Cosa fare se ci si rende conto di aver inviato una dichiarazione dei redditi incompleta o con dati errati? Si può rimediare in due modi senza perdere i rimborsi che spettano. Vediamo quali.
Come si fa a correggere la dichiarazione dei redditi 2024 già inviata e come fare a non perdere gli eventuali rimborsi spettanti? Può capitare di rendersi conto solo dopo l’invio della dichiarazione dei redditi qualche dato fondamentale, come una spesa detraibile da inserire nel quadro E.
Basta una distrazione anche piccola per sbagliare l’inserimento di dati relativi alle spese mediche, per esempio, così come non controllare con attenzione che le informazioni precompilate inserite in automatico dall’Amministrazione Finanziaria siano corrette.
L’errore o l’omissione può riguarda anche il quadro dei familiari a carico: se non si indica un figlio i un familiare a carico, infatti, si rischia di perdere le detrazioni spettanti per i carichi di famiglia.
Un altro errore comune che può capitare a chi presenta in autonomia il 730 precompilato è quello di non controllare il numero dei giorni di lavoro o pensione nel quadro C. Se questi non sono inseriti non vengono considerate le detrazioni per lavoro o pensione, se sono, invece, inseriti in numero minore a quelli realmente spettanti il rischio è quello di vedersi riconoscere una detrazione inferiore a quella cui si avrebbe diritto.
Proprio per questo è importante controllare sempre ogni dato prima di inviare il modello 730/2024 o il modello Redditi Pf. Ma errare è umano e anche a chi controlla e ricontrolla tutto prima della trasmissione, può capitare di sbagliare.
In caso di errori, però, il contribuente può sistemare la situazione inviando il 730 integrativo o il modello redditi Pf. Cosa cambia, come scegliere tra i due modelli? Rispondiamo a queste domande e vediamo quali sono le scadenze da rispettare.
Errori in dichiarazione dei redditi: con quale modello correggerli per non perdere i rimborsi?
La scadenza per inviare il modello 730 (precompilato oppure ordinario) all’Agenzia delle Entrate è fissata al 30 settembre 2024. Per correggere gli errori presenti nel 730 già trasmesso al fisco, il contribuente ha due opzioni: il modello 730 integrativo oppure il modello redditi Pf.
Ma come scegliere? Ci sono regole precise. Il modello 730 integrativo va usato se, con le correzioni da fare, la dichiarazione risulta a credito o a minor debito, cioè a favore del contribuente. Attenzione però, perché il 730 integrativo può essere trasmesso solo dal Caf o dal professionista abilitato, quindi il contribuente che si è reso conto di aver commesso degli errori non può procedere da solo con l’invio della nuova dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.
Se, invece, con le integrazioni da apportare, la dichiarazione risulta a sfavore del contribuente, bisogna usare il modello Redditi per le persone fisiche.
Le scadenze per correggere gli errori in dichiarazione dei redditi
Il modello 730 integrativo e il modello Redditi Pf seguono un calendario diverso. Il 730 integrativo, infatti, va inviato entro la scadenza del 25 ottobre. Il modello Redditi, invece, ha una scadenza più lunga: il termine ultimo per l’invio è il 15 ottobre.
Un altro elemento da prendere in considerazione nella scelta del modello da inviare per correggere gli errori in dichiarazione dei redditi, quindi, è -semplicemente- il calendario. Che significa? Vuol dire che se un contribuente si accorge di aver fatto errori nel 730, e che correggendoli la sua situazione fiscale migliorerebbe (avendo diritto, per esempio, a un rimborso più cospicuo, oppure di fronte a un debito più basso) dovrebbe usare il 730 integrativo. Tuttavia, se il contribuente prende coscienza della sua situazione dopo la scadenza del 15 ottobre, quindi oltre il termine ultimo per questo specifico modello, può comunque correggere la propria situazione usando il modello 730 integrativo.
Inoltre, è prevista anche la possibilità di presentare un modello Redditi persone fisiche (integrativo) entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione: in quest’ultimo caso l’importo a credito potrà essere utilizzato in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo n. 241/1997, per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione integrativa.
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