Didattica a distanza: con il nuovo DPCM gli insegnanti lavorano da scuola o possono restare a casa come accaduto durante il lockdown?
Didattica a distanza: gli insegnanti lavorano da scuola? Domanda lecita che molti, a seguito delle ultime disposizioni del governo con il nuovo DPCM in vigore dal 6 novembre, si potrebbero porre.
La didattica a distanza, anche detta didattica digitale integrata, non è una novità e ricordiamo bene che con il primo lockdown totale gli insegnanti hanno lavorato da casa come tutti i lavoratori in smart working e molti dipendenti pubblici.
La didattica a distanza si è imposta nuovamente nelle ultime settimane con i DPCM del governo che l’hanno portata per le scuole superiori al 75 percento. Pertanto negli ultimi dieci giorni già erano stati avanzati dubbi e perplessità sulla presenza o meno degli insegnanti in classe anche se le lezioni in presenza sono state in parte sospese.
In alcuni casi quando è stata imposta la soglia del 75 percento, come da alcune testimonianze, gli insegnanti hanno lavorato da casa solo nei giorni con la didattica a distanza, recandosi a scuola per le lezioni in presenza. Ma cosa succede ora che la didattica a distanza arriva alle superiori al 100 percento? Gli insegnanti possono lavorare da casa o devono comunque recarsi a scuola?
Didattica a distanza: quando gli insegnanti lavorano da scuola
La didattica a distanza da domani in tutta Italia sarà al 100 percento nelle scuole superiori. Per rispondere alla domanda circa la possibilità, come fu a marzo, degli insegnanti di poter insegnare da casa e quindi di non dover lavorare da scuola, prendiamo il testo del nuovo DPCM oggi in Gazzetta Ufficiale.
Si legge nel DPCM e lo riporta anche una comunicazione ufficiale del Miur di oggi che:
“Resta comunque salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e in generale con bisogni educativi speciali.”
È certo che anche in quelle che verranno classificate come zone rosse e in cui anche le classi del primo e del secondo anno delle medie andranno in didattica a distanza, la didattica potrà essere svolta in presenza per i ragazzi con disabilità e bisogni educativi speciali, in questo caso gli insegnanti, specie quelli di sostegno, dovranno lavorare da scuola.
Lavoro da casa degli insegnanti: la nota del Miur
Per capire se con la didattica a distanza gli insegnanti possono lavorare da casa prendiamo la nota del Miur del 26 ottobre 2020 che dà delle specifiche sulla didattica a distanza e il lavoro agile per i docenti alla luce del nuovo decreto per lo smart working nella Pubblica Amministrazione del 19 ottobre.
Nella nota il Miur chiarisce primariamente che con il perdurare dello stato di emergenza la didattica si svolge a distanza secondo le linee guida della didattica digitale integrata per le scuole in cui viene rimodulata l’attività didattica in presenza e a distanza, e nei casi di sospensione totale dell’attività didattica a scuola come accadrà da domani per le scuole superiori di tutta Italia. Viene stabilito che:
“Il personale docente è comunque tenuto al rispetto del proprio orario di servizio e alle prestazioni connesse all’esercizio della professione docente, e mantiene intatti i diritti sindacali, compresa la partecipazione alle assemblee sindacali durante l’orario di lavoro, che si potranno tenere con le stessa procedure con cui si svolgono le attività didattiche a distanza.”
Questo d’altronde è quanto previsto dall’integrazione al contratto degli insegnanti. La nota ancora specifica:
“Le istituzioni scolastiche continuano a essere aperte, e in presenza, nell’istituzione scolastica, opera il personale docente e ATA, salvo i casi previsti al paragrafo 2. La dirigenza scolastica comunque, in caso di necessità, può adottare particolari e differenti disposizioni organizzative.”
Il paragrafo 2 fa riferimento al lavoro da casa per l’insegnante nei casi di quarantena o isolamento fiduciario. Non solo, la stessa nota specifica che per gli insegnanti non si applica la normativa in materia di lavoro agile e quindi neanche la procedura semplificata, ma “Le eccezioni alla predetta disposizione, pertanto, sono costituite dai casi in cui, su disposizione dell’autorità competente, sia imposta la sospensione delle attività didattiche in presenza ovvero e per l’appunto nel caso “di quarantena con sorveglianza attiva o d’isolamento domiciliare fiduciario”.
Dunque mettendo insieme il nuovo DPCM e la nota del Miur del 26 ottobre possiamo dedurre che il docente può lavorare da casa se in quarantena o isolamento. Il Miur lascia in ogni caso al preside la possibilità di adottare particolari e differenti disposizioni organizzative. Nella Regione Lazio per esempio, una nota dell’Ufficio scolastico regionale invita a far lavorare gli insegnanti in didattica a distanza da casa, alla luce del nuovo DPCM, per evitare di sovraccaricare mobilità e connessioni internet.
Possiamo immaginare quindi che per le scuole in cui le attività in presenza saranno sospese al 100 percento anche gli insegnanti lavoreranno da casa, salvo la necessità di sostegno da parte di alcuni studenti, a seconda delle disposizioni di provveditori e presidi. Il Miur ha comunque annunciato che a breve, in merito al nuovo DPCM, sarà emanata una nota esplicativa che dovrebbe fare chiarezza anche sulla questione.
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