Elezioni Spagna 2023, i risultati ufficiali del voto: i Popolari sono il partito più votato ma, visto il calo di Vox, il centrodestra non ha i voti per formare una maggioranza, mentre Sanchez potrebbe avere i numeri in caso di accordo con gli indipendentisti catalani di Junts e con le forze basche.
Chi ha vinto le elezioni Spagna 2023? Una domanda più che lecita visto che, il voto che si è tenuto domenica 23 luglio, ancora una volta non ha generato un vincitore netto con lo spettro di un ritorno alle urne che appare essere assai probabile.
Nel dettaglio si è trattato di un voto anticipato - da calendario le urne sarebbero dovute tornare ad aprirsi a dicembre di quest’anno - che è stato voluto dal premier Pedro Sanchez a seguito della debacle alle recenti amministrative e regionali nonostante le buone notizie sul fronte dei salari e dell’inflazione.
I risultati delle elezioni in Spagna hanno premiato il Partito Popolare che è stata la lista più votata con il 33,05%; alle sue spalle si è posizionato il Partito Socialista del premier uscente Sanchez con 31,70% e poi a seguire la destra di Vox con il 12,39% e la sinistra di Sumar con il 12,31%.
Nonostante l’exploit alle urne e i 136 seggi conquistati (+47 rispetto le scorse elezioni) su un totale di 350, il leader del Pp Alberto Nunez Feijoo non ha al momento i numeri per formare una maggioranza di governo alla Camera - al Senato invece sì - anche se dovesse essere trovata una intesa con Vox.
Al contrario i socialisti di Pedro Sanchez potrebbero riuscire a superare la fatidica soglia dei 176 seggi se, oltre che con la sinistra di Sumar, dovesse arrivare un’intesa con i separatisti catalani di Junts e con gli altri partiti regionali con cui già ha governato.
La palla ora passa al re Felipe VI che dovrà decidere a chi affidare per primo l’incarico di formare un nuovo governo: sia Feijoo sia Sanchez recriminano di essere pronti ad aprire un dialogo per formare un governo, ma in Spagna ancora una volta è molto forte il rischio di un nulla di fatto con delle nuove elezioni a stretto giro che appare essere una possibilità assai concreta.
Elezioni Spagna 2023: i risultati
Questi sono i risultati ufficiali delle elezioni Spagna 2023 dopo lo scrutinio del 100% dei voti per quanto riguarda la Camera. In totale sono stati assegnati 350 seggi.
Partito | Voti | Seggi |
---|---|---|
Partito Popolare | 33,05% | 136 |
Parrito Socialista | 31,70% | 122 |
Vox | 12,39% | 33 |
Sumar | 12,31% | 31 |
Repubblicai di Catalonia | 1,89% | 7 |
Junts | 1,60% | 7 |
Euskal | 1,36% | 6 |
Partito Nazionalista Basco | 1,12% | 5 |
Coalizione Canarie | 0,46% | 1 |
Blocco Nazionalista Galiziano | 0,62% | 1 |
Upn | 0,21% | 1 |
Questi invece sono i risultati al Senato dove sono 208 i seggi totali.
Partito | Seggi |
---|---|
Partito Popolare | 120 |
Parrito Socialista | 72 |
Sinistra di Catalonia | 7 |
Junts | 1 |
Partito Nazionalista Basco | 4 |
Elezioni Spagna 2023: la legge elettorale
Dopo aver votato per quattro volte tra il 2015 e il 2019, a seguito delle ultime elezioni generali in Spagna finalmente è arrivata una sorta di stabilità politica che però non ha impedito al premier Pedro Sanchez di mandare alle urne il Paese con alcuni mesi di anticipo.
Il motivo della instabilità politica in Spagna può essere ricercata anche nel meccanismo della legge elettorale, entrata in vigore nel 1977. Come da noi, il Parlamento è diviso tra Camera e Senato.
Alla Camera (350 seggi) vige un sistema proporzionale in base ai voti presi in ognuna delle cinquanta circoscrizioni (più o meno l’equivalente delle province). Ognuna di queste elegge un numero di deputati in base alla propria grandezza (massimo 30, minimo 1), mentre non sono previsti dei premi di maggioranza.
Quindi i deputati vengono eletti in maniera proporzionale in base ai voti presi in ciascuna circoscrizione, non tenendo conto del risultato di un partito a livello nazionale. Questo è fondamentale vista la presenza di tante forze politiche regionali.
Al Senato invece (208 seggi) vige un sistema elettorale maggioritario plurinominale, con ogni provincia che elegge 4 senatori (188 in totale) mentre ci sono poi collegi speciali per le isole e per le città autonome (20 seggi in totale).
Con la fine del bipartitismo Popolari-Socialisti e la grande crescita di forze politiche come Podemos (sinistra) e Vox (destra), in Spagna questo sistema elettorale rende il Parlamento molto frazionato con grande difficoltà nel mettere assieme delle solide maggioranze.
I candidati
Pedro Sanchez nel momento in cui ha annunciato le elezioni anticipate in Spagna non si è dimesso da segretario del Partito Socialista: è stato così lui il candidato premier del partito.
A sinistra come detto c’è stata da registrare la scesa in campo del ministro del ministro del Lavoro Yolanda Díaz, con il suo movimento Sumar che alla fine ha trovato l’appoggio di Podemos: la sinistra così in Spagna correrà unita.
Per il Partito Popolare è guidato da Alberto Nunez Feijoo, che ha salutato con soddisfazione la decisione di Ciudadanos di non correre alle prossime elezioni “una prova di maturità”.
L’esito delle elezioni generali in Spagna però dipenderà soprattutto dai rapporti tra i popolari e Vox, il partito di estrema destra - ora virato su posizioni più governative e meno estremiste - che è guidato da Santiago Abascal.
I sondaggi in Spagna
I risultati delle recenti elezioni amministrative e regionali in Spagna in qualche modo riflettono quelle che sono state le previsioni fatte dai sondaggi che, da mesi, danno il Partito Popolare in grande crescita a discapito del Partito Socialista Operaio Spagnolo.
Come si può vedere dal sondaggio del 30 giugno di NC Report in vista delle elezioni generali in Spagna, uno degli ultimi realizzati prima dello stop, il Partito Popolare sarebbe nettamente in vantaggio rispetto al Partito Socialista, con Vox e Sumar attestate entrambe sopra il 13%.
I risultati ufficiali delle elezioni in Spagna però hanno smentito in qualche modo quelle che erano state le previsioni dei sondaggi, con i Socialisti che alla fine sono vicini molto più vicini ai Popolari di quanto si aspettasse.
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