Tra fiscalità, manodopera qualificata e collegamenti internazionali, ecco dove conviene aprire una società in Svizzera secondo una classifica di Credit Suisse.
Se state pensando di aprire un’impresa in Svizzera, la prima cosa che dovete tenere in considerazione è che ogni cantone della Confederazione offre condizioni differenti. Specialmente sotto il profilo fiscale.
A fornire un aiuto nell’individuare la zona più favorevole ci pensa Credit Suisse, che ogni anno pubblica un’interessante classifica sull’Indice della qualità della localizzazione.
L’Indice della qualità della localizzazione (IQL) prende in considerazione molteplici parametri ed è in grado di delineare concretamente l’attrattiva espressa dai cantoni svizzeri dal punto di vista delle aziende. È uno strumento guida per le imprese e gli imprenditori che vogliono valutare dove sviluppare i propri affari, oltre ad essere un prezioso strumento di benchmarking per il Governo, interessato a ottimizzare la politica economica regionale. L’indice considera l’onere fiscale per le persone fisiche e giuridiche, la disponibilità di manodopera altamente qualificata e specializzata, nonché la raggiungibilità da parte della popolazione nazionale, dei lavoratori frontalieri e più in generale dei collegamenti internazionali.
Dove conviene fare impresa in Svizzera
Al primo posto della classifica di Credt Suisse, troviamo il cantone di Zugo, seguito dalle più note Basilea Città, Zurigo e Ginevra. Per chi non avesse molta dimestichezza con la geografia svizzera, il Canton Zugo è una piccolissima area di appena 238,73 km², situata nel centro della Confederazione, oggi sede di un rilevante numero di società, che spesso hanno lì il solo quartier generale. Zugo, infatti, applica in assoluto il più basso livello di tassazione della Svizzera: questo rende il Cantone la destinazione perfetta per imprese di grande importanza, ma anche per realtà di medie e piccole dimensioni provenienti da tutto il mondo. Negli ultimi anni, in questo cantone ha aperto i battenti la “crypto-valley” più importante del Paese, richiamando molte imprese internazionali. Per le aziende italiane che vogliono aprirsi alla Confederazione conviene quindi spingersi ben al di là del confine, anche perché i due cantoni più vicini - il Ticino e i Grigioni - si piazzano agli ultimi posto della graduatoria di Credit Suisse.
Cambiamenti in vista
All’orizzonte si prospettano però importanti cambiamenti. A partire dal 2024, l’aliquota fiscale minima del 15% stabilita dall’OCSE - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - per le aziende internazionali con un fatturato annuo di almeno 750 milioni di euro limiterà molto la concorrenza fiscale. Anche se le regole attuali rimangono valide per le aziende al di sotto di questa soglia, è probabile che ciò rafforzi la tendenza ad una diminuzione dell’importanza del fattore fiscale per le società. A fare la differenza, quindi, saranno altri fattori, tra cui l’attrattiva fiscale per le persone fisiche, la disponibilità di manodopera qualificata e l’accessibilità del Paese. Aspetti su quali la Svizzera vuole continuare a puntare, per restare un importante riferimento a livello internazionale.
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