Lo studio condotto dall’Altems individua due regioni italiane che rischiano di passare per prime in zona gialla. La Valle d’Aosta, invece, può stare tranquilla.
Con la risalita dei contagi la domanda che gli italiani si fanno, da qualche settimana ormai, riguarda il passaggio delle regioni da zona bianca a gialla, il che comporterebbe un ritorno di alcune restrizioni come dell’obbligo della mascherina all’aperto.
Si guarda con preoccupazione a un ritorno in zona gialla, soprattutto perché siamo nell’alta stagione e un tale passaggio potrebbe mettere nuovamente a rischio le vacanze. La decisione adottata dal Governo con il decreto del 22 luglio 2021, tuttavia, ha scongiurato questo rischio con un cambio dei parametri che definisce il cambio colore di una regione: all’incidenza media di 50 contagiati ogni 100 mila abitanti si affianca infatti il criterio dei posti letto occupati in terapia intensiva e nei reparti ordinari, che rispettivamente è stato fissato al 10% e al 15%.
Con i nuovi parametri non c’è un rischio imminente di passare in zona gialla e la speranza è che non arriverà mai questo momento in quanto vorrebbe dire che la situazione negli ospedali ha ripreso a peggiorare, rischio che la campagna di vaccinazione punta a scongiurare.
A rispondere alla domanda su quali sono le regioni che potrebbero passare per prime in zona gialla è uno studio, condotto dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica (Altems), nel quale sono stati presi in considerazione diversi parametri.
Quali sono le regioni che per prime passeranno in zona gialla?
La previsione condotta dall’Altems tiene conto di diversi parametri: si continua a guardare all’incidenza media, anche perché questa è strettamente collegata ai ricoveri, ma anche al numero di vaccini effettuati nella singola regione. D’altronde, come spiegato dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, “nelle prossime settimane le nostre Regioni rimarranno in zona bianca” merito dei vaccini che ci “permettono condizioni di serenità”.
Nel dettaglio, Altems ha sviluppato un nuovo indicatore nel quale vengono fissate delle soglie differenziate tra le varie regioni, equivalenti al valore standard di 50 casi ogni 100 mila abitanti, ma che tiene conto anche del numero dei vaccinati.
Uno studio che quindi sembra essere piuttosto affidabile nel rispondere alla domanda con cui abbiamo aperto questo articolo, ossia su quali potrebbero essere le prime regioni a passare in zona gialla.
Ebbene, se il trend di crescita dovesse restare questo, maggiormente a rischio sarebbero le Isole. Specialmente la Sardegna potrebbe essere la prima a passare in zona gialla. È questa a presentare la soglia di rischio più elevata, pari a un valore di 0,75, con un’incidenza media settimanale pari a 67 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e il 47% dei vaccinati. Per il momento, comunque, siamo ancora lontani dalla soglia che comporterebbe in automatico il passaggio in zona gialla: qui, infatti, la situazione negli ospedali è del 3% di posti occupati sia in terapia intensiva che nei reparti ordinari.
Anche la Sicilia potrebbe essere tra le prime a passare in giallo. 0,62 la soglia di rischio (il valore nazionale è di 0,35) con un’incidenza media settimanale pari a 54 casi ogni 100.000 abitanti e il 45% di vaccinati rispetto alla popolazione residente. Negli ospedali siamo anche qui al 3% di posti occupati nelle terapie intensive, 6% se si guarda agli altri reparti.
Chi rischia di meno la zona gialla?
Lo studio condotto dall’Altems non scende nel dettaglio delle altre regioni: si limita a dire chi è più a rischio - appunto Sicilia e Sardegna - e chi lo è meno. Ad avere un indicatore di rischio soglia in zona gialla più basso è la Valle d’Aosta: un valore di 0,12, con un’incidenza settimanale di appena 10 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e un 45% di vaccinati rispetto alla popolazione residente.
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