Per l’economia italiana si prospetta uno scenario incerto e, soprattutto, un’allerta per l’inflazione, che resterà alta a lungo: le previsioni del Centro studi di Confindustria.
Scenari incerti per l’economia italiana e un vero e proprio allarme sull’inflazione, che si prolunga troppo a lungo e su livelli troppo alti. Il rapporto mensile ’Congiuntura flash’ del Centro studi di Confindustria tratteggia per l’economia italiana uno “scenario molto incerto, risultante di fattori che agiscono in direzione opposte”.
Nell’analisi si parla di forze contrastanti, con riferimento sia alle dinamiche positive che a quelle negative, nel tentativo di tratteggiare uno scenario per il futuro dell’economia italiana. Sulle previsioni incide anche il fattore euro: la moneta unica indebolita sul dollaro aiuta l’export, ma allo stesso tempo alza i prezzi dei beni importati.
Per quanto riguarda l’energia, invece, secondo l’analisi di Confidustria potremmo essere vicini al picco. Si sottolinea, poi, il quadro complicato ma anche la resilienza dell’industria italiana. Infine restano prospettive difficili per l’export. Ma cosa succederà, invece, per la crescita e l’inflazione? Ecco cosa prevede il Centro studi di Confindustria.
Pil, le previsioni al ribasso
La dinamica del Pil italiano viene ritenuta essere il risultato di un’incerta sintesi “di fattori che spingono in direzioni opposte”. Le previsioni devono essere riviste al ribasso considerando i rincari di energia e beni alimentari, i tassi d’interesse più alti, uno spread più ampio e il commercio internazionale debole. Ma ci sono anche altre prospettive da analizzare.
Le previsioni al rialzo del Pil
Dall’altro lato ci sono infatti previsioni al rialzo che derivano dalla fine delle restrizioni anti-Covid, dalla stagionalità che spinge il turismo, dalla crescita delle costruzioni, dalla situazione dell’industria e dal risparmio accumulato dalle famiglie che mette in salvo i consumi.
Emergenza inflazione, Confindustria lancia l’allarme
Non può non preoccupare il dato sull’inflazione: quella annuale è stimata dall’Istat all’8%. E lo scenario, sottolinea Confindustria, peggiora nell’eurozona. Ma, soprattutto, si prospetta un’inflazione “troppo alta e troppo a lungo”. Come spiega il Centro studi, fino a qualche mese fa gli analisti si attendevano un’impennata temporanea e che, “una volta cessate le tensioni sulle commodity, si sarebbe vista una rapida discesa”.
Oggi, però, lo scenario sembra molto diverso e sicuramente più catastrofico. Perché, come sottolinea il Centro studi, siamo di fronte a un’inflazione “più persistente”. E a preoccupare, su questo fronte, è anche l’indebolimento dell’euro sul dollaro, elemento che continua ad alimentare l’inflazione in Europa.
Tutti questi dati non possono che preoccupare gli analisti di Confindustria, secondo i quali la prolungata inflazione può quindi avere effetti più a lungo termine di quanto inizialmente previsto. Il rialzo dei prezzi, trainato soprattutto dall’energia e dai beni alimentari, potrebbe quindi proseguire a lungo.
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