Qual è il termine per il pagamento del saldo 2023 e dell’acconto 2024 per l’imposta sui redditi? Confusione per contribuenti e professionisti per norme discordanti. Chi paga entro il 31 luglio?
Ancora confusione sui termini di pagamento delle imposte sui redditi per il 2024: chi deve versare le imposte entro il 31 luglio 2024? Neanche i professionisti del settore riescono a venire a capo di questo dilemma. Da cosa nasce la confusione?
Il nodo è presto sciolto: sembra esservi una incongruenza tra il decreto legislativo 13 del 2024 e le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate del 28 febbraio 2024 in merito al concordato preventivo biennale del 28 febbraio 2024. Cerchiamo quindi di capire le ragioni della confusione e chi deve versare le imposte entro il 31 luglio e chi, invece, entro il 30 giugno 2024.
Slitta l’acconto imposta sui redditi al 31 luglio 2024, ma per chi?
Il decreto legislativo 13 del 2024 contiene disposizioni in materia di accertamento tributario e concordato preventivo. Lo stesso va a riordinare i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi e per l’accettazione della proposta di concordato preventivo biennale.
A questo punto un passo indietro è necessario, infatti siamo in un momento di transizione importante.
Il decreto legislativo n. 1/2024 in materia di semplificazione degli adempimenti tributari aveva previsto un termine unico per la presentazione della dichiarazione Irap 2024, dichiarazione 730/2024 e dichiarazione redditi persone fisiche: la scadenza per tutti è al 30 settembre.
Il decreto legislativo 13 del 2024, posticipa il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi al 15 ottobre 2024. Resta la scadenza al 30 settembre 2024 per la presentazione del modello Irap 2024. Il decreto riscrive anche le scadenze per il versamento del saldo 2023 e del primo acconto 2024 che passa dal 30 giugno al 31 luglio.
Dalla scrittura della norma sembra che tale slittamento si verifichi per tutti i contribuenti partita Iva, prevede
I soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito, per ciascun indice […] tenuti a effettuare entro il 30 giugno 2024 i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e da quelle in materia di imposta regionale sulle attività produttive e di imposta sul valore aggiunto, per il primo anno di applicazione dell’istituto del concordato preventivo biennale di cui al presente titolo, possono provvedervi entro il 31 luglio 2024 senza alcuna maggiorazione.
Tali termini trovano applicazione anche per i contribuenti che hanno aderito al forfettario.
Proroga imposte sui redditi al 31 luglio solo per chi aderisce al concordato preventivo biennale?
Tale norma va però a scontrarsi con il provvedimento pubblicato il 29 febbraio dell’Agenzia delle Entrate che invece sembra limitare la possibilità di proroga solo ai contribuenti che decidono di aderire al concordato preventivo biennale.
Nel provvedimento si specifica che tutti i versamenti a saldo che risultano dalla dichiarazione, compresi quelli relativi al primo acconto, devono essere eseguiti entro il 30 giugno 2024 ovvero entro il 30 luglio 2024. Per i pagamenti effettuati tra il 1° luglio e il 30 luglio si applica una maggiorazione dello 0,40%.
Specifica poi (pagina 9 istruzioni) che i contribuenti che hanno scelto di aderire al concordato preventivo biennale per il primo anno di applicazione dell’istituto, possono provvedere ai versamenti entro il 31 luglio 2024 senza alcuna maggiorazione ( art. 37 D. Lgs 12 febbraio 2024, n. 13).
Quando aderire al concordato preventivo biennale?
Il problema sorge perché il software per l’adesione al concordato preventivo biennale per il 2024 sarà disponibile entro il 15 giugno. Se solo i contribuenti che scelgono il concordato preventivo biennale possono versare le imposte entro il 31 luglio, ne consegue che i contribuenti non devono scegliere entro il 15 ottobre, ma entro il 30 giugno, pochi giorni dopo la messa a disposizione del software, e, di conseguenza, effettuare il versamento delle imposte entro il 30 giugno se scelgono la tassazione ordinaria ed entro il 31 luglio se optano per il concordato.
Resta che, se anche fosse giusta tale interpretazione, c’è confusione tra le norme che sembrano essere discordanti, proprio per questo motivo i professionisti del settore chiedono ulteriori delucidazioni.
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