Gli studenti scelgono il liceo, che conquista la pole position degli istituti superiori in Italia declassando gli Istituti Tecnici. Ecco quali sono i motivi.
Gli studenti scelgono il liceo, che conquista la pole position degli istituti superiori in Italia declassando gli Istituti Tecnici. Secondo i dati riportati dal Sole 24 Ore, i licei hanno riconquistato circa 40 mila iscrizioni in un anno, togliendo il campo a futuri geometri, commercialisti e tecnici.
L’anno scolastico passato ha chiuso con un minimo storico e sembra che il declino sia cominciato dalla Riforma della Scuola del 2010, anno in cui ad occupare il MIUR era l’attuale On. Maria Stella Gelmini.
I pregiudizi sono molti, ma dati alla mano sembra proprio che i problemi non siano relativi alla sola offerta formativa.
Gli Istituti Tecnici stanno via via perdendo il carattere di centri professionalizzanti e questo sembra essere dato dalle poche ore riservare alla pratica, oltre che il ridursi delle ore di materie tecniche, che caratterizzano lo sviluppo della professione.
Vediamo alcuni dati e quali sono i motivi delle diminuite iscrizioni negli Istituti Tecnici.
Diminuite le iscrizioni negli istituti tecnici: i motivi non sono babali
Gli studenti italiani scelgono in maggioranza di iscriversi ad un liceo piuttosto che frequentare gli Istituti Tecnici: le diminuite iscrizioni degli ultimi 10 anni ne danno prova.
Le motivazioni sono però diverse secondo Claudio Tucci del Sole 24 Ore, non soltanto legate alla didattica e alle competenze indicate dal MIUR con la nuova Riforma della Scuola.
L’orientamento scolastico che dovrebbe guidare gli studenti usciti dalla scuola media è carente, spesso approssimativo e carico di pregiudizi. È risaputo che gli Istituti Tecnici sono spesso considerati scuole di seconda classe, o meglio di serie B come sottolinea la nostra fonte.
I percorsi e i programmi proposti dagli Istituti Tecnici non riescono comunque a fare la differenza, in quanto sempre meno professionalizzanti: le iscrizioni per i percorsi per Elettrotecnico sono diminuiti del 20% negli ultimi 6 anni scolastici, stessa cosa per i Geometri; che incredibilmente contano sempre meno ore di diritto.
Se gli Istituti Tecnici non sono professionalizzanti perdono il loro valore e ciò è generato anche dalla progressiva perdita di praticità, considerato che alle ore di laboratorio è assegnato sempre meno spazio, rendendo sempre meno attraente il percorso scolastico.
Le opinioni del MIUR e Confindustria non coincidono
La situazione dei diminuiti studenti negli Istituti Tecnici italiani non è sfuggita a Confindustria, che continua a fare appello al MIUR e alle forze di governo per non perdere la bussola e incentivare l’istruzione dei futuri elettrotecnici e geometri.
La stessa Confindustria denuncia la mancanza di coesione tra aziende e Istituti Tecnici, per nulla promossa dai responsabili del MIUR, che anzi hanno preferito sopprimere l’ufficio dedicato alla direzione e gestione dell’Istruzione Tecnica nella scuola superiore italiana.
La mancanza di attenzione non farà che rallentare la ripresa del mercato del lavoro, in quanto sempre più giovani tecnici non vanteranno competenze apprese dai banchi di scuola. Dovranno reinventarsi, ricostruendo un profilo esistente solo sulla carta.
Malgrado la situazione degli Istituti Tecnici italiani cominci a sembrare drammatica, il MIUR insiste sulla validità dell’offerta formativa, in controtendenza a chi effettivamente assume e crea nuovi posti di lavoro.
L’impressione è dunque che il calo di attenzione verso l’istruzione tecnica, dato dall’esigenza dei tagli nella spesa pubblica, stia effettivamente logorando lo stesso mercato del lavoro che, bonus a parte, stenta a riprendersi.
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