Educatori, tra DdL Lorenzin e legge Iori: come cambia la professione

Anna Maria D’Andrea

30 Ottobre 2017 - 18:20

Educatori: due leggi diverse che delineano il futuro della professione. Tra DdL Lorenzin e legge Iori, ecco cosa cambia e perché infiamma la polemica.

Educatori, tra DdL Lorenzin e legge Iori: come cambia la professione

Ci sono professioni che per la legge sono meno professioni di altre. Questa è, almeno, la situazione che fino ad oggi interessa gli educatori, figure professionali indispensabili ma spesso poste in secondo piano.

La professione di educatore professionale è destinata a mutare notevolmente nei prossimi anni: tra DdL Lorenzin e legge Iori sono molte le novità in arrivo, ma anche le polemiche.

A protestare sono, oggi, gli educatori laureati in Scienze dell’Educazione che, stando alla formulazione del DdL Lorenzin, potrebbero ben presto essere esclusi dall’ambito sanitario.

Con il DdL Lorenzin, approvato il 25 ottobre 2017, viene infatti prevista la creazione dell’albo degli educatori professionali snt-2, riconosciuti come professionisti del settore socio-sanitario.

Se da un lato si tratta di una buona notizia per molti professionisti del settore, che avranno ora pieno riconoscimento legale, dall’altro lato la nuova legge nasconde un’esclusione implicita e totale dall’ambito socio-sanitario per tutti gli educatori L-19.

Una situazione che ha causato la polemica degli educatori pedagogisti, che annunciano una manifestazione per richiedere la revisione dell’articolo 5 del DdL Lorenzin al fine di non veder svilita la propria figura professionale all’interno di contesti, come consultori o Asl, dove presto l’accesso alla professione potrebbe esser riservato soltanto agli educatori professionali.

In una situazione paradossale e preoccupante per tutti i laureati in Scienze dell’Educazione, il risvolto positivo della medaglia è che, il giorno successivo, il Senato ha ripreso i lavori sulla legge n. 2443 Iori-Binetti, nata proprio con l’obiettivo di costituire l’albo degli educatori e dei pedagogisti.

La professione di educatore è oggi ad un bivio ed è molta la confusione su cosa cambia sia con il DdL Lorenzin che con la legge Iori, pronta per essere discussa e - si spera - approvata.

Cerchiamo di capirci di più.

Educatori: cosa cambia con il DdL Lorenzin

Il DdL Lorenzin prevede la creazione di un albo di educatori professionali, accanto a sociologi, OSS e assistenti sociali all’interno dell’area delle professioni socio sanitarie.

Il nuovo ordine professionale che include anche gli educatori professionali riguarda esclusivamente i laureati in snt-2, ovvero gli educatori laureati alla facoltà di medicina e chirurgia.

Il testo del DdL Lorenzin, ancora in attesa della sua approvazione definitiva, delinea chiaramente come il futuro della professione di educatore in ambito socio-sanitario sarà riservato esclusivamente ai laureati provenienti da questo specifico corso di laurea.

Una situazione che, se da un lato mira a dare ordine ad una professione spesso troppo frammentata e caratterizzata da confusione su ruoli e competenze, appare fortemente penalizzante per gli educatori pedagogisti provenienti, invece, dalla facoltà di Scienze dell’Educazione.

La protesta

Se da un lato gli educatori professionali vedono per la prima volta riconosciuto il proprio ruolo professionale, dall’altro la formulazione attuale del DdL Lorenzin esclude dalle professioni sanitarie gli educatori L-19.

Questo significa, fondamentalmente, che con la creazione del nuovo albo gli sbocchi professionali per i laureati in Scienze dell’Educazione diminuirebbero di gran lunga, arrivando soltanto a coprire per lo più il settore educativo.

Cosa cambia? La situazione, denunciata dagli stessi educatori che annunciano una manifestazione di protesta contro il DdL Lorenzin, prevede che soltanto gli educatori professionali potranno lavorare nelle strutture a carattere prevalentemente sanitario.

Se ciò appare oggettivamente corretto se si pensa a Asl o strutture di riabilitazione, lo stesso non è se si pensa a consultori oppure a centri specializzati in autismo o in altre patologie dove l’educatore svolge da sempre ruoli trasversali.

Vicina alla protesta degli educatori anche l’on. Vanna Iori che, con un post pubblicato sulla sua bacheca Facebook, ha annunciato che il 26 ottobre 2017 ha ripreso il via l’esame della legge 2443, con la quale si chiede il riconoscimento della figura di educatore e pedagogista.

La legge Iori e il futuro della professione di educatore

Con un post pubblicato il 26 ottobre 2017 l’on. Vanna Iori ha annunciato che il Senato, dopo mesi di stallo, ha ripreso l’esame della legge 2443 Iori-Binetti.

Il testo della legge Iori così come attualmente predisposto prevede l’istituzione di due figure professionali: l’educatore professionale socio-pedagogico, laureato in un corso di laurea della classe L-19 (Scienze dell’educazione e della formazione) e l’educatore professionale socio-sanitario, laureato ad un corso di laurea classe L/SNT2 (professioni sanitarie della riabilitazione).

Ovviamente l’entrata in vigore del testo di Legge Iori, dopo le discussioni e l’approvazione in Senato, sarà accompagnata da una fase transitoria: non verranno licenziati in tronco gli educatori senza titolo di studio, così come psicologi e assistenti sociali che occupano attualmente questa posizione lavorativa.

Nonostante l’annuncio, tuttavia, non si può non considerare come le criticità e gli ostacoli sono ancora oggi molti: innanzitutto, si tratta di una legge ormai proposta dal 2014 e sulla quale pesa l’esito dell’attuale legislatura.

Cosa succederà se non verrà approvata prima delle nuove elezioni? Quali saranno le ricadute occupazionali dopo l’approvazione del DdL Lorenzin e l’istituzione dell’albo degli educatori professionali?

Le domande che oggi si pongono gli educatori sono molte ed è difficile dare una risposta chiara.

Quel che è certo è che, con la nuova regolamentazione delle professioni, sia in ambito educativo che in quello sanitario e sociale, la professione di educatore si appresta ad essere interessata da una vera e propria rivoluzione, ancora oggi troppo difficile da definire.

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