Douglas chiude 128 negozi in tutta Italia: ecco dove, da quando e perché

Laura Pellegrini

1 Aprile 2021 - 17:43

Douglas ha formalizzato ai sindacati la chiusura di 128 profumerie in tutta Italia per un coinvolgimento di 457 lavoratori in totale. Ecco dove e quando chiuderanno i punti vendita.

Douglas chiude 128 negozi in tutta Italia: ecco dove, da quando e perché

Chiusure a tappeto per i negozi Douglas in Italia nel 2021. La catena di profumerie tedesca ha annunciato che chiuderà punti vendita in molte città, per investire il fatturato in progetti di più ampio raggio legati in particolare all’e-commerce. Le vendite online, infatti, sono state il gettito d’entrata maggiore nel corso del 2020, a fronte del lieve calo di fatturato conseguito nelle sedi fisiche dei negozi.

Perciò, con il mese di marzo 2021 chiuderanno 128 negozi Douglas per un totale di 457 lavoratori e lavoratrici coinvolti. I sindacati sono sul piede di guerra e ritengono inaccettabile tale scelta.

Douglas chiude 128 negozi: le città coinvolte

La catena di profumi tedesca ha già disdetto numerosi contratti d’affitto dei negozi.

Tra le città coinvolte dalle chiusure dei negozi Douglas ci sono soprattutto le Province della Lombardia, ma anche numerosi punti vendita su tutto il territorio italiano:

  • 20 negozi in Lombardia (9 tra Milano e provincia, 5 tra Brescia e provincia, uno a Mantova e provincia, 2 a Varese, e uno per ciascuno dei territori di Bergamo, Lecco e Monza Brianza);
  • 6 negozi in Piemonte (4tra Torino e provincia, uno nel territorio di Alessandria e uno nel territorio di Biella);
  • 5 negozi in Friuli Venezia Giulia (uno nel territorio di Trieste e 4 in quello di Udine);
  • 6 negozi in Veneto (3 nel territorio di Padova, uno ciascuno nelle aree di Treviso, Verona e Vicenza);
  • 8 negozi in Emilia-Romagna (2 a Bologna, uno ciascuno a Modena, Parma, Ferrara, Forlì-Cesena, Reggio Emilia, Piacenza);
  • 12 negozi in Sardegna (4 a Cagliari, 2 a Sassari, 2 a Nuoro, 2 a Olbia, uno a Carbonia e uno a Medio Campidano);
  • 5 negozi in Liguria (2 a la Spezia, uno ciascuno nei territori di Genova, Savona e Imperia);
  • 17 negozi in Toscana (2 a Firenze, uno a Prato, 3 a Siena, 3 a Pisa, 2 a Livorno, 2 a Pistoia, 2 a Grosseto, uno a Massa ed uno ad Arezzo);
  • 5 negozi nelle Marche (4 sul territorio di Ancona, uno su Fano).

Alcuni dei punti vendita hanno abbassato le serrande a febbraio 2021, mentre per altri la data era fissata a marzo 2021.

Douglas, il calo di fatturato e i motivi della chiusura

La crisi pandemica non è il fattore che ha pesato in misura maggiore sulla decisione di chiusura di numerosi punti vendita Douglas. Basti pensare, infatti, che alla fine del 2020 la profumeria tedesca aveva superato per la prima volta il miliardo di euro di vendite online. Il giro d’affari ha toccato i 3,2 miliardi di euro, ovvero soltanto il 6,4% in meno rispetto ai 3,5 miliardi di euro dell’anno precedente. Qual è, quindi, il reale motivo della chiusura?

A fronte di un balzo enorme delle vendite online, Douglas ha scelto di ridurre i costi legati ai punti vendita fisici e liberare liquidità da investire in altri progetti, in particolare nell’e-commerce. Per questo motivo ha pianificato la chiusura di circa 500 dei 2.400 store europei, soprattutto nel sud Europa, e circa 60 dei 400 punti vendita in Germania.

In un comunicato stampa, l’azienda dichiarava di aver “incaricato una società di supportare i circa 600 dipendenti dei negozi interessati in Germania nel loro riorientamento professionale ”, oltre a prevedere pagamenti di fine rapporto superiori alla norma del settore.

Cosa succede ora ai lavoratori italiani?

I sindacati hanno fissato un confronto con i vertici aziendali per il 9 aprile, “data entro la quale Douglas dovrebbe presentare il piano commerciale palesando i criteri di individuazione utilizzati e quali sono le misure che intende mettere in campo volte alla salvaguardia occupazionale, atteso che grazie all’e-commerce il calo di fatturato è stato decisamente contenuto”.

I sindacati Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil hanno ricordato come sia attualmente in vigore il blocco dei licenziamenti previsto dal Decreto Sostegni e prorogato da quest’ultimo fino al 31 ottobre 2021.

Ma le sigle sindacali sono sul piede di guerra anche per la questione femminile: “Chiudere i negozi è una scelta inaccettabile. Si tratta di un’azienda che impiega prevalentemente donne e, qualora non si dovessero trovare delle soluzioni, questo segnerebbe ancor di più il gap di genere esistente nel nostro Paese”.

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