Il caso di Avio S.p.A., un’eccellenza tutta italiana nel settore dell’aerospazio.
Senza particolare attenzione mediatica, il settore della ricerca spaziale in Italia suscita numerosi interessi nazionali e internazionali. Nel tentativo di sbrogliare la matassa geopolitica ed economica del settore negli ultimi mesi ricordiamo che durante l’ultimo semestre del 2019, il Parlamento italiano ha dato il proprio assenso a finanziare il programma Camm Er.
L’azienda italiana Avio S.p.A. verso la fine del 2013 aveva sottoscritto un accordo con Matra BAE Dynamics Alenia, l’unico consorzio europeo impegnato nella costruzione di missili e tecnologie per la difesa e per l’ideazione del motore del razzo denominato Camm Er. Iniziative e proposte che pongono al centro di interessi europei l’azione e le manovre dell’Avio.
Tantissime le novità che caratterizzano la vita della società negli ultimi mesi. Avio ha assunto il ruolo di direttore dello stabilimento delle strutture a terra, ubicate nel territorio francese che sono assegnate in maniera quasi esclusiva ad Avio che assume la responsabilità diretta di tutte le operazioni di messa in orbita.
Inoltre, l’azienda, considerata un’eccellenza italiana del settore, sta attendendo il lancio del meccanismo definito S.S.M.S, una nuova struttura creata da una collaborazione tra Avio e una società ceca che permetterà di piazzare in orbita un numero considerevole di satelliti con un solo lancio e con una precisione massima. Il primo viaggio di tale meccanismo prevede la messa in orbita di ben 53 satelliti artificiali di varie dimensioni.
Contemporaneamente, Avio sta entrando nella fase finale della messa in orbita del nuovo modello Vega C che rimpiazzerà l’attuale Vega. Si tratta di un lanciatore, focalizzato nell’orbita bassa, che riuscirà a portare in orbita fino a due tonnellate e mezzo di carico utile, allo stesso costo del precedente. Allo stesso tempo, Avio sta lavorando alla costruzione di un modello leggero chiamato «Avio light», che sarà destinato per servizi specifici ed economici per piccoli satelliti. Un’altra ambiziosa iniziativa di Avio è lo Space Rider, in collaborazione con Thales Alenia Space, che consiste in una capsula che ruoterà attorno alla Terra per alcuni mesi e che permetterà di poter svolgere alcuni esperimenti scientifici a bordo della capsula, concentrando le ricerche sulla biotecnologia, la botanica e la farmacia.
Dopo la missione spaziale, la capsula ritornerà a terra, saranno analizzati i risultati degli esperimenti e la capsula potrà essere nuovamente utilizzata per altri voli. In un’ottica temporale a lungo raggio, Avio sta pensando anche alla ricerca su Marte in collaborazione con il distretto spaziale campano e il distretto spaziale sardo. Un programma che vuole dedicare attenzione alla ricerca e alla scoperta di Marte.
A differenza delle missioni degli Emirati, della Cina e della Russia, l’iniziativa di Avio con i partner campani e sardi mira a realizzare una missione relativamente economica, utilizzando satelliti più piccoli. La società ha raggiunto anche un accordo con l’Ufficio spazio delle Nazioni Unite ubicato a Vienna. In base a questo accordo Avio ha offerto di collocare in orbita, senza costi, nove mini satelliti per i paesi che si affacciano sulla scena spaziale internazionale. In questo modo Avio intende, da un lato contribuire all’uso pacifico dello spazio e alla diffusione della tecnologia e dall’altro ridurre il gap tecnologico tra le nazioni che utilizzano satelliti e chi ancora non incrementa tali aspetti tecnologici.
La chiave di lettura dell’attualità spaziale, descritta in una recente intervista dall’Ambasciatore Giorgio Novello attualmente Senior Vice President per le relazioni istituzionali di Avio S.p.A, sussiste nella sinergia tra pubblico e privato. Il successo del Vega, ad esempio, si spiega con la collaborazione delle istituzioni locali, nazionali e internazionali con le capacità manageriali e di impresa. La svolta potrebbe consistere nella compresenza di attori pubblici e privati e la storia di Avio lo conferma.
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