«L’Iran tuonerà, ma poco gli resterà da fare se non (ri)armare Hizballah e tentare qualche azione asimmetrica contro Israele». Intervista all’analista geopolitico Amedeo Maddaluno.
Il 20 settembre, Israele ha lanciato un attacco contro la capitale del Libano, Beirut, eliminando quasi tutta la leadership dell’Unità Radwan di Hezbollah durante un incontro segreto. Le Unità Radwan sono le forze speciali operative di Hezbollah. Successivamente, Tel Aviv ha condotto «attacchi preventivi» contro lanciatori di missili e razzi, nonché contro i siti di stoccaggio in Libano.
Il sistema di difesa Iron Dome israeliano ha nel frattempo intercettato e abbattuto i razzi e i missili che sono riusciti a essere lanciati. In seguito, Israele ha avviato una massiccia campagna di bombardamenti aerei, colpendo depositi, magazzini e lanciatori rimasti nel sud del Libano. È probabile che questa campagna di bombardamenti continui per giorni, se non per una settimana o più, con l’obiettivo dichiarato di Israele di colpire migliaia di obiettivi di Hezbollah in Libano. È iniziata la terza guerra del Libano tra Israele ed Hezbollah? Ne abbiamo parlato con l’analista geopolitico e saggista, Amedeo Maddaluno.
Quali sono, a suo avviso, le motivazioni che hanno portato Israele a lanciare l’operazione «Frecce del Nord» contro Hezbollah in Libano? [...]
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