Nel lungo termine è meglio investire in Btp, con rendimento certo e rischio minimo, o in azioni ad alto dividendo, più redditizie ma con variabili e rischi? Ecco cosa può succedere in 10 anni.
Dividendi o Btp? Una domanda che si ripresenta puntuale ogni anno, soprattutto in primavera, quando Piazza Affari si prepara a staccare le cedole e i risparmiatori iniziano a fare i conti su dove allocare il proprio capitale. Da un lato, i Btp continuano a rappresentare un investimento sicuro per gli italiani, con capitale garantito a scadenza, una tassazione agevolata e rendimenti certi, che fanno gola, soprattutto in tempi di incertezza. Dall’altro, il mercato azionario promette rendimenti più alti grazie ai dividendi e con la possibilità di guadagnare anche dall’aumento del valore dei titoli nel tempo. Ma quale dei due strumenti è davvero più conveniente?
Per rispondere a questa domanda mettiamo a confronto due scenari diversi: investire 10.000 euro in azioni ad alto dividendo oppure puntare sulle cedole predefinite dei Btp. Quanto si potrebbe guadagnare e, soprattutto, quali sono i rischi da considerare? In uno dei due casi, il rendimento potrebbe essere del 100%, trasformando i 10.000 euro iniziali in quasi 20.000. Ma non basta ragionare solo in termini di rendimento: il potenziale guadagno va sempre letto alla luce dei rischi, che possono fare la differenza nel lungo periodo.
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