I governi dei due piloni dell’europeismo e da ultimo dell’atlantismo sono stati massacrati: Macron ha perso un terzo dalle elezioni del ’19, Scholz ha portato il partito alla consistenza del 1888.
Leggo e ascolto molte analisi italiane su quanto successo col voto del weekend, a livello macro cioè europeo, che procedono secondo presupposti del pensiero in uso prima del voto, non registrando la violenta curva che i fatti politici hanno preso nel weekend. Curva la dinamica politica, dovrebbe curvare anche il pensiero altrimenti si va lunghi e fuoristrada.
La posizione «nulla di nuovo sotto il Sole» è ansiolitica, non a caso presente in tutti i primi commenti mainstream del tipo «sì, era tutto previsto e comunque la maggioranza politica della Commissione è ancora forte». Così anche molti commenti di area critica pensano che tutto verrà facilmente normalizzato, magari usando proprio la Meloni per aprire ponti a destra rassicuranti. Magari, come ho sentito dire da qualcuno, per traghettare le destre meno intemperanti nell’Agenda Draghi. Mi sa che le facoltà di lettura politica generale vanno sull’appannato spinto.
I governi dei due piloni storici dell’europeismo e da ultimo dell’atlantismo armato ed aggressivo sono stati massacrati: i due premier hanno i rispettivi partiti al 15%. Macron ha perso un terzo dalle elezioni del ’19, Scholz ha portato il partito alla consistenza del 1888, un balzo indietro di 136 anni. [...]
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