Tra le numerose soluzioni proposte dai politici e dai consiglieri vicini a Trump, spicca l’idea di un attacco militare diretto contro i cartelli messicani.
Il presidente Usa Donald Trump ha iniziato il suo mandato firmando una serie di ordini esecutivi volti a smantellare politiche dell’era Biden e a mantenere le sue promesse elettorali, con un focus sull’immigrazione.
Ha dichiarato un’emergenza nazionale al confine con il Messico, annunciando l’invio di truppe e la costruzione di barriere aggiuntive. Ha ripristinato la politica «Remain in Mexico», bloccando l’ingresso negli Stati Uniti di richiedenti asilo in attesa di giudizio, e ha sospeso i programmi di accoglienza per rifugiati, colpendo migliaia di afgani e migranti di Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela.
Ha designato i cartelli della droga come «organizzazioni terroristiche straniere» e nella sua amministrazione c’è chi non esclude l’opzione militare per affrontarli. I cartelli, infatti, non solo riforniscono le città americane di droghe devastanti, ma traggono anche profitto dal trasporto di immigrati illegali e dall’invio di criminali violenti e trafficanti di esseri umani oltreconfine. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA