La pressione sugli alleati, il futuro incerto con Trump e l’ombra della guerra in Ucraina.
La NATO, storicamente simbolo dell’alleanza transatlantica, sta attraversando un momento di crisi. Lo ha dichiarato senza mezzi termini il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, durante un dibattito al World Economic Forum di Davos, richiamando l’attenzione su una serie di problemi strutturali e politici che minacciano il futuro dell’organizzazione. L’insufficienza degli investimenti militari, l’incognita del ritorno di Donald Trump alla presidenza americana e il perdurare della guerra in Ucraina stanno costringendo i paesi membri a rivedere le loro priorità strategiche.
La spesa militare: un nodo irrisolto
Secondo Rutte, i membri dell’Alleanza dovranno impegnarsi a spendere “significativamente di più” rispetto all’attuale obiettivo del 2% del PIL per la difesa. Questa percentuale, già un traguardo ambizioso per molti stati europei, potrebbe essere innalzata al 3,7% o addirittura al 5%, come auspicato dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Quest’ultimo, noto per le sue critiche verso l’eccessiva dipendenza europea dagli Stati Uniti, aveva minacciato di ridimensionare il ruolo americano nella NATO, lasciando un vuoto che l’Europa non sembra pronta a colmare.
Il problema non è solo quantitativo, ma anche qualitativo. Come evidenziato da Rutte, le risorse devono essere impiegate in modo più efficace, considerando le sfide geopolitiche attuali (prima tra tutte quella in Russia e Ucraina). Senza una maggiore condivisione degli oneri, il rischio è che la credibilità dell’Alleanza venga compromessa.
Trump e l’incertezza politica
L’eventualità di un ritorno di Trump getta un’altra ombra di incertezza sul futuro della NATO. Durante il suo precedente mandato, Trump ha mostrato scetticismo nei confronti dell’Alleanza, definendola obsoleta e criticando la disparità nei contributi finanziari tra gli Stati Uniti e gli alleati europei. La sua proposta di innalzare la spesa militare al 5% del PIL ha sollevato forti tensioni, evidenziando le difficoltà già esistenti nel raggiungere l’attuale soglia del 2%.
leggi anche
Chiusura dei rubinetti del gas russo in Europa, a che punto siamo e cosa cambia a febbraio
Sul fronte ucraino, Trump ha espresso posizioni ambigue. Pur lasciando intendere la possibilità di continuare un sostegno temporaneo a Kiev, ha suggerito concessioni territoriali come soluzione per la pace, escludendo al contempo l’ingresso immediato dell’Ucraina nella NATO. Queste dichiarazioni delineano un approccio improntato al pragmatismo ma potenzialmente destabilizzante per l’unità dell’Alleanza. La sua retorica critica verso l’Unione Europea e le minacce di nuove tensioni commerciali alimentano ulteriormente i dubbi sulla solidità della cooperazione transatlantica in uno scenario geopolitico già estremamente complesso. Nel frattempo, Mosca osserva con interesse, consapevole che un’America meno coinvolta potrebbe favorire i suoi obiettivi strategici.
Ucraina: un membro sospeso tra promesse e realtà
La guerra in Ucraina ha messo in evidenza il ruolo cruciale della NATO nella sicurezza europea, ma ha anche sollevato interrogativi sull’effettiva possibilità che Kiev entri a far parte dell’Alleanza. Sebbene nel 2008 sia stato dichiarato che l’Ucraina avrebbe avuto un futuro nella NATO, il conflitto in corso rende questa prospettiva altamente problematica. Il timore principale riguarda il rischio di un confronto diretto con la Russia, una preoccupazione condivisa da diversi stati membri. Inoltre, mentre alcune nazioni sostengono la necessità di integrare Kiev come parte di una strategia di contenimento di Mosca, altre restano scettiche, consapevoli che una decisione affrettata potrebbe compromettere l’unità interna dell’Alleanza.
Rutte ha insistito sulla necessità di rafforzare militarmente l’Ucraina, sia per consolidarne la capacità di difesa che per garantirle maggiore peso nei negoziati futuri. Tuttavia, la mancanza di un accordo unanime su un’eventuale adesione esprime divisioni profonde, alimentando tensioni che rischiano di rallentare ulteriormente questo processo. La NATO si trova dunque in una posizione delicata, in cui deve equilibrare il sostegno a Kiev con la propria coesione interna, mentre Mosca osserva attentamente, pronta a sfruttare eventuali spaccature all’interno dell’Alleanza.
La crisi energetica e il contesto geopolitico
Oltre alle sfide militari, la NATO deve affrontare anche una crescente instabilità economica e geopolitica. La crisi energetica, aggravata dalle sanzioni contro la Russia, sta mettendo a dura prova l’unità europea. L’interruzione delle forniture di gas attraverso l’Ucraina e le tensioni sui tetti ai prezzi del petrolio stanno creando frizioni tra i paesi membri, mentre Mosca tenta di sfruttare queste divisioni a suo favore.
Parallelamente, il conflitto ha aperto nuove dinamiche, come il coinvolgimento della Corea del Nord attraverso la presenza di soldati nordcoreani catturati dagli ucraini. Zelensky ha proposto uno scambio di prigionieri con Mosca, evidenziando quanto il conflitto sia ormai un terreno di scontro globale. La NATO si trova di fronte a una prova cruciale. La combinazione di sfide economiche, politiche e militari mette a rischio la sua capacità di agire come un’alleanza coesa e credibile. Con l’incertezza politica negli Stati Uniti e le ultime tensioni globali, i prossimi anni saranno cruciali per il futuro dell’Alleanza. Sarà in grado di affrontare le attuali sfide? La risposta, per ora, è incerta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA