Con i sondaggi fermi ci pensa Calenda a ipotizzare l’esito delle elezioni: “Forza Italia sfiorerà la soglia di sbarramento, la Lega è al collasso e Meloni non governerà mai”.
Le elezioni politiche di domenica 25 settembre si avvicinano e Carlo Calenda, nonostante lo stop ai sondaggi politici imposto dal par condicio, sembrerebbe avere le idee molto chiare su quello che potrebbe essere l’esito del voto.
Intervistato da Il Foglio, Calenda si è sostituito ai sondaggi facendo una previsione molto impegnativa “ prenderemo più voti della Lega ”, con la lista Azione-Italia Viva che a quel punto potrebbe spianare la strada a un nuovo governo Draghi.
“Non c’è solo il fatto che Matteo Salvini è fuori controllo, e arriva a rinnegare il voto sul lockdown per provare a racimolare qualche voto di antivaccinisti - ha spiegato il leader di Azione - C’è anche il fatto che gli elettori non estremisti della Lega, e sono tanti, e con loro quelli di Forza Italia, hanno capito che quella offerta da Giorgia Meloni non è una prospettiva di governo”.
Calenda poi non è stato particolarmente tenero anche con Meloni, bollata come “ non all’altezza ” di diventare presidente del Consiglio visto che “stare a Palazzo Chigi richiede saldezza di nervi, capacità di incassare in silenzio”, mentre la numero uno di Fratelli d’Italia “è sempre sulla difensiva, sempre nervosa, sempre in preda a una specie di sindrome da assedio”.
“Un eventuale premier che a cinque giorni dal voto paventa complotti internazionali, getta accuse sui governi tedesco e francese, e rinnova fedeltà a Orban e agli estremisti di destra spagnoli, quale voce in capitolo avrebbe a Bruxelles? - ha aggiunto Calenda in merito a Meloni - Hai voglia poi a dire che la pacchia è finita: la storia dei pugni sul tavolo è il rifugio retorico di chi sa di non contare in Europa, di non avere altro strumento di legittimazione diplomatica se non quello garantito dello scontro”.
Elezioni politiche 2022
Elezioni 2022: Calenda come i sondaggi
Carlo Calenda si sta giocando molto in queste elezioni politiche. Se il listone Azione-Italia Viva dovesse andare bene, ovvero superare la doppia cifra, allora il terzo polo tornerebbe alla carica per chiedere un nuovo governo Draghi.
“Se di voti ne prenderemo tanti, su questa base, allora dimostreremo che sì, c’è una voglia di Draghi - è il ragionamento dell’ex ministro - Dopodiché, il da farsi lo valuterà il Capo dello stato ed eventualmente il premier stesso”.
Calenda così giocando a sostituirsi ai sondaggi politici, in virtù del caos che sembrerebbe regnare nel centrodestra prevede che “ Forza Italia sfiorerà la soglia di sbarramento, la Lega è al collasso ”. Uno scenario questo che renderebbe il post-elezioni particolarmente incerto.
Tralasciando sondaggi e previsioni, il sentore è che una volte chiuse le urne ci saranno due strade percorribili in Parlamento: un governo Meloni sostenuto dal centrodestra, oppure di nuovo le larghe intese magari sperando in un Draghi-bis nonostante il banchiere di recente si sia tirato fuori dai giochi.
“Ma quindi cosa pensa di fare? Un monocolore Pd? - ha concluso Carlo Calenda tirando in ballo Enrico Letta - Non ci crede nemmeno lui, suvvia. Alla fine un nuovo incarico a Draghi è la prospettiva su cui anche chi nel Pd non vuole rassegnarsi alla Meloni dovrà convergere”.
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