Divorzio “diretto”, più veloce e senza separazione: cosa prevede la proposta di legge M5s che accorcia (ancora) i tempi per sciogliere il matrimonio.
Divorzio ancora più veloce, diretto e senza passare per la separazione: è il contenuto della proposta di legge del Movimento 5 stelle per velocizzare i tempi che portano allo scioglimento del matrimonio.
In questo modo le tempistiche del divorzio si accorciano ulteriormente rispetto a quanto stabilito dalla riforma del 2015: da 6 o 12 mesi di separazione obbligatoria al “divorzio diretto”.
Ad oggi, salvo alcuni casi eccezionali, la separazione (consensuale o giudiziale) è un passaggio obbligatorio prima del divorzio definitivo. Le cose, però, potrebbero cambiare.
Divorzio più veloce e “diretto”: cosa prevede la proposta di legge
Come riporta l’Agenzia giornalistica AGI, il Movimento 5 stelle ha presentato in Senato un progetto di legge che ha ad oggetto la riduzione dei tempi necessari per divorziare. La legge in questione si sostituisce e porta a compimento la “rivoluzione” introdotta nel 2015 con la riforma del “divorzio breve”.
Lo scopo della proposta è introdurre il divorzio diretto - escluso in Italia e stralciato dalla riforma precedente - e accelerare gli iter burocratici che portano allo scioglimento del vincolo matrimoniale.
In particolare, la proposta va a colpire la separazione, periodo di tempo che, secondo l’assetto tradizionale, servirebbe ai coniugi per “riflettere” e tentare il ricongiungimento ma che, invece - affermano i promotori del testo - rischia di acuire le conflittualità.
Se la proposta firmata da M5s entrasse in vigore verrebbero ridotti sia i 12 mesi di separazione giudiziale che i 6 di separazione consensuale, a beneficio di coloro che desiderano divorziare al più presto.
Quando si potrà chiedere il “divorzio diretto”?
Potranno chiedere il divorzio diretto senza separazione in via consensuale soltanto le coppie senza figli minori a carico o maggiorenni incapaci/con grave disabilità. Al contrario, la presenza dei figli non sarebbe rilevante nel caso in cui il divorzio diretto fosse chiesto congiuntamente o in via giudiziale, in presenza di oggettive circostanze che rendono impossibile il proseguimento della convivenza matrimoniale.
In tal caso i coniugi dovranno dimostrare l’impossibilità di “ricostruire
la comunione spirituale e materiale” o le circostanze che possono arrecare gravi pregiudizi all’integrità psico-fisica della prole o dell’altro coniuge.
Tempi del divorzio: come funziona dopo la riforma del 2015
Una prima grande riforma della procedura di divorzio è stata introdotta con la legge 55/2015 (c.d. “divorzio breve”) che ha drasticamente ridotto tempi e costi per sciogliere il matrimonio. Tuttavia, in sede di approvazione, venne stralciata la parte che prevedeva “il divorzio diretto”, quello che il Movimento 5 Stelle vorrebbe introdurre con il nuovo disegno di legge.
Con la riforma del divorzio breve, il periodo di “ripensamento” obbligatorio prima di sciogliere il matrimonio è passato da 3 anni a 6 mesi (in caso di separazione consensuale) e da 3 anni a 12 mesi (in caso di separazione giudiziale).
Inoltre è stata indotta la possibilità di ricorrere alla negoziazione assistita per concordare termini e condizioni della separazione e del divorzio o modificare gli accordi precedenti. Si aggiunge, poi, la possibilità di divorziare direttamente in Comune (a certe condizioni) con una spesa stimata intorno ai 16 euro.
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