Economia Calda - Economia e poesia

Dario Colombo

08/08/2022

Occorre il pensiero poetante per poter rendere l’economia più libera di avere visioni e così trovare soluzioni innovative

La poesia è la base per l’innovazione.
Con questa affermazione decisa, ormai normalmente rivoluzionaria per gli standard comunicativi che abbiamo adottato con Economia Calda sin dal suo Manifesto, vogliamo portare la cultura umanistica allo stesso tavolo di quella tecnocratica dell’economia.

Il concetto di poesia come summa della cultura umanistica ci è utile a mettere sul tavolo l’elemento dell’immaginazione al servizio della costruzione sociale.

Una dicotomia, binari che non si incontrano: il pensiero razionale e l’immaginifico. Apparentemente distanti. Invece è doveroso che si intersechino il più possibile.

Una volta si diceva «l’immaginazione al potere». Slogan che ha fatto storia, coniato dal filosofo Herbert Marcuse e ripreso dagli studenti del 68, che significava la voglia di pensare un mondo nuovo. Ormai è certo che chi la auspicava non è mai riuscito a raggiungere il traguardo. Ma il tema era sentito, scorreva nelle vene della società.

La Queen question e l’arte della domanda

Il 5 novembre 2008, in piena crisi economica scatenata nell’estate del 2007 dalla bolla dei subprime statunitensi, all’inaugurazione dell’anno accademico della London School of Economics la regina Elisabetta II chiese agli economisti inglesi perché non fossero riusciti a prevedere quella crisi, ammutolendoli.

In seguito gli stessi ammisero di aver smarrito la capacità di immaginare. Si sanciva così il fallimento dell’immaginazione collettiva e l’entrata in crisi anche del pensiero economico razionale.

Come recuperare la capacità immaginativa? Qui entra in campo la poesia.
Il poeta messicano Octavio Paz, nobel della letteratura nel 1990, disse che il pensiero poetico è immaginazione: non serve a dimostrare, ma a mostrare.

Ecco perché il pensiero poetante farebbe bene all’economia.
Non seguendo una regola la poesia “inceppa il meccanismo” e quindi chiede che si sviluppi la capacità di dare una risposta.

Le discipline umanistiche hanno l’arte della domanda, quelle tecniche hanno l’arte della risposta.
O il pensiero economico esce dalla torre d’avorio e familiarizza con le altre discipline oppure non evolve, inaridisce e non riesce più a dare risposte innovative.

Chiudiamo così la prima serie di Economia Calda con un invito, economico e innovativo, alla lettura e alla lettura di poesia e offrendone una, significativa, di un altro premio nobel (nel 1975), Eugenio Montale.

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Il piccolo Strega di Money.it

La nostra selezione di libri per approfondire il tema della puntata.

Eugenio Montale - Tutte le poesie - Mondadori

Octavio Paz - Anch’io sono scrittura - Sur

Costantino Kavafis - Le poesie - Einaudi

Etty Hillesum - Diario 1941-1943 - Adelphi

Franco Arminio - Cedi la strada agli alberi - Chiarelettere

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