Elon Musk si scaglia contro la società di fact-cheking che ha collaborato con l’Unione europea per la stesura del codice contro la disinformazione. Ministero della verità o lotta alle fake news?
“Che truffa! Newsguard dovrebbe essere chiuso immediatamente”. A dichiararlo è stato, il 19 ottobre, Elon Musk, che ha commentato su X (Ex Twitter), un threadriguardante proprio NewsGuard, la società di «fact-cheking» fondata dall’imprenditore dei media e giornalista Steven Brill e dall’ex editore del Wall Street Journal Gordon Crovitz, strumento - che può essere aggiunto come estensione sui motori di ricerca - che mostra le valutazioni di attendibilità per oltre 7.500 siti Web di notizie e informazioni. Nel board della società con sede a New York - oltre a Gianni Riotta e all’ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen - siede anche Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia. Ebbene, come scrive su X Mike Benz, direttore esecutivo della Foundation for Freedom Online, Wales ha collaborato con l’Unione europea su un codice per contrastare la disinformazione “che avrebbe spinto i governi a mandare in bancarotta i siti di notizie alternative”.
Lo scontro sulla libertà di parola
Benz ha criticato il modello di business di NewsGuard, che secondo lui combina “servizi contro la disinformazione con leggi di censura che promuove”. “È una follia!” ha replicato Musk, aggiungendo che «il popolo europeo merita una spiegazione». “Elon, non c’è modo che i sostenitori della censura dell’Ue possano negarlo. NewsGuard se ne è vantato. I funzionari dell’Ue se ne sono vantati. Avevano una partnership formale. Tutto ciò che possono fare ora è tapparsi il naso e sperare che i loro elettori non vengano mai a sapere cosa sta succedendo”, ha risposto Benz. In un altro post, l’amministratore delegato di Timcast news, Tim Pool, ha dichiarato che NewsGuard ha inflitto alla sua piattaforma una punizione “perché abbiamo pubblicato 5 storie su quasi 5.000 che citavano Trump”. “Hanno affermato che riportare le dichiarazioni di Trump era irresponsabile perché invece avremmo dovuto verificare i fatti e Trump si sbagliava. Ora sostengono che non correggiamo gli errori perché non abbiamo risposto alle loro false affermazioni il mese scorso”, ha scritto Pool su X. [...]
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