanti dalla professione medica.
In caso contrario, cioè se l’attività è completamente distante rispetto a quella per la quale è stata aperta la partita Iva, ad esempio attiva un canale YouTube di cucina, si deve aggiungere un codice Ateco alla propria partita Iva.
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