Attenzione quando si creano le decorazioni pasquali, chi infrange questo divieto rischia persino una multa da 100.000 euro.
Le festività pasquali sono molto legate alla natura, un po’ per tradizione e simbologia, un po’ perché cadono durante la stagione primaverile. Questo aspetto è evidente nelle decorazioni di Pasqua, che prevedono l’uso di rami, fiori e foglie, senza dimenticare la decorazione delle uova. Ovviamente, i cittadini hanno diritto a godersi pienamente questi momenti di festa, apprezzati soprattutto dai più piccoli. Allo stesso tempo, bisogna farlo senza infrangere leggi e regolamenti. In tema di decorazioni e addobbi pasquali, infatti, soprattutto chi si affida al fai-da-te rischia di incorrere in sanzioni.
Ciò non significa che si debba per forza acquistare tutto, anche perché sarebbe molto dispendioso e toglierebbe parte del divertimento. Nel procurarsi il materiale per gli ornamenti è bene seguire qualche semplice regola e mettersi al riparo da qualsiasi contestazione. Le violazioni che si possono verificare in questo contesto sono davvero numerose, di cui la peggiore con una multa fino a ben 100.000 euro. Di seguito tutte le indicazioni principali.
Multa fino a 100.000 euro se danneggi questi alberi per le decorazioni pasquali
I ramoscelli sono un elemento fondamentale nelle decorazioni pasquali, non soltanto per vezzo ma innanzitutto per la storia di questa festività e la sua simbologia. Il ramoscello d’ulivo, per esempio, è il simbolo per antonomasia della Pasqua, insieme a molti altri oggetti che rappresentano la rinascita e la prosperità. Prima di cimentarsi in decorazioni, ghirlande e altri addobbi che prevedono l’uso dei rami è però doveroso procurarseli con grande attenzione.
Le regole sulla tutela del verde pubblico cambiano a seconda della normativa locale, che spesso prevede sanzioni - in genere piuttosto contenute - per chi si appropria di rami e fiori pubblici, ma per un caso particolare c’è una legge statale. Nel dettaglio, è necessario tutelare i cosiddetti alberi monumentali, ossia:
- alberi ad alto fusto, che siano isolati, in boschi artificiali o naturali;
- alberi secolari;
- alberi di particolare pregio naturalistico (rari o con caratteristiche peculiari);
- alberi legati a un avvenimento storico, culturale, artistico o della tradizione locale;
- filari e alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico o culturale (compresi quelli inseriti nei centri urbani);
- alberi ad alto fusto in complessi architettonici di particolare importanza storica e culturale (monasteri, ville, chiese, orti botanici, residenze storiche private e così via).
La legge non punisce soltanto l’abbattimento di questi alberi ma anche il loro danneggiamento con una sanzione da 5.000 a 100.000 euro. Se non si è proprio esperti nella potatura, ovviamente, il rischio di recare danni gravi all’albero aumenta anche per la “sola” rimozione di qualche ramoscello. È quindi meglio evitare. Per tutto il resto del verde pubblico bisogna invece rifarsi alle ordinanze comunali e alle relative sanzioni, che come anticipato non sono in genere molto salate se ci si limita a qualche fiore, frutto o semplice ramoscello. Fanno eccezione le disposizioni per specie protette, con sanzioni più elevate.
In astratto, si parlerebbe del reato di furto o almeno di danneggiamento, ma il fatto ha una gravità così modesta da escludere quasi sempre la punibilità penale. Resta naturalmente vietato anche raccogliere frutti, fiori o peggio potare rami da alberi di proprietà privata altrui, una condotta che potrebbe dar adito a una richiesta di risarcimento danni.
Infine, è bene ricordare che proprio in questo periodo sulla stragrande maggioranza dei Comuni italiani è in vigore un vero e proprio divieto alle potature pensato per tutelare la nidificazione degli uccelli. Sarà quindi meglio, in caso di dubbio, procurarsi i rami da un professionista o utilizzare ramoscelli da riciclo. Si raccomanda inoltre di fare molta attenzione anche per lo smaltimento delle decorazioni una volta finite le festività o i giochi, soprattutto riguardo alla raccolta differenziata. Un errore comune a molti cittadini che diventa estremamente diffuso in questo periodo riguarda lo smaltimento dei gusci delle uova, che vanno nell’umido (a meno che fusi inseparabilmente con altri materiali come la plastica).
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