Elon Musk cancella lo smart working: «Il lavoro da remoto non è più accettabile»

Stefano Rizzuti

01/06/2022

Il Ceo di Tesla, Elon Musk, ha inviato una mail ai suoi dipendenti per spiegare che il lavoro da remoto non sarà più accettabile e che l’azienda non ricorrerà più allo smart working.

Elon Musk cancella lo smart working: «Il lavoro da remoto non è più accettabile»

Niente più smart working. Elon Musk è netto: chi vuole lavorare lontano dall’ufficio non potrà farlo nella sua azienda Tesla. Quello del Ceo della casa automobilistica è un vero e proprio ultimatum che sembra rivolto soprattutto ai suoi manager. O si torna in ufficio o si deve lasciare il lavoro, è il chiaro messaggio.

Per Musk “il lavoro da remoto non è più accettabile. Questo è il contenuto di una mail, riportata da Bloomberg, che Musk avrebbe inviato ai suoi dipendenti e che lo stesso Ceo non ha confermato, pur ammettendo implicitamente la sua veridicità.

La mail risale al 31 maggio e Musk ha detto chiaramente ai suoi dipendenti che dovranno lavorare almeno 40 ore a settimana dall’ufficio. Una decisione in controtendenza con molte aziende statunitensi che continuano ad applicare lo smart working, soprattutto con la nuova risalita dei casi da Covid-19 che si registra negli Usa nelle ultime settimane.

Tesla, la mail di Musk

Il Ceo di Tesla e SpaceX avrebbe inviato questa mail ai dipendenti della sua casa automobilistica spiegando che chi vuole lavorare da remoto potrà farlo solamente se prima avrà fatto almeno 40 ore alla settimana in ufficio. Altrimenti, per questi lavoratori l’unica alternativa è “lasciare Tesla”.

È meno di quanto chiediamo ai dipendenti degli stabilimenti”, dice Musk nella mail. Aggiungendo che lo smart working non sarà del tutto abolito, ma potrà essere previsto solo in alcuni casi eccezionali: in particolare per quei collaboratori straordinari per cui non è possibile rinunciare al telelavoro. Ma, in questi casi, sarà lui stesso a giudicare e approvare ogni singola richiesta.

Il fatto che Musk faccia riferimento all’impegno che è inferiore rispetto a quello richiesto a chi lavora in fabbrica, sembra un riferimento al fatto che la mail potrebbe essere indirizzata ad alcune specifiche categorie di lavoratori di Tesla, come manager e ingegneri. Coloro i quali godono di una maggiore flessibilità anche grazie allo smart working.

La (quasi) conferma della mail di Musk

Non è noto se la mail di Musk fosse indirizzata solamente agli stabilimenti degli Usa o anche a quelli di Berlino e Shanghai, gli unici al di fuori degli Stati Uniti. Peraltro proprio nella città cinese si insegue ancora la strategia zero Covid e lì sono nate polemiche sui turni prolungati imposti agli operai di Tesla durante il lockdown: in molti sarebbero stati costretti addirittura a dormire nella fabbrica.

Musk non ha confermato di aver inviato la mail, ma ha fatto qualcosa di molto simile in modo indiretto. Su Twitter, rispondendo a una pagina che gli chiedeva un commento su quanto trapelato, il Ceo di Tesla ha risposto riferendosi ai lavoratori che vogliono lo smart working dicendo che “dovrebbero fingere di lavorare da qualche altra parte”. Una frase che sembra essere un’ammissione.

Lo smart working nelle grandi aziende Usa

La mail di Musk è in controtendenza con le linee seguite da tanti grandi aziende statunitensi, a partire da Twitter, Meta, Apple, tutte molto favorevoli allo smart working. Per Tesla in parte il discorso è diverso perché una gran mole di lavoro è necessariamente svolta in maniera manuale e quindi in presenza, almeno per quanto riguarda il lato produzione. Allo stesso tempo, però, ci sono molti lavoratori che si occupano di software. Anche per loro, però, lo smart working sembra finito.

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