Se la Russia dovesse attaccare l’Europa, l’UE non sarebbe capace di difendersi. È questo ciò che dicono gli esperti. Scopriamo perché e quali sono le sfide da affrontare sul fronte della sicurezza.
Se la Russia dovesse attaccare l’Europa, l’Unione europea non sarebbe capace di difendersi.
È questo ciò che è emerso dalle recenti valutazioni sulla sicurezza della nostra Comunità, che mettono in evidenza una grave carenza di risorse militari, strategie di difesa inefficaci e una produzione industriale insufficiente. Il Segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che la Russia produce “più munizioni in tre mesi di quante ne realizzi l’intera NATO in un anno”, un dato che dimostra il gap bellico esistente tra Mosca e Bruxelles.
Gli esperti avvertono che i Paesi europei non sono preparati per uno scenario in cui la Russia possa attaccare senza il supporto immediato degli Stati Uniti. Una minaccia che si fa ancora più concreta dopo che i servizi segreti hanno dichiarato che Mosca potrebbe attaccare l’Europa tra 3 anni.
L’industria della difesa europea sembra quindi faticare nello “stare al passo”, soffrendo di una burocrazia eccessiva e della riluttanza dei governi a investire in armamenti. Tuttavia esistono alcuni Paesi europei pronti a difendersi, come la Finlandia e la Polonia che mira a diventare una nuova superpotenza militare.
Ma perché l’Europa è così vulnerabile? Scopriamo perché la nostra Unione Europea sarebbe così impreparata e quale ruolo giocheranno gli Stati Uniti.
L’Europa lontana dal difendersi dalla Russia: ecco perché
È indubbio che l’Europa si trovi in una posizione di “debolezza” rispetto alla Russia . Infatti, per cominciare, l’industria della difesa europea non è in grado di competere con la capacità produttiva russa. La NATO e i paesi europei non producono abbastanza munizioni e armamenti per sostenere un conflitto su vasta scala; al contrario, Mosca può garantire più munizioni in tre mesi di quanto l’intera alleanza occidentale riesca a fare in un anno.
Ancora, secondo gli esperti la “mancanza di decisioni politiche” rapide ed efficaci mette in grave pericolo l’Europa. Secondo gli analisti, i governi europei sono troppo “timorosi nell’approvare investimenti in armamenti per paura di fare scelte sbagliate”. Un atteggiamento che potrebbe anche tradursi nella decisione dell’Europa di non alimentare totalmente i venti di guerra che soffiano dall’Oriente all’Occidente - se non si contano certe affermazioni adottate da alcuni premier come quello francese e polacco.
Tuttavia, che sia il risultato di un orientamento verso la pace, questo atteggiamento ha portato a ritardi concreti nell’acquisto di equipaggiamenti militari essenziali, come esplosivi e polvere da sparo. Infine, la burocrazia rappresenta un ulteriore ostacolo: i processi di approvvigionamento sono lenti e inefficienti, impedendo di colmare rapidamente le lacune nella difesa.
Dalla fine della Guerra Fredda, molti Paesi europei hanno smantellato le loro difese convenzionali, optando per piccoli contingenti militari destinati a missioni all’estero piuttosto che a una difesa su larga scala. Questo ha lasciato l’Europa senza un esercito pronto a respingere un’eventuale invasione russa.
Ue contro Russia: la Finlandia unico paese pronto a resistere
A differenza del resto dell’Europa, la Finlandia, come la Polonia, ha sempre mantenuto una strategia di difesa solida e pronta a rispondere a qualsiasi minaccia. A causa della leva obbligatoria, il Paese può contare su una riserva di 870.000 soldati, di cui 280.000 immediatamente mobilitabili. Questo dato la rende la nazione con il contingente più numeroso in caso di guerra. Inoltre, la Finlandia possiede una delle artiglierie più potenti d’Europa, con una flotta di circa 200 carri armati e 62 caccia F-18, a cui si aggiungeranno 64 nuovi F-35 a partire dal 2026.
La preparazione finlandese non si limita all’aspetto militare: il paese ha investito massicciamente nella sicurezza informatica, nella sorveglianza dello spazio aereo e nelle difese missilistiche. Questo livello di prontezza si deve alla consapevolezza storica del rischio rappresentato dalla Russia. La Finlandia ha sempre mantenuto alta l’attenzione sulla sua sicurezza nazionale, non riducendo le proprie spese militari.
Ue contro Russia: il ruolo degli Stati Uniti e le sfide future
Un altro fattore chiave nella sicurezza europea è il ruolo degli Stati Uniti. Negli ultimi anni, l’amministrazione americana ha manifestato segnali contrastanti sul proprio impegno nella NATO. Donald Trump ha più volte messo in discussione il sostegno americano all’alleanza, affermando che gli stati membri dovrebbero aumentare le proprie spese militari fino al 5% del PIL, lodando lo sforzo di alcuni paesi come la Polonia.
Sebbene gli Usa mantengano una garanzia di sicurezza nucleare per l’Europa, la possibilità di una riduzione delle forze convenzionali americane è concreta. Di fronte a questa incertezza, l’Unione Europea si trova a dover prendere decisioni cruciali per il futuro della sua sicurezza. Tuttavia, questo comporta diverse sfide: dall’aumento della produzione industriale di armamenti, alla riforma dei processi burocratici, fino a una maggiore cooperazione tra gli stati membri.
Con l’Europa che si trova ad affrontare crescenti minacce e il pericolo di una terza guerra mondiale, è fondamentale che l’Unione si prepari a eventuali scenari di crisi. Tuttavia, è altrettanto cruciale non trascurare gli strumenti di prevenzione e dialogo. Solo un equilibrio tra deterrenza e diplomazia potrà garantire una sicurezza duratura. Alimentare una crescente tensione globale è davvero la strada da percorrere? La risposta a questa domanda, e le sue conseguenze, spetteranno alle generazioni future.
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