La conferenza dei capigruppo alla Camera ha deciso di velocizzare sull’approvazione del ddl Concorrenza, togliendo tutte le norme sui taxi, per le quali protestavano la categoria e la destra.
Alla fine i tassisti hanno avuto la meglio sulla linea di Mario Draghi. Dopo la caduta del governo la conferenza dei capogruppo della Camera ha deciso di stralciare dal ddl Concorrenza le norme per riformare il settore del trasporto pubblico non di linea, molto contestato dalla categoria. Secondo i tassisti, infatti, si creavano le premesse per una liberalizzazione del settore, penalizzando i taxi rispetto a multinazionali come Uber.
Il presidente del Consiglio, prima di confermare le sue dimissioni, aveva attaccato duramente in Senato chi, dalle fila della maggioranza (Lega in primis) aveva appoggiato le manifestazioni di piazza contro il ddl. “C’è bisogno di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo – aveva detto- non di un sostegno a proteste non autorizzate, e talvolta violente, contro il governo”.
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Ddl concorrenza verso una rapida approvazione
La scelta della Camera serve a velocizzare l’iter per l’approvazione del disegno di legge, una delle riforme contenute nel Pnrr che vanno approvate entro la fine dell’anno. La “legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021” era già passata al Senato. Ora approderà per la discussione a Montecitorio lunedì 25 luglio. Tutti i gruppi hanno assunto l’impegno a non presentare emendamenti in Aula sul provvedimento, che in questo modo dovrebbe essere approvato rapidamente, per poi tornare al Senato per l’ok definitivo.
L’accordo è stato trovato per raggiungere uno dei 55 target del Piano nazionale di ripresa e resilienza, necessari per incassare i fondi europei. Si tratta di un caso limite, perché in teoria le Camere, dopo il decreto firmato dal presidente Sergio Mattarella, sono già state sciolte.
Il provvedimento interrompe l’attività legislativa, di indirizzo e di controllo, ma deputati e senatori possono tornare a riunirsi per approvare progetti di legge o di conversione di decreti ritenuti urgenti e su cui c’è un ampio consenso. Nel caso del ddl Concorrenza per mesi il dibattito politico è stato molto duro e rimane da risolvere il nodo sulle concessioni balneari con una serie di decreti attuativi, ma ora le forze politiche hanno trovato un accordo definitivo.
Taxi, cosa diceva l’art. 10 della riforma
La norma contenuta nell’articolo 10 del ddl Concorrenza si impegnava a modernizzare il trasporto pubblico non di linea (cioè taxi, servizi ncc e di noleggio con conducente), garantendo “una migliore tutela del consumatore”. Si faceva quindi riferimento a un necessario “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web”, che aveva allarmato i tassisti per una possibile concorrenza sleale con Uber e Lyft.
E ancora, l’articolo parlava di una “razionalizzazione della normativa alle tariffe e ai sistemi di turnazione”, promuovendo la “concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze”. Per i sindacati dei tassisti lo stralcio “è un sospiro di sollievo”, accolto molto positivamente anche da Fratelli d’Italia.
Le critiche dei consumatori
Critica, invece, Assoutenti. L’associazione di tutela dei consumatori attacca duramente la politica, parlando di cessione “alle violenze e alle pressioni della lobby corporativa dei tassisti, dimostrando una debolezza verso le auto bianche che non ha eguali nel mondo”. Secondo il presidente Fabio Truzzi si attendevano da anni norme per “riformare il comparto del trasporto pubblico non di linea, aumentare la concorrenza e adeguare il servizio alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia”, con “vantaggi per i cittadini sul lato dei prezzi”.
Assoutenti segnala poi che all’interno del ddl è stata invece lasciata la parte che contiene “disposizioni che faranno aumentare i costi dell’Rc auto attraverso l’obbligo per le compagnie assicurative straniere di aderire al risarcimento diretto”.
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