Rinnovo del contratto per il pubblico impiego, la promessa del Governo: “Arriveremo ad un aumento di 112 euro”. Ma i sindacati la pensano diversamente.
Dipendenti pubblici: si va verso l’aumento delle risorse utili per il rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021. Come vi abbiamo anticipato qualche giorno fa, il Ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, ha chiesto al Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ulteriori risorse per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego da stanziare con la Legge di Bilancio 2021; lei che fino a qualche mese fa ribadiva che “le risorse a disposizione sono sufficienti”.
Tuttavia, complici le pressioni dei sindacati che da tempo chiedono un aumento cospicuo in favore di coloro che negli ultimi 12 anni, complice il blocco dei contratti, hanno ottenuto solamente un rinnovo del contratto con aumenti inferiori ai 90 euro lordi al mese (con il precedente rinnovo per il triennio 2016-2018 l’incremento è stato di 85 euro medi), il Ministro Dadone ha deciso di aggiungere altri 400 milioni di euro alle risorse stanziate con le precedenti manovre, arrivando così a 3,8 miliardi di euro.
Ma di quanto aumenterà lo stipendio dei dipendenti pubblici grazie a queste ulteriori risorse? Non c’è convergenza a riguardo, in quanto fonti governative rivelano si tratterà di un aumento a tre cifre, mentre i sindacati ritengono che queste risorse non saranno sufficienti per garantire un incremento migliore rispetto a quello riconosciuto con il precedente rinnovo (anzi, c’è persino il rischio che sia più basso).
Rinnovo del contratto: 3,8 miliardi di risorse, di quanto aumenta lo stipendio?
Per i dipendenti pubblici sta per iniziare quella che immaginiamo sarà una lunga concertazione per il rinnovo del contratto. Sindacati e Governo, infatti, appaiono divisi, anche dopo la conferma dello stanziamento di altri 400 milioni di euro in Legge di Bilancio 2021.
Un incremento che porta a 3,8 miliardi le risorse a disposizione per il rinnovo del contratto 2020 ma che secondo i sindacati non sono sufficienti per una valorizzazione economica del lavoro svolto dai pubblici dipendenti. Eppure le promesse da parte del Governo sono di tutto rispetto: come spiegato qualche giorno fa dal Ministro dell’Economia Gualtieri ai sindacati, infatti, questo stanziamento permetterà di arrivare ad un aumento medio di circa il 4% per i dipendenti pubblici.
Anzi, come spiegato dall’Unsa-Confsal la stima di Gualtieri potrebbe anche essere imprecisa. Qualora lo stanziamento deciso dal Governo fosse netto - ossia tutto a disposizione dell’aumento dello stipendio tabellare - l’incremento sarebbe persino del 4,19%, che tradotto in cifre vorrebbe dire 112 euro medi e lordi in più ogni mese.
Una cifra che i sindacati hanno già posto come il minimo per potersi sedere al tavolo delle trattative; senza questa base di partenza, quindi, sarebbe impossibile giungere ad un accordo.
Ma dove sta allora il problema? Nasce dal fatto che secondo i sindacati queste risorse non saranno riservate alla parte tabellare dello stipendio e che per questo l’aumento sarà molto più basso rispetto a quello atteso.
Rinnovo contratto: di quanto aumenta davvero lo stipendio secondo i sindacati
Sempre l’Unsa-Confsal è convinta del fatto che le risorse a disposizione non verranno utilizzate tutte per il rinnovo del contratto. Nei 3,8 miliardi di euro stanziati dal Governo, infatti, ci sono voci di spesa che non comportano vantaggi in busta paga: nel dettaglio, in questa cifra sono compresi i 310 milioni dell’indennità di vacanza contrattuale (che dal prossimo anno saliranno a 500), come pure i 250 milioni necessari per la conferma dell’elemento perequativo e i 210 milioni per il trattamento accessorio dei miliari.
Scendiamo, quindi, a circa 2,8 miliardi di euro: e con queste risorse l’aumento di stipendio sarebbe persino inferiore rispetto a quanto riconosciuto con l’ultima stagione contrattuale, in quanto sarebbe pari ad 83,00 euro medi e lordi.
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