In quasi tutti i paesi d’Europa si può bere l’acqua del rubinetto ma in alcuni potrebbe contenere troppo cloro o addirittura alcuni batteri.
La direttiva sull’acqua potabile dell’UE stabilisce i requisiti minimi per la qualità dell’acqua potabile.
Quindi dovrebbe essere sicuro bere l’acqua del rubinetto nelle principali città dell’UE. Tuttavia nelle cittadine più piccole o in aperta campagna la situazione potrebbe essere diversa. Questo perché non tutte le fonti d’acqua sono coperte dalla direttiva.
Dove si può bere l’acqua dal rubinetto in Europa
Solitamente è sicuro bere acqua dal rubinetto nei seguenti Paesi:
- Andorra
- Belgio
- Cipro
- Danimarca
- Estonia
- Finlandia
- Francia
- Grecia
- Irlanda
- Islanda
- Italia
- Croazia
- Lituania
- Liechtenstein
- Lussemburgo
- Malta
- Monaco
- Olanda
- Norvegia
- Polonia
- Portogallo
- San Marino
- Svizzera
- Slovacchia
- Slovenia
- Spagna
- UK
- Svezia
- Repubblica Ceca
- Germania
- Città del Vaticano
- Austria
Tuttavia, è importante sapere come comportarsi quando ci si trova in alcune situazioni particolari. Ad esempio, Christer Johansson, ispettore statale presso l’Agenzia nazionale per l’alimentazione svedese, ha spiegato che in Svezia ci sono anche attività, come ristoranti o campeggi, che si riforniscono da pozzi privati dove appunto bisogna prestare attenzione.
In Bulgaria e Romania, a Bucarest e Sofia, l’acqua del rubinetto dovrebbe essere sicura secondo le autorità, ma al di fuori delle capitali la qualità può variare. Le autorità avvertono poi che in Montenegro, specialmente d’estate, è preferibile l’acqua in bottiglia. Anche se l’acqua del rubinetto è potabile in Ungheria, ci sono stati casi di alto livello di arsenico nel 2022 in alcune zone del sud.
Il Kosovo invece raccomanda di evitare l’acqua del rubinetto. In Grecia, soprattutto nelle isole, è prassi preferire l’acqua in bottiglia. In altri luoghi d’Europa l’acqua del rubinetto può avere un sapore di cloro, in quanto è utilizzato per purificarla (dovrebbe essere sempre presente entro limiti sicuri).
Diverso è il discorso che riguarda i microrganismi e il rischio di ingerirli attraverso acqua non pienamente purificata. In alcuni paesi, come Albania e Armenia, si consiglia di evitare l’acqua del rubinetto per scongiurare problemi di salute.
A tal proposito, lo svedese Christer Johansson suggerisce di osservare le abitudini locali per capire se bere l’acqua del rubinetto è sicuro. “Se le persone del posto bevono solo acqua in bottiglia, potrebbe esserci un motivo”, conclude.
Quali batteri si possono trovare nell’acqua del rubinetto?
Ecco i microrganismi più comuni che possono contaminare l’approvvigionamento idrico domestico. Identificare questi batteri è cruciale per comprendere i potenziali rischi per la salute e adottare le necessarie misure di prevenzione.
Legionella
La Legionella è uno dei batteri più noti (e più nocivi) tra quelli presenti nell’acqua del rubinetto. La Legionella Pneumophila, il patogeno predominante negli attacchi di Legionella, è un batterio Gram-negativo considerato onnipresente, quindi diffuso ovunque nell’ambiente circostante (senza essere limitato a luoghi specifici). I batteri di questa famiglia si trovano diffusi nell’ambiente circostante, specialmente in serbatoi d’acqua naturali e artificiali. Da lì, è facile che si diffondano nei sistemi di tubature, condizionamento e distribuzione dell’acqua potabile. Il batterio prospera maggiormente a temperature comprese tra i 35°C e i 37°C; al di sotto dei 25°C si riduce l’attività, mentre sopra i 45°C non si replica più. La crescita batterica è favorita dalle condizioni di invecchiamento, complessità e dimensioni dell’impianto. Un impianto datato, trascurato e con zone stagnanti ha un alto rischio di contaminazione da Legionella.
Pseudomonas aeruginosa
Lo Pseudomonas aeruginosa è un batterio ubiquitario, con una grande capacità di adattamento. Come la Legionella, si trova principalmente in acque superficiali, reflue e marine, e in generale in ambienti umidi. Questo batterio si replica rapidamente a temperature comprese tra 4 e 42 °C ed è particolarmente resistente ai normali disinfettanti usati per trattare l’acqua potabile. Si può trovare in situazioni di ristagno dell’acqua, come serbatoi, piscine, rubinetti, dispositivi di trattamento dell’acqua e distributori di acqua. Se presenti sedimenti e biofilm, può raggiungere livelli elevati, risultando pericoloso per la salute di individui immunocompromessi come pazienti ospedalieri e degli istituti di cura.
Escherichia Coli e Batteri Colifromi
L’Escherichia Coli è un gruppo di batteri gram-negativi resistenti al calore, appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Si trova normalmente nella flora intestinale di esseri umani e animali. Nella maggior parte dei casi è un batterio innocuo. Tuttavia se alcune varianti possono causare infezioni gravi. La sua presenza nell’acqua è un indicatore chiaro di inquinamento fecale, perché è un microrganismo presente soprattutto nelle feci. Inoltre non riesce a vivere e moltiplicarsi negli ambienti acquatici (a differenza della Legionella).
La direttiva balneazione 2006/7/CE recepita in Italia dal D.Lgs. 116/2008 e dal decreto attuativo D.M. 30 marzo 2010 stabilisce la soglia limite di E. Coli atta a valutare la qualità delle acque. La soglia è:
- 500 cfu per 100 ml di acqua marina per l’Escherichia coli
- 1000 cfu per 100 ml nelle acque interne
Diverso è il discorso riguardante acque destinate al consumo umano. Qui si fa riferimento alla Direttiva 98/83/CE recepita dal D.Lgs n. 31/01, che richiede l’assenza di E. Coli in 100 ml di acqua (in 250 ml per le acque imbottigliate).
I batteri coliformi sono batteri Gram-negativi, normalmente presenti nell’intestino di uomini e animali, ma possono sopravvivere anche in altri ambienti, inclusi quelli acquatici, dove si riproducono facilmente.
Enterococco
Sono batteri gram-positivi, a differenza della Legionella che è un batterio gram-negativo. Questi batteri sono presenti nell’intestino di esseri umani e animali, ma non riescono a moltiplicarsi negli ambienti acquatici. Tuttavia, hanno una maggiore capacità di sopravvivenza in acqua rispetto ad altri batteri come l’Escherichia coli. Sono anche molto forti, in quanto resistono ai pH alcalini e alla disinfezione con cloro. La loro presenza nell’acqua indica:
- Possibile presenza di patogeni fecali che sopravvivono più a lungo dell’Escherichia Coli;
- Efficacia del trattamento di potabilizzazione dell’acqua;
- Qualità dell’acqua dopo riparazioni o sostituzioni delle tubature, poiché resistono anche all’essiccamento.
Se dopo un’analisi dell’acqua rilevi Enterococchi intestinali ciò indica probabilmente una recente contaminazione fecale. Non è un problema irrisolvibile: dovrai attuare ulteriori azioni di prevenzione e bonifica dei sistemi idrici, indagando sulle possibili fonti di inquinamento, come trattamenti inadeguati o problemi all’impianto.
Citrobacter
Questo microrganismo ha colpito vari neonati nel Veronese tra il 2018 e il 2020 all’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento. Esso è molto diffuso in natura, nelle acque, nel suolo, in alimenti contaminati e soprattutto nell’intestino di animali e persone. Si tratta di un batterio gram-negativo come la Legionella. Fa parte della famiglia delle Enterobacteriaceae, che è la stessa di Escherichia, Salmonella e coliformi.
Si trasmette principalmente tramite l’ingestione di acqua contaminata, ma anche per contatto diretto con persone, superfici od oggetti infetti. Le conseguenze sono infezioni, prevalentemente ospedaliere, potenzialmente letali, soprattutto per chi ha un sistema immunitario debole, come anziani e neonati.
Quanto si risparmia bevendo l’acqua del rubinetto
Quando scegliamo l’acqua del rubinetto invece di quella oligominerale o minerale in bottiglia, il risparmio è sia economico che ambientale. Basti pensare che ogni giorno in Italia si usano 30 milioni di bottiglie di plastica e 7 milioni di contenitori in vetro, producendo 13,5 miliardi di bottiglie all’anno da smaltire.
Greenpeace stima che nel 2019 in Italia siano state prodotte 460 mila tonnellate di bottiglie in PET (polietilene tereftalato, la plastica usata per il consumo alimentare). Questo ha generato 1,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente.
C’è poi anche la questione economica. Publiacqua, il gestore idrico di 46 comuni toscani tra Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, offre sul suo sito il cosiddetto Plasticometro. Si tratta di una «calcolatrice» online che permette di calcolare il risparmio usando l’acqua del rubinetto, buona e sicura.
Ad esempio, una famiglia che consuma 12 bottiglie da un litro e mezzo ogni settimana, se bevesse acqua del rubinetto, risparmierebbe 312 euro l’anno, evitando di comprare 624 bottiglie, producendo 17,5 chili di plastica in meno e consumando quasi 8 litri di carburante in meno per il trasporto.
Se vuoi continuare a bere l’acqua del rubinetto ma hai paura dei batteri, ciò che puoi fare è:
- Fare spesso controlli, analisi e monitoraggio costante dell’acqua
- Individuare subito la causa a monte della contaminazione
- Attuare una corretta e regolare igienizzazione degli ambienti e degli impianti, soprattutto nei luoghi comunitari come ospedali, case di cura, aziende e ambiti lavorativi in generale
- Fare spesso analisi pre e post interventi di bonifica
- Seguire prassi igieniche adeguate a prevenire potenziali infezioni
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