Ecco cosa si nasconde dietro la cooperazione tra Usa e Russia

Luna Luciano

1 Marzo 2025 - 13:30

La cooperazione tra USA e Russia potrebbe ripartire dall’Artico. Trump apre a Mosca, mentre l’Ucraina resta sullo sfondo. Quali sono gli interessi in gioco? Ecco ciò che serve sapere a riguardo.

Ecco cosa si nasconde dietro la cooperazione tra Usa e Russia

Gli interessi comuni nelle risorse naturali dell’Artico sarebbero il trait d’union tra gli Stati Uniti e la Russia.

L’improvvisa apertura di Trump, pronto ad esaudire parte delle richieste di Mosca, a discapito dell’Ucraina, a cui avrebbe concesso solo tre settimane per arrendersi, si può giustificare solo alla luce della presenza delle risorse naturali nell’Artico. Il Cremlino ha infatti dichiarato che la cooperazione tra le due potenze potrebbe svilupparsi proprio attorno allo sfruttamento delle ricchezze dell’Artico, una regione strategicamente cruciale per entrambi i Paesi.

Nel frattempo, Mosca ribadisce che i territori ucraini di Donetsk, Zaporizhia, Kherson e Luhansk sono parte della Russia, Trump contemporaneamente ha suggerito una mediazione che potrebbe comportare concessioni territoriali da entrambe le parti. Questa prospettiva pone interrogativi sulle reali motivazioni dietro l’apertura americana e sugli effetti che potrebbe avere sulla guerra in Ucraina.

Scopriamo cosa si nasconde dietro la possibile cooperazione di Russia e Stati Uniti e cosa ciò significhi per la guerra russo-ucraina.

Cosa si nasconde dietro la cooperazione Russia-Usa: i giacimenti nell’Artico

L’Artico rappresenta una delle aree più ricche di risorse naturali non ancora sfruttate, con enormi giacimenti di petrolio e gas naturale. Secondo stime internazionali, la regione conterrebbe circa il 13% del petrolio non scoperto al mondo e il 30% delle riserve di gas. Proprio per questo, Russia e Stati Uniti, in un’ottica in cui il benessere del Pianeta passa in secondo piano e nonostante le tensioni geopolitiche, vedono nell’Artico un’opportunità di collaborazione economica e strategica.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che la cooperazione tra Mosca e Washington potrebbe svilupparsi attraverso lo sfruttamento congiunto delle risorse naturali nell’Artico, anche se al momento non sono stati avviati negoziati concreti. Questa prospettiva non è casuale: l’Artico è una zona strategica per entrambe le nazioni, con la Russia che ne detiene gran parte e gli Stati Uniti che vogliono mantenere una posizione dominante attraverso la presenza in Alaska e la cooperazione con gli alleati nordici.

In questo scenario, la Russia ha da tempo investito in infrastrutture per lo sfruttamento dell’Artico, costruendo basi militari e potenziando la flotta rompighiaccio. Gli Stati Uniti, d’altra parte, sono rimasti indietro, ma con il recente interesse mostrato da Trump, Washington potrebbe cercare di riequilibrare la sua influenza nella regione. Questo possibile riavvicinamento economico tra le due potenze potrebbe fungere da leva per un più ampio dialogo geopolitico, sebbene rimangano enormi ostacoli da superare.

Insomma, sembrerebbe che, ancora una volta, sia solo l’oro nero a poter mettere d’accordo le due potenze, a discapito della Terra e del cambiamento climatico, problema che incide di più sulla popolazione povera e sui comuni cittadini che sui ricchi magnati politicanti.

Ucraina, Russia rivendica i territori: la posizione di Trump

Mentre Russia e Stati Uniti sembrerebbero riavvicinarsi sul piano economico, la guerra in Ucraina resta il nodo principale delle relazioni tra le due potenze sulla scacchiera geopolitica.

Mosca continua a sostenere che le regioni di Donetsk, Zaporizhia, Kherson e Luhansk sono ormai parte integrante del suo territorio, nonostante il mancato pieno controllo su di esse. Kiev e l’Europa, invece, respingono questa affermazione, considerandola una violazione del diritto internazionale.

Donald Trump, da parte sua, ha recentemente dichiarato che nei futuri negoziati la Russia dovrà fare delle concessioni territoriali, ma ha escluso categoricamente l’adesione dell’Ucraina alla NATO. Questo rappresenta un’apertura significativa alla posizione russa, suggerendo che un compromesso potrebbe essere raggiunto sacrificando parte dei territori occupati in cambio della fine del conflitto.

Il Cremlino ha accolto con favore il fatto che Trump non si limiti a parlare, ma “ascolti anche le richieste russe”. La posizione di Trump sembra quindi quella di un mediatore, cercando di bilanciare le richieste di Mosca con il sostegno a Kiev. La sua strategia potrebbe riflettere un interesse più ampio: mantenere un certo controllo sulle relazioni con la Russia senza però scontentare completamente gli alleati occidentali. Tuttavia, questa possibile apertura pone seri interrogativi sul futuro della guerra e sulle ripercussioni per la sicurezza globale.

Qualsiasi possibile cooperazione tra Stati Uniti e Russia dovrà fare i conti con questa realtà. La guerra in Ucraina è tutt’altro che vicina a una risoluzione, ma le mosse di Trump, insieme agli interessi economici nell’Artico, potrebbero ridefinire l’intera dinamica conflittuale e politica nei prossimi anni.

Iscriviti a Money.it