La prossima settimana il Parlamento europeo prenderà anche importanti decisioni sull’obsolescenza dei prodotti e sulle regole per la condivisione etica dei dati
La sessione plenaria del Parlamento europeo che si terrà a Strasburgo dal 4 al 7 aprile non potrà non tener conto delle priorità legate al conflitto in Ucraina.
Ma avrà anche un’attenzione a temi di lungo respiro, che si riverberano nel nostro vivere quotidiano e lo modellano.
Stiamo parlando dei temi conosciuti come Right to repair e Data Governance Act, ossia diritto alla riparazione e governo dei dati. Ancora meglio: come cambiare la rotta di quel fenomeno conosciuto come obsolescenza programmata e come dare importanza e proteggere una volta per tutte, rispettando i valori europei, quel patrimonio che risponde alla voce “dato”, da molti riconosciuto con impeto immaginifico, “nuovo petrolio”.
Ucraina e politica estera
Fra i molti temi sul piatto di Strasburgo c’è dunque l’Ucraina, sotto il profilo umanitario: i deputati discuteranno con il Consiglio e la Commissione cosa può fare l’Unione Europea per proteggere i bambini che fuggono dalla guerra in Ucraina dal traffico e dallo sfruttamento,
Il parlamentare del gruppo PPE, Andrea Caroppo di FI, nota come «in Italia abbiamo 80mila rifugiati, ma è verosimile che con il prolungarsi del conflitto molti che ora sono fermi nei paesi dell’est si spostino a ovest».
Il tema dei movimenti secondari è importante anche per Vincenzo Sofo, FdI e gruppo ECR, in un momento in cui si sta discutendo la modifica delle politiche migratorie, accordo di Dublino in testa.
Gli fa eco Patrizia Toia, PD e gruppo S&D, per la quale “l’Europa si è rivelata unita di fronte alla guerra, a tutela dei diritti umani”, conscia che comunque vada “rafforzata la politica estera: cosa vuole fare l’Europa nel mondo? Abbiamo una autonomia strategica?” E il Parlamento europeo discuterà infatti anche i risultati del Consiglio europeo di primavera con i Presidenti Charles Michel e Ursula von der Leyen e con il Capo della politica estera UE Josep Borrell
Ma sul tavolo ci sono anche i nuovi criteri per selezionare i progetti energetici che riceveranno i fondi UE e allinearli con il Green Deal europeo. E Le recenti prese di posizione del Consiglio in tema di politica energetica, (fra cui l’IUE come soggetto acquirente unico) devono essere tramutate in legge.
“Faremo una procedura di urgenza - ha detto Toia - un testo base e poi con gruppo negoziale andiamo al trilogo” (ossia Parlamento, Commissione e Consiglio che si accordano sullo stesso testo).
Ignazio Corrao, gruppo ALE, dice che i verdi voteranno contro “per contrastare la dipendenza fossile, dobbiamo invece velocizzare la transizione verso fonti rinnovabili".
Sabrina Pignedoli del M5S e gruppo NI, fa la proposta di «un energy recovery fund, per compensare la filiera e le famiglie. L’indipendenza da gas russo prevede un mix fra rinnovabili e misure per risparmio energetico».
E infine per Annalisa Tardino, Lega e gruppo ID, sarà importante avere un Commission statement sulla tassazione minima delle multinazionali che operano sul territorio europeo e che fatturano oltre 750 milioni euro annui.
L’economia circolare si fa con il diritto alla riparazione
I deputati voteranno una risoluzione per delineare le proposte del Parlamento in merito alla prossima iniziativa della Commissione sul «diritto alla riparazione» dei consumatori, che dovrebbe includere i prodotti di lunga durata che possono essere riparati, una migliore etichettatura per i consumatori e l’estensione delle garanzie.
Andrea Caroppo si dichiara a favore a patto che si generino tre vantaggi: «per il consumatore, per l’ambiente ed economico: le riparazioni vengano svolte in Europa da piccole e medie imprese».
Ignazio Corrao invoca l’istituzione di un repair score: “aiutiamo i consumatori a capire quali prodotti avranno maggiori probabilità di essere riparati”.
Sabrina Pignedoli vede il diritto alla riparazione in linea con la sostenibilità: serve allungare la garanzia e fissare un utilizzo obbligatorio di pezzi di ricambio.
Nel testo si sottolinea che un diritto alla riparazione efficace dovrebbe coprire l’intero ciclo di vita di un prodotto, includendo design, produzione etica, etichettatura sulla riparabilità e sulla durata prevista e armonizzazione dei protocolli di valutazione.
Inoltre, un diritto alla riparazione adeguato dovrebbe garantire all’industria e ai consumatori l’accesso gratuito alle informazioni riguardanti la riparazione e la manutenzione.
Secondo i deputati, le pratiche che limitano indebitamente il diritto alla riparazione o che lo portano all’obsolescenza potrebbero essere considerate «pratiche commerciali sleali» e inserite nella lista delle pratiche vietate dal diritto UE.
Tra le richieste dei deputati figurano incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo, requisiti più duraturi sulla progettazione dei prodotti e regole armonizzate sulle informazioni ai consumatori (ad esempio, valutazioni sulle riparazioni, durata stimata, parti di ricambio e disponibilità di aggiornamenti software).
Data Act: tutela ed etica della proprietà dei dati
Rispondendo a una domanda di Money.it Patrizia Toia sottolinea come il testo sulla proprietà dei dati sia importante, in quanto tassello fondamentale della politica di innovazione europea. "Non bastano le tecnologie, non basta avere le imprese innovative: l’Europa deve dettare le regole, i nostri principi, in nostri valori devono trasferirsi anche nei dati”.
Il tema delle questioni etiche rimanda all’intelligenza artificiale: «quali sono le cose giuste da fare? Su questa materia noi avremo il primo testo nel mondo».
«Va bene - si chiede Toia - che le grandi piattaforme utilizzino i dati delle aziende che commerciano tramite loro? Noi scriviamo regole sui criteri di possesso, acquisizione e tutela dei dati. Regole che convivano con le imprese, regole chiare e aperte».
Andrea Caroppo sottolinea che «con il GDPR abbiamo già tutele. Il Data Governance Act favorisce lo scambio dei dati per fare innovazione. Pensiamo a quella suo dati sanitari, come la lotta al cancro: possiamo mettere a disposizione i dati in modo anonimo, per valorizzarli al fine di trovare le cure».
Con relatrice Angelika Niebler, della Commissione ITRE (Industria, ricerca ed energia), il Data Governance Act è una proposta legislativa della Commissione Europea che vuole creare un quadro che faciliti la condivisione dei dati.
La proposta è stata varata nell’ambito della strategia europea per i dati 2020 ed è stata presentata dalla Commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager. Si rivolge ai dati di enti pubblici, aziende private e cittadini. I suoi obiettivi sono consentire in sicurezza la condivisione di dati sensibili detenuti da enti pubblici, regolamentare la condivisione dei dati da parte di soggetti privati.
Il 30 novembre 2021, il Parlamento e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo sulla formulazione.
I deputati discuteranno e voteranno quindi le nuove regole per rendere un maggior numero di dati accessibili a start-up e imprese per favorire l’innovazione.
Il Data Governance Act, già concordato dai deputati con i governi UE, mira a promuovere la condivisione dei dati e a sbloccare il potenziale dell’intelligenza artificiale.
Le nuove norme consentiranno di sfruttare i dati e prepareranno il terreno per la creazione di spazi europei di dati settoriali a beneficio della società, delle imprese e dei cittadini.
Le nuove regole europee dovrebbero garantire la neutralità e la trasparenza degli intermediari che si occupano di condividere i dati, favorire il riutilizzo di alcuni dati detenuti dal settore pubblico – ad esempio alcuni dati sanitari, agricoli o ambientali – e la creazione di spazi europei dei dati in settori strategici.
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